È un segno forte che papa Francesco sia morto nel giorno di Pasqua, di risurrezione. Di fatto il suo pontificato potrebbe essere proprio riassunto in questa parola: Pasqua di vita e di risurrezione, la possibilità di un mondo altro da quello che abbiamo fra le mani. Bergoglio è stato un profeta più che un papa. Pochi come lui hanno capito i problemi e li ha sollevati, anche dentro la Chiesa, con molte difficoltà.
Perché parlo di profezia? Direi che la prima grande profezia di Francesco, secondo me, è stata straordinaria: la Laudato si’. Ha tradotto a livello evangelico quello che ci insegna la scienza consegnando alla Chiesa un vero testo profetico. L’enciclica non è stata accettata da tutti. Soprattutto, è stata ostacolata dai vescovi statunitensi perché mette in discussione il sistema entro cui viviamo che sta portando al surriscaldamento del pianeta. Il fatto di aver sollevato il problema e di aver indicato un’altra strada è stato eccezionale. È uno dei documenti fondamentali del suo papato e verrà ricordato per questo.
Il secondo aspetto sono le armi e la guerra, contro cui ha fatto fare dei passi avanti a livello ecclesiale. Il concilio Vaticano II, per esempio, era bloccato sulle armi. Alla fine ha detto soltanto che l’uso delle armi nucleari è immorale. Papa Francesco è andato molto più avanti: anche il solo possesso di armi nucleari è immorale. Anche negli ultimi suoi discorsi, ancora domenica scorsa, è stato un grido per il disarmo. E di questo gliene sono molto grato.
Terzo aspetto importantissimo è il documento sulla fraternità umana che ha firmato con il Grande Imam Ahmad al-Tayyib, preside dell’Università di al-Azhar del Cairo. Il testo dice che la varietà di religioni è dovuta alla sapiente, provvidenziale volontà di Dio: come c’è la biodiversità così c’è anche la varietà delle religioni, ognuna ha qualcosa di bello da dare alle altre esperienze religiose. Anche questa posizione è stata contestata. Molti l’avranno accusato di eresia e invece è uno degli altri aspetti profetici di Francesco.
Ha dato il colpo finale al suprematismo bianco. Meloni, seduta difronte a Trump, in inglese ha parlato di «western nationalism», nazionalismo occidentale. Rivela veramente quello che pensano queste destre: l’Occidente ha la cultura, la civiltà e la vera religione. Elementi che hanno fatto da base al colonialismo. Il suprematismo bianco sta esplodendo dappertutto, è diventato politica in buona parte dei nostri governi in Europa. E non solo. Perché tutte le religioni hanno il problema dell’identità. Anche Modi in India, ad esempio, sta facendo lo stesso con l’induismo. Francesco invece ha avuto il coraggio enorme di aprire strade nuove per la convivenza tra i popoli.
La sua attenzione è stata sempre rivolta alla gente che soffre. Ha contato molto l’esperienza nelle Villas miseria di Buenos Aires: non solo le ha frequentate, ci ha mandato i suoi migliori preti a fare missione. In fondo questo è il cuore del Vangelo. Non si è fatto intimidire dalla furia del governo Netanyahu e ha continuato a telefonare a Gaza avendo il coraggio di affermare che ci sono tutti gli elementi per un genocidio.
Infine, grazie di cuore papa Francesco perché hai accettato che sedessi a Verona alla tua sinistra durante l’Arena di Pace, quando abbiamo tenuto insieme i lembi della bandiera della Pace.
Grazie per il tuo abbraccio pur sapendo che in Vaticano il mio nome non è ben visto. Grazie per il tuo gesto particolare, di cui ti sono molto grato. Spero che il prossimo Pontefice cammini su questa direzione continuando a darci speranza.
22/04/2025
da Il Manifesto