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Pax americana in Medio oriente, guerra ibrida Europa-Russia

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Politica estera

29/09/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

Trump alla vigilia dell’incontro con Netanyahu alla Casa Bianca: «Tutti d’accordo in Medio Oriente per la prima volta. Realizzeremo qualcosa di speciale». Come la pace in Ucraina in 24 ore. Superlativi di sempre, ma nessuno al mondo ci crede davvero. Mentre, molto più pericolosa e reale, la irresponsabile rincorsa europea allo scontro con Mosca.  

Netanyahu alla Casa Bianca per uscire dall’isolamento

Le tre principali fazioni sulla questione palestinese emerse dal dibattito all’Assemblea Onu riportate da Michele Giorgio. 1. La fazione sionista-americana che sostiene il proseguimento della guerra. 2. La fazione araba ed europea, che cerca di rilanciare la soluzione dei Due Stati, ma all’interno di una visione che propone la creazione di uno Stato palestinese con sovranità limitata e soggetto all’egemonia israeliana. 3. Le fazioni dell’Aja e di Bogotà che adottano un discorso basato sull’impegno a contrastare l’apartheid e a isolare i regimi oppressivi». Per il professor Hamouri della Kent University: «I veri e unici alleati nel progetto di liberazione dei palestinesi sono i paesi che hanno provato l’amarezza del colonialismo, come il Sudafrica, la Colombia, Cuba, la Malesia e altri paesi che si battono per la verità e la giustizia».

21 punti di sola propaganda

  • Netanyahu alla Casa Bianca incontra Trump con l’intento di emendare o meglio, affossare, il piano in 21 punti elaborato dall’inviato Usa Steve Witkoff che, segnalava ieri con preoccupazione una parte della stampa israeliana, che ‘forse potrebbe portare alla creazione di uno Stato palestinese’. Uno Stato senza sovranità, ma in ogni caso una entità che Netanyahu e quasi tutti i partiti israeliani non vogliono.

Troppo Netanyahu nelle elezioni Usa di medio termine

Il governo israeliano ha già dovuto ingoiare il boccone amaro dello stop all’annessione della Cisgiordania, sottolinea Michele Giorgio. «Trump ha promesso agli alleati arabi che la impedirà. Netanyahu, perciò, farà di tutto per emendare la proposta Usa che, almeno a parole, vuole mettere fine alla guerra e pianificare il futuro di Gaza che circola in queste ore». Quel piano, teme il premier israeliano, porrebbe le condizioni per la nascita di uno staterello palestinese. «Il piano prevede che gli Stati uniti avviino un dialogo con Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica», avverte il Times of Israel. Netanyahu ha ripetuto all’infinito il suo ‘No’ allo Stato di Palestina, ma ora rischia di arrivare alle elezioni politiche del prossimo anno con l’indipendenza palestinese nell’agenda con Usa ed Europa.

21 punti con gli Stati arabi

Il Times of Israel ha pubblicato i 21 punti che Trump aveva discusso con alcuni Stati arabi e musulmani. Una rivoluzione rispetto alle precedenti posizioni della Casa Bianca. Si parte dal classico: ‘rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore, fine immediata dell’offensiva israeliana, ritiro graduale delle forze di occupazione israeliane e disarmo di Hamas’. Ma diventa divisivo per Israele l’invito ai palestinesi a restare a Gaza, con la promessa di un piano di ricostruzione. «Solo pochi mesi fa Trump aveva proposto la pulizia etnica degli abitanti di Gaza». Ma il punto centrale è il numero 20: «un percorso di statualità palestinese, legato ai progressi nelle riforme dell’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen». Scontenti in un colpo solo la baracca clientelare ANP, la destra sovranista ebraica di Netanyahu, e Hamas.

Mentre Trump e il suo amico Bibi, a Gaza…

A Gaza le esplosioni delle bombe e delle cannonate delle forze israeliane che avanzano all’interno di Gaza City non danno tregua, il dettaglio del manifesto. Al Jazeera riferisce di almeno 91 palestinesi uccisi sabato, di cui 45 nella città capoluogo dalla quale sarebbero sfollati 750 mila abitanti, secondo Israele. I carri armati inoltre avanzano di nuovo nell’area dell’ospedale Shifa. «Il bombardamento intorno a noi non si è fermato un solo istante», denuncia il suo direttore. Una speranza di pace con questi interlocutori? E il massacro quotidiano diventa beffa cinica oltre la crudeltà.

La Russia all’Onu

Dopo lo show assembleare di Trump e l’aula vuota di Natanyahu, alla assemblea Onu arriva la Russia col ministro degli esteri Lavrov. «La Russia è accusata di aver quasi pianificato un attacco all’Alleanza atlantica e ai paesi dell’Unione europea. La Russia non ha alcuna intenzione del genere. Ma qualsiasi aggressione contro il mio Paese incontrerà una risposta decisa». Ucraina: «Mosca è aperta ai negoziati eliminare le cause profonde del conflitto. I diritti dei russi e dei russofoni nei territori che rimangono sotto il controllo di Kiev pienamente ripristinati». Intanto Zelensky ha chiesto a Trump «sistemi di armi, per costringere Putin ad avviare i colloqui di pace». Missili Tomahawk, in grado di colpire Mosca. Medio Oriente in russo: con gli attacchi israeliani in Iran e Qatar, e Cisgiordania Israele rischia di far saltare in aria tutta l’area.

L’Ue e Mosca

Quasi in risposta a Lavrov, sale la tensione con il Cremlino nei cieli europei. Per l’Ue già «guerra ibrida», mentre continuano gli avvistamenti di droni. Droni minacciosi o soltanto fuori rotta? E droni di chi? La prima a puntare il dito su Mosca è ovviamente l’Ucraina. Le sfide aeree tra Mosca e Kiev sono quotidiane, come la propaganda delle due parti. Sabato i droni ucraini hanno colpito un oleodotto nella regione russa della Chuvashia, mentre i militari russi hanno annunciato di aver distrutto 10 velivoli senza pilota nelle zone occidentali di confine. «Isteria Ue» dichiarano dagli esteri russi. E attaccano il piano del muro anti-droni europeo, lanciato da von der Leyen e definito ‘prioritario’ venerdì dai ministri della difesa Ue. «Per giustificare all’opinione pubblica l’aumento della spesa per la militarizzazione dell’Europa».

Versione Bruxelles ‘baltica’

  • Per il responsabile Ue all’economia Valdis Dombrovskis, figura forte della commissione von der Leyen, il Cremlino è responsabile degli atti ostili, segnala Andrea Valdambrini. «Sappiamo che le mire imperialistiche della Russia vanno oltre l’Ucraina», dichiara il sospettabile ex premier lettone (oltre a Kaja Kallas, estone, Esteri Ue, e Andrius Kubilius, lituano, Difesa e spazio. L’Europa baltica in guerra con la Russia). E dalle sue parole – se mai si trovasse una conferma -, il mondo scoprirebbe che «la Russia dice apertamente di voler invadere altri Paesi, compresi quelli dell’Unione europea e della Nato». Dove, quando e come dichiarazioni non pervenute in alcun modo e luogo. Ma quel che conta, «riarmo a tutti i costi (carissimi), e apparato industrial militare schiarato a incrementare capacità e spese per un’Europa in bancarotta».
  • Perché nei fatti e nelle parole, la guerra ibrida è già arrivata.

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