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Pensioni, doppia stretta sulle uscite anticipate: cosa cambia e perché lasciare il lavoro diventa sempre più complicato

Pensioni, doppia stretta sulle uscite anticipate: cosa cambia e perché lasciare il lavoro diventa sempre più complicato

Economia

17/12/2025

da La Notizia

Stefano Rizzuti

Doppia stretta sulle pensioni: perché tra riscatto della laurea e finestre mobili l'uscita anticipata diventa proibitiva.

Era il governo che doveva abolire la legge Fornero, rendendo meno complicata l’uscita anticipata dal lavoro. E invece si sta dimostrando essere il governo che sulle pensioni ha fatto l’esatto opposto, riuscendo addirittura a inasprire le condizioni per accedere alle pensioni. Non solo con la stretta su misure come Opzione donna e Quota 103 (allo stato attuale cancellate per il prossimo anno), ma anche con nuove misure che penalizzano i lavoratori.

Due sono le nuove strette inserite dal governo nel maxi-emendamento alla Manovra presentato ieri in commissione. Due interventi che rendono l’uscita dal lavoro sempre più lontana. Le due questioni principali, al di là della spinta verso la previdenza complementare, riguardano le nuove finestre mobili e le limitazioni al riscatto della laurea.

Pensioni, il governo vanifica il riscatto della laurea: la stretta dal 2031

La prima stretta riguarda il riscatto della laurea e riguarda anche chi ha già deciso di riscattare gli anni di studio. Chi, infatti, matura i requisiti contributivi (oggi fissati a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne, ma destinati a salire nei prossimi anni) nel 2031 avrà una netta penalizzazione rispetto alle condizioni finora previste.

Il riscatto della laurea, infatti, continuerà a incidere sul valore dell’assegno, ma il conteggio dei mesi di contributi verrà ridimensionato. Questo vuol dire che il riscatto della laurea avrà un valore minore rispetto ai mesi effettivamente riscattati. Nel 2031 la penalizzazione sarà di tre mesi, ma salirà di sei mesi ogni anno. Raggiungendo, nel 2035, una penalizzazione di ben 30 mesi. Rendendo quasi inutile, al fini del conteggio dei contributi, il riscatto della laurea. Un intervento che per lo Stato porterà risparmi di due miliardi in cinque anni.

Le finestre mobili per l’uscita anticipata vengono allargate

L’altra stretta riguarda le finestre temporali tra la maturazione dei requisiti per la pensione anticipata e l’effettivo momento in cui si inizia a ricevere l’assegno. Attualmente sono previsti tre mesi, ma saliranno a quattro nel 2032-2033. Poi diventeranno cinque mesi nel 2034 e sei mesi nel 2035. Rinviando così sempre più il pensionamento. Per lo Stato si stimano risparmi complessivi pari a 3,3 miliardi.

Insomma, il governo che doveva cancellare la legge Fornero ha fatto l’esatto opposto. Riuscendo addirittura a peggiorarla e a rendere ancora più complicato, quando non impossibile, l’uscita anticipata dal lavoro.

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