Da mesi e mesi siamo chiamati a convivere con un massacro quotidiano di migliaia di persone.
La situazione più insopportabile è in Palestina dove l’esercito israeliano sta compiendo da mesi un genocidio del popolo palestinese, un orribile massacro dove bambini e ragazzi – che sono la maggioranza della popolazione palestinese a Gaza – muoiono ogni giorno a causa delle bombe e della mancanza di acqua e di cibo. Insopportabile perché le sofferenze che si consumano in questo campo di concentramento a cielo aperto che è diventata Gaza avvengono in mondovisione, sotto gli occhi di tutti e tutte.
Di Auschwitz l’umanità ha saputo dopo: qui lo sappiamo in tempo reale e sappiamo che domani accadranno nuovamente le atrocità che sono accadute oggi. Sappiamo tutto di questa mattanza che solo la falsa coscienza ci può far chiamare guerra: le azioni di decimazione della popolazione palestinese non hanno nulla a che vedere con la guerra ma sono un genocidio finalizzato alla pulizia etnica della striscia di Gaza. A questa situazione inumana a cui partecipiamo con la fornitura di armi al governo israeliano – l’Italia è al terzo posto nella classifica di fornitura delle armi con cui vengono massacrati i palestinesi – si accompagna la nostra compartecipazione al massacro in corso in Donbass. Una guerra che l’Ucraina ha già abbondantemente perso ma che il governo ucraino – supportato dalla Nato – non vuole chiudere con una trattativa. Una guerra che vede centinaia e centinaia di ucraini mandati al macello quotidianamente.
Accanto al genocidio in corso in Palestina e il massacro che non si vuole interrompere in Ucraina, vengono messi i presupposti per vari altri focolai di guerra: in Moldavia, in Georgia, tra Filippine e Cina, tra Taiwan e la Cina e così via. Anche a casa nostra, i governanti parlano di reintrodurre il servizio militare obbligatorio e la presenza di ben pasciuti generali nelle scuole diventa sempre più frequente.
La domanda che dovrebbe sorgere spontanea in ogni persona dotata di buon senso è perché? Come mai la Cina 20 anni fa veniva fatta entrare nel WTO e la Russia invitata ala G8 e adesso queste nazioni – e i loro relativi popoli – sono diventati nemici mortali della nostra civiltà? Come mai nei decenni passati, in nome della libera concorrenza e dei benefici per i consumatori sono stati tolti i dazi e la concorrenza su scala mondiale tra i lavoratori è diventata la regola e adesso vengono messi dazi in ogni settore? Addirittura si parla di dazi del 100% sulle auto elettriche cinesi (cioè raddoppiandone i prezzi), mettendo definitivamente in soffitta l’idea di combattere il cambio climatico con la sostituzione di auto a combustione interna con auto elettriche. Perché questo rovesciamento non motivato di posizioni politiche ed economico?
La risposta è tragicamente semplice: perché gli Stati Uniti si sono resi conto che se il mondo fosse rimasto in pace per i prossimi vent’anni, loro avrebbero perso la loro posizione di rendita sul piano economico – vivono con un tenore di vita superiore del 20% a quello che potrebbero unicamente grazie alle ruberie finanziarie ed economiche che fanno a livello mondiale – e avrebbero visto annullarsi il maggior potere che hanno in termini militari. Non sarebbero più la potenza egemone e il mondo diventerebbe multipolare.
Per questo le classi dominanti degli Usa hanno deciso che la guerra sia il modo migliore per difendere i loro interessi e questo stanno facendo con una dedizione degna di miglior causa.
Questo vuol dire che vedremo in tempi rapidi una guerra atomica dispiegata con la Russia o la Cina? Ovviamente giocando tutti i giorni con i fiammiferi è sempre possibile appiccare un incendio. Quindi noi viviamo nel perenne pericolo che anche solo per incidente avvenga una escalation che porti alla distruzione del mondo. L’incidente nucleare è possibile ma a mio parere non è l’obiettivo delle classi dominanti degli Usa: sanno benissimo che Russia e Cina sono in grado di resistere al “first strike” e quindi di distruggere gli Usa – e quindi la possibilità di vita sulla terra – anche se attaccati per primi.
L’obiettivo delle elites statunitensi non è la “bomba fine di mondo” ma piuttosto instaurare uno stato di guerre locali in tutto il mondo, possibilmente agite per procura in modo che gli ordini siano statunitensi ma i morti siano poveracci dei paesi alleati, come l’Ucraina e – domani – l’Europa. Guerre “decentrate” contro Russia e Cina, che sono i nemici da indebolire e possibilmente mettere in crisi e frantumare in modo da riprendere il dominio unipolare sul mondo stesso. La guerra permanente come strada per riprendere il comando del mondo e poter continuare a comandare e mangiare sulle spalle degli altri: questo il disegno delle elites statunitensi che ha il pieno consenso della Meloni come della Schlein. Contro questo disegno dobbiamo costruire un movimento di massa nel nostro paese e in tutta Europa.
27/08/2024
da Il Fatto Quotidiano