31/08/2025
da Pressenza
La manifestazione ‘Stop al genocidio – Corteo per la Palestina’ che si è svolta nel tardo pomeriggio del 30 agosto al Lido di Venezia, in piena Mostra cinematografica proprio per attirare il più possibile l’attenzione sulla tragedia, è stata un successo: c’è chi parla di cinquemila, chi di diecimila partecipanti. Erano indubbiamente tantissimi, un fiume di persone che per ore hanno invaso il Lido di Venezia al grido di “Palestina Libera”, sono arrivati a lambire pacificamente i dintorni del Palazzo del Cinema per poi tornare sui loro passi.
La manifestazione è stata organizzata da un comitato che riunisce oltre 200 associazioni insieme ai centri sociali del Nord Est. Oltre ai centri, alle associazioni come quella degli Artisti No Bavaglio, ai sindacati, l’evento è stato lanciato in particolare dal gruppo Venice4Palestine, fatto di tecnici e lavoratori dello spettacolo. Più di 1.500 artisti e cineasti lo scorso 22 agosto hanno firmato un appello contro il genocidio a Gaza e i crimini contro l’umanità commessi da Israele.
Da Rosi, a Toni Servillo, alle sorelle Rohrwacher, a Emanuela Fanelli, conduttrice della serata inaugurale della Mostra del cinema di Venezia, agli attori Michele Riondino ed Elio Germano, al fumettista Zerocalcare, alle attrici Valentina Bellè e Laura Morante, alla regista Carolina Cavalli, sono queste alcune delle personalità dello spettacolo che hanno dato l’adesione.
Vincenzo Vita, giornalista, saggista e politico, presente alla manifestazione, ha così espresso il significato della partecipazione sua e delle associazioni da lui rappresentate: “Articolo21 e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico sono a questa bellissima iniziativa perché oggi è in corso un genocidio, perché la caratteristica di questa nuova stagione autoritaria è di non volere che si sappia quello che succede, ragion per cui si oscura l’informazione e si cancella la memoria. Quella memoria che rende possibile fare confronti e capire che ciò che accade oggi non è del tutto inedito, che potrebbe cioè tornare quel buio del ‘900 che abbiamo rimosso …”
Foto di Bruna Alasia e Marino Bisso, Rete no bavaglio
* Bruna Alasia vive a Roma, dove si è laureata in Sociologia nel 1977. Ha pubblicato i romanzi “L’erba nasce verde”, sulla droga, e “Tre anni così”, sul movimento del ’77: digitalizzati e conservati anche nella biblioteca di Harvard. Ha lavorato al GR3 cultura della RAI, nell’ufficio stampa di vari gruppi parlamentari presso la Camera dei Deputati. Scrive per riviste Mondadori e online occupandosi di cultura e spettacolo.