14/10/2025
da Left
Il punto della situazione a un mese dal voto
Manca solo un mese alle elezioni presidenziali del 16 novembre in Cile, e i sondaggi vedono in testa Jeannette Jara, rappresentante del Partito comunista (Pc) ed ex ministro del Lavoro nel governo di centro-sinistra di Gabriel Boric.
Al secondo e terzo posto si collocano due figure appartenenti all’estrema destra: José Antonio Kast, leader del Partito repubblicano (Pr) e Evelyn Matthei dell’Unione democratica indipendente (Udi).
José Antonio Kast, che concorre per la presidenza per la terza volta, è una figura molto controversa.
Da fondatore del Partito Repubblicano, attivo dal 2019, ha avanzato proposte politiche focalizzate sull’abrogazione della legge sull’aborto, opponendosi inoltre all’impiego di metodi contraccettivi. Dal punto di vista economico, difende lo stato minimo, tra frasi populiste sull’efficienza dello Stato e attacchi ai funzionari pubblici.
Kast è figlio di un ex membro della Gioventù hitleriana. Suo padre, Michael Kast, si iscrisse al partito nazista nel 1942, una circostanza che il candidato aveva tenuto nascosta fino al 2021, quando lo scandalo è emerso grazie ai documenti rivelati dall’Associated Press.
La tessera del partito nazista del padre, divulgata dall’AP e dal giornalista cileno Mauricio Weibel, ha smentito le dichiarazioni di Kast secondo cui il padre avrebbe aderito all’esercito tedesco per costrizione.
I reporter Joshua Goodman e Frank Jordans sono riusciti a dimostrare, grazie al contributo di storici tedeschi, che l’iscrizione al partito nazista (Nsdap) era sempre frutto di una scelta e riservata alle élite della società.
“Non abbiamo un solo esempio di qualcuno che sia stato costretto ad entrare nel partito nazista”, afferma Armin Nolzen, uno storico tedesco che ha studiato approfonditamente le affiliazioni al Nsdap.
Secondo Nolzen, il padre di Kast avrebbe fatto parte della Gioventù Hitleriana per almeno quattro anni prima di entrare volontariamente nel partito nazista, raccomandato dal leader del distretto.
Inoltre, ulteriori indagini hanno portato alla luce il coinvolgimento di Michael Kast con il regime di Pinochet dopo il suo trasferimento in Cile.
“Se fosse vivo, voterebbe per me”, ha affermato Kast riferendosi a Pinochet durante la sua campagna presidenziale nel 2017.
Fervente sostenitore del movimento apostolico di Schönstatt, organizzazione religiosa nata in Germania nel 1914, con precetti simili all’Opus dei, José Antonio Kast viene supportato da una coalizione che include il Partido social cristiano (Psc), creato nel 2022 dall’evangelica ultraconservatrice Sara Concha, e dal Partido nacional libertario (Pnl), fondato nel 2024 da Johannes Kaiser, sostenitore di politiche filo-Pinochet, antiscientifiche e favorevole alla liberalizzazione del possesso di armi.
Questa combinazione politica di estrema destra ricorda simili movimenti osservati in altri paesi latinoamericani, con gravi conseguenze per i diritti civili, soprattutto quelli delle donne e delle minoranze. Di contro, Jeannette Jara emerge come una figura capace di costruire consenso anche oltre la tradizionale base del Partito Comunista.
Paragonata spesso all’ex presidente Michelle Bachelet per le sue doti conciliative, Jara ha saputo posizionarsi in maniera critica verso regimi non democratici come quello del Venezuela, dimostrando indipendenza politica e attirandosi talvolta dissenso tra alcune fazioni interne al PC.
La sua abilità nel mobilitare l’elettorato giovane ha giocato un ruolo cruciale nella vittoria delle primarie. Da Ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale, ha segnato importanti successi politici, tra cui l’approvazione della legge per ridurre gradualmente la settimana lavorativa da 45 a 40 ore entro il 2028. Inoltre, ha innalzato il salario minimo, portandolo al livello più alto in America Latina, circa 450 euro, e condotto una riforma previdenziale storica dopo decenni di fallimenti da parte dei precedenti governi.
Figlia di un meccanico e una casalinga, Jeannette Jara è diventata un simbolo dell’ascesa sociale: ha iniziato a lavorare già da bambina, ancora dodicenne, come bracciante agricola, si è formata in scuole pubbliche e ha ottenuto una laurea in Amministrazione Pubblica presso l’Università di Santiago del Cile, proseguendo poi gli studi in Giurisprudenza.
La sua leadership viene interpretata dagli esperti come rappresentativa di un nuovo corso generazionale del Partito Comunista cileno: una formazione politica che sembra vivere un momento elettorale favorevole, corroborato dai successi conseguiti durante il secondo processo costituente nel 2023.
Per lo storico Alfredo Riquelme, il trionfo di Jara nelle primarie evidenzia una combinazione tra la sua eccezionale capacità personale e l’eredità delle giovani generazioni cresciute all’interno del PC sotto la guida di Guillermo Teillier. Quest’ultimo, scomparso nel 2023, fu un importante riferimento per il partito: sopravvissuto ai campi di concentramento di Pinochet, con un passato da rivoluzionario e politico di lunga esperienza, ha presieduto il partito dal 2005 fino alla sua morte, contribuendo a forgiare una classe dirigente capace di attraversare con competenze solide i governi Bachelet e Boric.
Il programma di governo proposto da Jara agli elettori cileni si distingue per concretezza e un forte orientamento verso la giustizia sociale.
Articolato in 110 pagine, elenca 383 misure pratiche che affrontano tematiche come politica internazionale, uguaglianza di genere, sviluppo sostenibile, diritti umani, multilateralismo e transizione energetica. In questo ambito, sono previsti investimenti significativi nelle energie rinnovabili, in particolare solare ed eolica.
Grande enfasi è stata posta sulla lotta alla criminalità organizzata, sulla gestione delle frontiere e sulle politiche di prevenzione della violenza di genere, con interventi mirati nelle scuole e attività pensate per bambini a partire dai 7 anni.
Criticata duramente dall’estrema destra, bersagliata da insulti gravi e falsità, e contestata dai cattolici per il suo sostegno al diritto di scelta sulla gravidanza, Jeannette mira a favorire il dibattito sulla proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto. Attualmente in Cile, l’Ivg è permessa solo in tre circostanze specifiche: rischio per la vita della donna, violenza sessuale o gravi malformazioni fetali incompatibili con la sopravvivenza.
Se nessun candidato raggiungerà il 50% dei voti il prossimo 16 novembre, si terrà un secondo turno elettorale il 14 dicembre.