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Presto per capire ma il conto Ucraina ora lo paga l’Europa

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Politica Estera

Ennio Remondino

Sappiamo ancora troppo poco per poter valutare seriamente cosa sarà la politica internazionale dopo il vertice in Alaska, ma alcuni elementi appaino evidenti e incontestabili, primo fra tutti che gli Stati Uniti scaricano l’onere Ucraina sull’Europa mentre la Russia procede di corsa alla onerosa vittoria sul campo.

  • Torna l’asse Washinton-Mosca tra superpotenze e l’Europa sconclusionata dovrà farsi difficili conti in casa?

Scenografico teatro politico

L’incontro Donald Trump Vladimir Putin in Alaska, è stato certamente un riuscito teatro politico da cui per ora emergono alcuni dati incontestabili. Il ritorno di una diplomazia di portata planetaria quattro anni dopo il meeting di Ginevra tra Putin e Joe Biden finito decisamente male, Europa compresa, e poi la ridefinizione di ciò che separa i due Paesi dopo anni di gelo diplomatico, e anche qui, Europa compresa e a perdere. Gran finale, l’Ucraina può attendere che la sconfitta militare che si profila, diventi sconfitta politica interna ed europea, ‘Volonterosi’ a perdere.

Non c’è il cessate il fuoco

Nessun accordo evidente, né l’atteso cessate il fuoco. Solo sorrisi e l’applauso, poi la stretta di mano e la rottura del protocollo con Putin che sale sulla limousine di Trump. L’incontro per decidere della guerra in Ucraina, con importanti dossier economici sul tavolo che forse sono il risultato più certo, sanzioni europee alla Russia prossimamente orfane. Dopo quasi tre ore di colloqui, l’annuncio che il vertice ristretto dei due presidenti e i loro consiglieri – il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff e per Mosca il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e il consigliere per la politica estera, Yuri Ushakov – era terminato.

Il detto e il non dicibile

In conferenza stampa i due leader si sono presentati per annunciare di essere d’accordo sul «garantire la sicurezza dell’Ucraina» (Putin), e che «sono stati fatti grandi progressi ma ancora non ci siamo» (Trump). La vittoria di Putin: «Spero che l’accordo che abbiamo raggiunto insieme ci aiuti ad avvicinarci a questo obiettivo e ad aprire la strada alla pace in Ucraina. Ci auguriamo che Kiev e le capitali europee lo affrontino in modo costruttivo e non cerchino di ostacolare il processo. Non cercheranno di usare accordi segreti per mettere in atto provocazioni e sabotare i progressi nascenti. Per risolvere il conflitto in Ucraina occorre affrontarne le ‘cause profonde’ e ristabilire un ‘giusto equilibrio’ di sicurezza in Europa e nel mondo».

Nato, Zelensky e Ue

Trump ha annunciato una telefonata alla Nato e al presidente ucraino Zelensky. Per informazioni, consigli od ordini? Intanto sabato mattina a Bruxelles gli ambasciatori europei si incontreranno per discutere di questo accordo di cui poco si sa ma che -dichiara chiarano chiaramente i due protagonisti di Anchorage-, non devono ostacolare. Eppure Trump dice: «Ci sono ottime chance per un accordo». lndubbio dato positivo la riapertura del dialogo e della decisione degli storici avversari di sedersi allo stesso tavolo, ma la strada per una soluzione ucraina resta e in salita.

Concretezza e ambiguità

Dietro la sorprendente cordialità (d’ora in avanti ti chiamerò Vladimir), resta l’ambiguità di fondo che circondava la vigilia del summit e che è rimasta. Trump è disposto a concedere a Putin un esito positivo della guerra in Ucraina e aprire alla cessione di territori (de facto se non de iure), senza però arrivare agli obiettivi strategici desiderati dal leader del Cremlino. Gli Usa hanno fretta di chiudere la guerra per concentrarsi sull’Estremo Oriente e la Cina, la Russia questa ansia non ce l’ha ma sa di dover a sua volta dover fare i conti con i lutti, i danni all’economia e alla mobilitazione che hanno imposto i tre anni e mezzo di guerra.

L’ordine globale di Trump e Putin

  • Alla fine di tanta apparenza, va capito che genere di ordine mondiale Trump e Putin abbiano in mente e che il loro approccio fa emergere. Come in una Guerra Fredda mai finita, dove la Casa Bianca e il Cremlino tornano a prendere decisioni immediate per il mondo? Nel frattempo il mondo è cambiato, soprattutto nel suo sud, più complesso e più competitivo anche per Mosca e Washington.
  • Ed anche per la politicamente incerta Unione europea e i suoi 27 leader nazionali marginali che ora dovranno spiegare alla loro opinioni pubbliche ed elettori, la scelta onerosa e socialmente dirompente di una folle e vana corsa al riarmo.

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