La ricostruzione storica delle formazioni dell’ultradestra ucraina spesso dichiaratamente neonaziste, divenute via via partiti od organizzazioni armate, molto presenti in parlamento e spesso arruolate in corpi dello Stato. Limes e poche altre fonti, su un problema politico occidentale finora occultato
Assemblea nazionale ucraina – Autodifesa nazionale ucraina (Una-Unso)
Fondato nel 1991, è il più vecchio dei gruppi dell’ultranazionalismo ucraino post-sovietico. In origine consisteva di un’ala politica (Assemblea nazionale ucraina – Una) e una paramilitare (Autodifesa nazionale ucraina – Unso), riprendendo così non solo le idee ma anche la struttura dell’Oun-Upa, fondata nel 1929 a Vienna, in cui crebbe Stepan Bandera. Esattamente come quella, che nel 1940 si divise tra ala moderata (Oun, guidato da Andrij Mel’nyk) e ala radicale (Upa, guidato da Bandera appunto), nel 2014 l’Una formò un’alleanza con Pravyj Sektor, mentre l’Unso continuò a operare in modo autonomo. Il primo leader dell’Una-Unso fu Jurij-Bohdan Šukhevyč, figlio di Roman Šukhevyč, leggendario leader dell’Upa che morì nel 1950 combattendo i sovietici.
Partito social-nazionale e poi Svoboda
Il partito fu fondato nell’ottobre del 1991 a L’viv’con il nome di Partito social-nazionale d’Ucraina (Snpu), come unione dei militanti dell’Organizzazione dei veterani dell’Afghanistan, del gruppo giovanile nazionalista Spadščyna (Eredità) guidato da Andrij Parubij (destinato a diventare segretario del Consiglio di sicurezza dell’Ucraina e presidente del Parlamento dal 2016 al 2019), dell’Unione studentesca presieduta da Oleh Tjahnybok (poi tra i leader di Jevromajdan e in seguito parlamentare) e del gruppo paramilitare Varta Rukhu comandato da Jurij Kryvoručko (in seguito parlamentare e presidente del Forum ucraino delle organizzazioni giovanili) e Jaroslav Andruškiv, che divenne anche il leader del neonato partito. Come molti altri partiti e movimenti, anche l’Snpu aveva una propria «ala militare» nel gruppo Patrioti dell’Ucraina, che fu sciolto nel 2004 quando il partito, accusato di inclinazioni neonaziste, decise di darsi una nuova immagine ribattezzandosi Svoboda (Libertà) e scegliendo come nuovo leader Tjahnybok.
Azov
Le origini del movimento ultranazionalista e neonazista Azov, forse il più influente della scena ucraina, vanno rintracciate tra i reduci della filiale di Kharkiv dei Patrioti dell’Ucraina (sciolta nel 2004 quando l’Snpu decise di ribattezzarsi Svoboda). Il loro leader era Andrij Bilec’kyj (rampollo di un’antica famiglia cosacca per parte di padre e di una famiglia nobile per parte di madre; più avanti sarà anche parlamentare), che nel 2011 venne ferito con due colpi d’arma da fuoco e in seguito, con altri compagni, finì in carcere con accuse per rapina, furto e aggressione, forse politicamente motivate. Tutti furono liberati dopo la caduta del presidente Viktor Janukovyč a seguito di Jevromajdan del 2014.
Guardia nazionale
Nella primavera dello stesso 2014 Bilec’kyj organizzò le prime piccole unità paramilitari che s’impegnarono in scontri con i separatisti filorussi nel Donbas e nella regione di Kharkiv. Pochi mesi dopo tali gruppi armati di volontari furono organizzati in un battaglione più o meno regolare sotto l’egida del ministero dell’Interno e, dopo aver combattuto con efficacia a Mariupol, inquadrate in una vera unità militare della Guardia nazionale, diventata una delle più agguerrite dell’intero esercito ucraino. Dal battaglione germogliarono poi i Corpi civili Azov e infine, nel 2016, il partito Patrioti ucraini, ribattezzato subito dopo Corpi nazionali.
Fiamma e Zelensky
L’Azov è una galassia destrorsa a sé stante, che comprende anche un club culturale (Plomin, Fiamma), un movimento cosacco (Kozac’kyy Dim, Casa cosacca), circoli giovanili, un corpo del genio, l’Intermarium Support Group e altre varie organizzazioni. Un’autonomia custodita con attenzione, tanto che il primo vero tentativo di cooperare con altri movimenti e partiti dello stesso orientamento è arrivato per l’Azov solo con le elezioni parlamentari anticipate del 2019, quelle convocate dall’appena eletto presidente Zelens’kyj, in un raggruppamento guidato dall’organizzazione di Svoboda: i risultati sono stati deludenti.
Centuria
Nel 2020 i veterani dell’Azov, insieme con attivisti dei movimenti studenteschi della destra, hanno generato un’altra organizzazione paramilitare, Centuria, che si definisce «un gruppo di guerrieri della Luce e dell’Ordine che combatte il nemico interno». Dalla fondazione all’invasione russa, e nel pieno rispetto dei suoi slogan, Centuria si è soprattutto segnalata per manifestazioni pubbliche contro organizzazioni o persone filorusse (o considerate tali) o a favore di militanti nazionalisti finiti sotto accusa: tipico caso, le proteste per l’arresto di 16 «camerati» che avevano attaccato un autobus carico di ragazzi del movimento giovanile del partito Per la vita.
Pravyj Sektor, Settore destro
Pravyj Sektor (Settore destro) nacque verso la fine del 2013, nel clima già infuocato delle proteste contro il presidente Viktor Janukovyič, come coordinamento dei militanti di diversi gruppi della destra radicale più o meno ispirati dall’esempio dell’Upa di Stepan Bandera (vedi la voce Una-Unso). Non a caso il suo leader, Dmytro Jaroš (che verrà ferito in battaglia presso l’aeroporto di Donec’k nel 2015, diventerà parlamentare e infine consigliere di Valerij Zalužnyj, comandante in capo delle Forze armate ucraine) era noto per aver addestrato al combattimento piccoli gruppi di nazionalisti ucraini anche prima della fine dell’Urss. Pravyj Sektor fu il gruppo più temibile e organizzato durante Jevromajdan, autore di numerosi scontri violenti con la polizia.
Pravyj Sektor e malavita organizzata
Nello stesso periodo non mancarono episodi che rivelavano anche le connessioni del movimento con la malavita organizzata: nel marzo del 2014 Oleksandr Muzyčko, un pregiudicato responsabile di Pravyj Sektor per l’Ucraina occidentale, fu ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia a Rivne. Nel 2015 a Mukačevo i militanti di Pravyj Sektor ingaggiarono una sparatoria con i membri di un’organizzazione criminale locale. Con lo scoppio della guerra nel Donbas, per combattere i separatisti Jaroš formò il Corpo dei volontari ucraini, che però non ha mai raccolto più di qualche centinaio di uomini e donne. Nel 2015, dopo essere stato ferito, Jaroš lasciò movimento e partito per fondare una propria organizzazione chiamata Iniziativa statale di Dmytro Jaroš.
Bratstvo (Fratellanza)
Dopo essere stato tra i fondatori e i leader dell’Una-Unso (vedi voce), Dmytro Korčyns’kyj nel 1997 lasciò l’organizzazione e nel 1999 varò un proprio gruppo chiamato Bratstvo, da lui stesso definito «Ḥizbullāh cristiano». Fu uno dei pochi movimenti della destra estrema a non sostenere la candidatura di Viktor Juščenko. Nel 2013-2014 Bratstvo fu uno dei movimenti più attivi in Jevromajdan, sempre in prima linea negli scontri più accesi. Nelle elezioni seguite ai rivolgimenti del 2014, la moglie di Korčyns’kyj, Oksana, fu eletta al parlamento.
26/07/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da Remocontro