Politica estera EUROPA
Migranti, la Corte europea dice no alle le procedure accelerate di frontiera, concordate da Meloni-Rama per conto di Italia-Albania che prevede/prevedeva per i migranti soccorsi nel Mediterraneo da navi militari italiane fossero applicate appunto le ‘procedure accelerate di frontiera’, compresa la cauzione da 5.000 euro.
Inciampo giuridico di Capi di governo
Le trovate politiche e le regole. Direttive europee firmare e vincolati anche per l’Italia che litigano con le trovate trans-adriatiche tra i due governi. Con i giudici delle sezioni immigrazione dei tribunali italiani che hanno bisogno della Corte di giustizia europea per avere l’ultima parola sulla legittimità delle ‘procedure accelerate di frontiera’. Per il momento, primo effetto della decisione di Strasburgo, potrebbe essere quello del differimento a tempo indeterminato del progetto Albania.
Questione umanitaria e giuridica assieme
Il Viminale, dopo che la Cassazione aveva rimandato la questione ai giudici di Strasburgo, aveva chiesto l’esame urgente del ricorso. Ma la Corte europea ha detto no. E per il verdetto potrebbero essere necessari anche diversi mesi. Sicuramente non in tempo per l’ormai imminente ‘stagioni degli sbarchi’ che ci attende.
O paghi (e poi scappi) o finisci nei ‘centri di accoglienza’
La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, sulle «norme all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale», firmata anche dall’Italia e quindi vincolante. Il protocollo siglato da Giorgia Meloni ed Edi Rama prevede infatti che ai migranti soccorsi nel Mediterraneo da navi militari italiane vengano applicate proprio le procedure accelerate di frontiera, compresa la contestata cauzione da 5.000 euro per attendere il verdetto sulla richiesta di asilo in libertà piuttosto che detenuto nei centri albanesi. Ed è la modalità di quella tassa fissa che distingue tra disperati il passo falso nell’accordo.
Intanto l’accordo zoppo, in Italia è divenuto legge
«Legge n. 14 del 21 febbraio 2024 recante la ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023».
Qualche problema in Albania dove il parlamento litiga
«Il Parlamento albanese ha votato per la ratifica del controverso accordo con l’Italia per il trattamento delle domande dei richiedenti asilo in Italia in una località lungo le coste del nord dell’Albania», recitava la cronaca da Tirana. L’accordo –versione albanese-, prevede che circa 3.000 migranti vengano trattati mensilmente in centri strettamente sorvegliati dalle autorità italiane e albanesi. «Dopo il risultato, Rama ha dichiarato che questo accordo dimostra come l’Albania si stia comportando già da Stato dell’UE, che l’Italia -lo scambio di favori- sposotizzerà a Bruxelles.
Le opposizioni a Tirana
L’accordo non è piaciuto alla società civile e all’opposizione, che hanno criticato la mancanza di trasparenza del piano, aggiungendo che non ci sono state consultazioni con la popolazione, l’opposizione o chiunque altro prima della firma.
«Il governo ha comunque assicurato all’opinione pubblica che i centri saranno ben perimetrati e che il Paese, uno dei più poveri d’Europa, non sarà responsabile di migliaia di immigrati o richiedenti asilo». Tutto a carico dell’Italia. La realizzazione dei due centri, salvo arrivo reali di migranti.
15/03/2024
da Remocontro