Il governo Meloni fa il gioco delle tre carte e scompaiono i piani (e i soldi) per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico
26 luglio, tarda sera. Lancio di agenzia. Giorgia Meloni annuncia «l’obiettivo di medio termine che il Governo si dà è quello di superare la logica degli interventi frammentati varando un grande piano di prevenzione idrogeologico». «Non abbiamo tutti i mezzi necessari – diceva Meloni -. Nei mesi scorsi il Governo ha già incrementato le assunzioni tra chi è chiamato a soccorrere e sin dalla prossima legge di bilancio intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli ed aerei. Ma i continui disastri a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi – ha sottolineato – dimostrano che le emergenze saranno sempre più presenti e questo significa che dobbiamo certo lavorare transizione ecologica, ma che dobbiamo anche fare quello che non si è avuto il coraggio di fare nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio». Dicevano i bene informati che il Piano potrebbe vedere la luce nella prima metà del 2024 e ci stanno già lavorando i tecnici della cabina di regia sul dissesto.
27 luglio, pomeriggio. Il ministro Raffaele Fitto ha presentato in conferenza stampa il piano di modifica del Piano di ripresa e resilienza. La decisione principale presa dalla cabina di regia è stata quella di eliminare alcuni progetti dal Pnrr. Tra le iniziative cancellate ci sono le «misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico», per un valore pari a 1 miliardo 287 milioni e 100mila euro non sarà più ricompreso nel Pnrr. Oltre a questo, è stato eliminata la misura denominata «interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica», per la quale erano stati previsti 6 miliardi di euro.
Non si tratta di un cortocircuito. Ciò che ha annunciato il ministro Fitto in conferenza stampa è stato ovviamente condiviso con la presidente del Consiglio. Mentre Giorgia Meloni annunciava un «grande piano» in tasca aveva già la cancellazione dell’altro piano dal Pnrr. Non è malafede. È ipocrisia calcolata prevedendo che si possa governarne l’effetto. Un governo che pronuncia una promessa che sa di avere già tradita. Siamo qui.
28/07/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da Left