Se l’Ucraina usa i missili a lungo raggio occidentali per colpire in territorio russo, allora “i Paesi Nato sono in guerra con la Russia“.
È l’avvertimento che il presidente Vladimir Putin affida a un’intervista televisiva ripresa dal canale Telegram del Cremlino. In questo caso, le tempistiche sono quasi più importanti delle parole. Perché Putin le pronuncia proprio all’indomani della visita del segretario di Stato americano, Antony Blinken, a Kiev. Un viaggio durante il quale – stando alle ricostruzioni dei media americani e britannici – è stato elaborato un piano per rompere anche l’ultimo argine: permettere all’Ucraina di usare le armi occidentali (in questo caso di Usa e Gran Bretagna) per colpire in profondità nel territorio russo. Uno scenario di fronte al quale, avverte ancora Putin, Mosca prenderà le “decisioni appropriate“.
Il presidente russo parla mentre il suo esercito sta portando avanti una controffensiva nella regione di Kursk, teatro a inizio agosto di un’incursione delle forze di Kiev. Lo stesso Volodymyr Zelensky ha ammesso che Mosca sta tentando di riprendere il controllo di molti suoi territori nella regione. E di cacciare l’esercito rivale. Anche per questo, Zelensky continua il suo pressing per ottenere il via libera all’uso delle armi occidentali anche in territorio russo. Un lavoro che starebbe per arrivare al dunque. In questo contesto maturano le parole di Putin. Che è molto chiaro: se Paesi occidentali daranno a Kiev l’autorizzazione ad usare i missili a lungo raggio contro il territorio russo, “ciò significherà che i Paesi Nato, gli Usa e i Paesi europei, sono in guerra con la Russia”, afferma. “In questo caso – prosegue – tenendo conto del cambiamento della stessa essenza di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate sulla base delle minacce che ci verranno rivolte”. Un chiaro avvertimento.
Non è la prima volta che Putin esterna concetti simili. Perché allora ribadire ora queste parole? Secondo Politico, la Casa Bianca sta finalizzando un piano per allentare alcune restrizioni nell’uso della armi statunitensi per consentire a Kiev di proteggersi meglio dagli attacchi missilistici russi. Della questione si sta occupando un gruppo ristretto di funzionari della Casa Bianca. I dettagli del piano devono ancora essere definiti, ma negli ultimi giorni funzionari a Washington, Londra e Kiev hanno discusso dell’ampliamento dell’area del territorio russo che l’Ucraina potrebbe colpire con le armi fornite da Usa e Regno Unito. Di più. Secondo il Guardian, il governo britannico ha già deciso di sollevare le restrizioni sull’uso dei missili Storm Shadow da parte dell’Ucraina anche contro obiettivi in territorio russo anche se la decisione non sarà annunciata domani, quando il premier Keir Starmer incontrerà Joe Biden a Washington.
Martedì a Londra sempre Blinken aveva confermato l’invio alla Russia, da parte dell’Iran, di missili balistici che entro settimane saranno usati contro l’Ucraina. Da qui la decisione di Washington di estendere la porzione di territorio in Russia che l’Ucraina può colpire con armi fornite dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, vale a dire i missili a lungo raggio franco britannici con componenti americane Storm Shadow. Devono ancora essere definiti i dettagli del piano: negli ultimi giorni ne stanno parlando insieme non solo funzionari americani ma anche britannici e ucraini. Il sollevamento dei caveat (le limitazioni) avverrà nel giro di “giorni”, scrive la Bbc, citando “forti indicazioni” in questo senso.
La questione sarà affrontata da Joe Biden e Keir Starmer nel loro incontro alla Casa Bianca di domani, venerdì 13 settembre. Il nuovo round di colloqui è iniziato dopo la visita a Washington del ministro della difesa ucraino Rustem Umerov, lo scorso 30 agosto. In quella occasione, aveva presentato una serie di obiettivi di alto valore in Russia che potrebbero essere colpiti se gli americani sollevassero le restrizioni. L’amministrazione ucraina e Zelensky sono impegnati anche a sciogliere le resistenze di alcuni alleati, fra cui la Germania. C’è stato un significativo cambio di toni nei colloqui sul dossier dall’inizio dell’estate, sottolinea Politico. È stato Putin a provocare una escalation acquisendo i missili balistici iraniani, è stato il messaggio che ha mandato ieri a Kiev Blinken, dopo l’incontro con Zelensky. “Sin dal primo giorno abbiamo corretto e adattato i nostri aiuti a Kiev, mano a mano che cambiavano le esigenze sul campo di battaglia. Continueremo a farlo mano a mano che questo conflitto evolve“, ha affermato Blinken, precisando che una escalation “è certamente uno dei fattori che consideriamo, anche se non l’unico”. Oggi Putin ha confermato il rischio di una escalation.
12/09/202024
da Il Fatto Quotidiano