A Mosca, conferenza stampa di fine anno: «vittoria russa in Ucraina più vicina che mai. Russia, aperta a parlare con chiunque». Zelensky al Consiglio d’Europa: «L’Europa non basta. L’unica garanzia è la Nato». Il Pentagono, ammette di non sapere dove parte delle armi e munizioni finissero. Si stima che circa un quarto degli ‘articoli ‘forniti a Kiev tra febbraio 2022 e dicembre 2023 non sia stato ‘correttamente inventariato’, e a febbraio 2023 il 24% delle armi non era stato ‘tracciato’ in modo adeguato. «Questo creava un rischio significativo di perdita o furto delle armi»
Putin si celebra, ‘vittoria vicina’, ma parla di economia
Putin nel tradizionale lunghissimo discorso di fine anno, concentrato più a rassicurare i propri cittadini che a galvanizzare un eventuale spirito patriottico nonostante l’annuncio della «vittoria ormai imminente». A trainare il discorso sono in particolare le questioni economiche, come rileva Francesco Brusa sul manifesto. «Condizioni stabili e positive» nonostante l’inflazione in crescita. E l’isolamento nei confronti dell’occidente causato dalle sanzioni, diventa un bene che ha spinto le aziende e i diversi settori dell’industria a migliorare e a innovarsi. «Keynesismo militare»: il balzo in avanti della spesa per la difesa (che dovrebbe arrivare a oltre il 6% del Pil) a trainare il resto, gonfiando i salari e favorendo l’occupazione (indici in cui la Russia ha effettivamente avuto ricadute positive grazie alla guerra). Vittoria più vicina che mai (esercito che si appresta a riconquistare anche il territorio occupato delle truppe di Kiev nella regione russa di Kursk. E anche i negoziati sono sul piatto e la Russia, secondo Putin, è «aperta a parlare con chiunque».
Zelensky: «L’Europa non basta. L’unica garanzia è la Nato»
Dopo la resa del presidente ucraino su Crimea e Donbass, «territori di fatto controllati dai russi» non più riconquistabili, gli alleati di Kiev sono costretti a confrontarsi con le prospettive future del dopoguerra. Un’accelerazione prima impensabile, giocata più dal presiedente ucraino che dalla Nato e dai governi Ue, proiettate sul sostegno bellico e non ancora sulla tregua. Primo Consiglio europeo presieduto dal portoghese Antonio Costa tutto rivolto all’indietro. «La Russia non deve prevalere», si legge nel documento finale del summit, e ribadisce il sostegno alla «indipendenza, sovranità e integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale». Di sicuro per l’Ue le armi rimangono priorità rispetto alla trattativa, sottolinea Andrea Valdambrini. Atto realistico di verità finale da Un Zekensky che cerca di salvare il salvabile: «Le garanzie di sicurezza europee non saranno sufficienti per l’Ucraina». E spiega: «Per noi la vera garanzia, ora o nel futuro, è la Nato, che dipende dalle decisioni europee e americane». Americane di Trump, soprattutto.
L’America ora scopre i suoi errori e le ruberie altrui
Un documento ufficiale del Pentagono, recentemente ottenuto con il Freedom of Information Act (FOIA) –sul diritto di accedere a determinate informazioni detenute dal governo federale – rivela che la Difesa era perfettamente consapevole, sin dall’inizio, delle gravi difficoltà logistiche legate all’invio di armi e munizioni per sostenere la tanto decantata controffensiva ucraina del 2023. In America il giornalista Michael Tracey, che lo ha pubblicato su Substack, in Itali Roberto Vivaldelli su InsideOver. Il rapporto rivela che queste carenze hanno comportato un costo aggiuntivo di 1,6 milioni di dollari per il governo statunitense. Spreco che si somma all’enorme investimento già destinato alla spedizione di munizioni e armamenti verso l’Ucraina. Il resto è storia. La controffensiva ucraina del 2023, annunciata con grande enfasi dalla grande stampa e dai governi occidentali come un punto di svolta nel conflitto con la Russia, non ha prodotto i risultati sperati. Lungi dal raggiungere i suoi obiettivi, l’iniziativa si è scontrata con linee difensive russe ben consolidate, mentre i problemi logistici degli alleati occidentali hanno ulteriormente complicato la situazione sul campo di battaglia.
L’informazione trombettiera e ‘rischio di furto delle armi’
Nei mesi precedenti alla controffensiva, i media occidentali e diversi esperti di politica estera hanno dipinto un quadro estremamente ottimistico. Analisti e commentatori televisivi (anche in Italia) descrivevano una Ucraina pronta a infliggere gravi perdite alle forze russe, con alcuni che arrivavano a suggerire che l’offensiva avrebbe potuto portare alla riconquista della Crimea. Alcuni ipotizzavano addirittura che gli ucraini sarebbero arrivati a Mosca. «Il Pentagono era consapevole delle sfide logistiche che stavano già ostacolando il supporto militare a Kiev. Ma il vento della propaganda soffiava in direzione opposta a quella che era la realtà sul campo di battaglia».
Più riservatamente sempre il Pentagono ammetteva di non avere una piena coscienza sulle condizioni e sull’utilizzo delle attrezzature inviate. Non sapeva nemmeno dove parte delle armi e munizioni finissero. Si stima che circa un quarto degli articoli forniti a Kiev tra febbraio 2022 e dicembre 2023 non sia stato correttamente inventariato, e a febbraio 2023 il 24% delle armi non era stato tracciato in modo adeguato. «Questo creava un rischio significativo di perdita o furto delle armi», secondo il rapporto. Rivelazioni che sollevano non pochi interrogativi sulla gestione della guerra in Ucraina e sulla differenza abissale da ciò che si affermava pubblicamente e da quella che era la dura e cruda verità del campo di battaglia.
20/12/2024
da Remocontro