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Quel profumo di 1928 nelle tentazioni elettorali della destra

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Politica italiana 

25/11/2025

da Left

di Giulio Cavalli

L’ossessione della presidente del Consiglio e dei suoi sgherri è non far vincere gli altri

Si stavano contando ancora le schede delle elezioni regionali e dalle parti di Fratelli d’Italia erano già al passo successivo. «Occorre cambiare la legge elettorale», bisbigliavano in via della Scrofa. Qualcuno potrebbe benevolmente pensare che la presidente del Consiglio abbia a cuore i dati sempre più drammatici dell’astensione. In effetti la disaffezione è un problema di credibilità politica del Paese, quindi sarebbe responsabilità (anche) della leader di governo.

Niente di tutto questo, figuriamoci. Il senso di quell’arrabattarsi lo scioglie spudoratamente il capo organizzativo di FdI Giovanni Donzelli: «Se si votasse oggi non ci sarebbe la stessa stabilità che abbiamo ora. Noi crediamo che sarebbe utile averla. È una riflessione che facciamo», dice ai giornalisti. I numeri parlano: i risultati senza sorprese in Campania e in Puglia indicano che, con l’attuale sistema elettorale, il Rosatellum, alle prossime elezioni politiche i collegi uninominali andrebbero tutti al centrosinistra.

E quindi? Dovrebbe essere il normale risultato dei numeri, della democrazia. Chi ha più voti più elegge. Ma l’ossessione della presidente del Consiglio e dei suoi sgherri è non far vincere gli altri. Il sogno, forse, sarebbe quello di renderli inoffensivi come fece quell’altro con la legge Acerbo. Magari, perché no, una bella lista nazionale compilata dal Gran Consiglio. Una bella elezione con profumo di 1928.

«È una questione di stabilità politica», ripetono i meloniani. Anche questa l’abbiamo già sentita

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