ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

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QUESTA VOLTA NON CI SIAMO PRESIDENTE!

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Quello di poco fa non è certo stato uno dei migliori discorsi di capodanno di Mattarella, che ne ha condotti più di tutti.

Nulla che non fosse anticipato dai mass media questa mattina. Nulla che non avesse già detto in diverse occasioni. Ma questo volta è stato ridetto in modo più edulcorato, patinato, senza neppure il tentativo di scuotere le coscienze. E con alcuni vuoti clamorosi, come l'assenza del tema drammatico dei migranti.

Ha ricordato Gaza, il massacro dei bambini, sì, avvitandosi poi attorno al concetto di scivoloso "pace giusta" - pur senza nominarla in questi termini - riguardo alla guerra russo-ucraina.

Ha denunciato la sproporzione tra le spese militari rispetto agli impegni assunti a Baku contro l'alterazione del clima. Ma ha affermato che è la guerra che ci costringe a quell'incremento di spesa riferendosi al nostro paese - quando è proprio la produzione di armamenti che contribuisce ad alimentare le guerre nel mondo.

Ha fatto riferimento alle condizioni dei lavoratori, circoscrivendo però le basse retribuzioni ad alcune zone del paese, quando sappiamo che è un problema generale e specifico del nostro paese.

Ha evitato di fare alcun cenno a tematiche come l'unità del paese a fronte del disegno di autonomia differenziata del governo - in altre occasioni era stato assai più efficace 

Ha glissato sull'attacco alla magistratura, benché abbia lodato il ruolo di altre componenti delle istituzioni italiane, le forze armate naturalmente.

Non ha fatto cenno allo svuotamento delle funzioni del parlamento di fronte alla valanga di decreti legge governativi, cosa, anche questa, detta nel passato. So bene che in un quarto d'ora non si può dire tutto.

Ma nessuno gli impediva di parlare qualche minuto in più. E in ogni caso conta la scelta dei temi e l'accento che si vuole porre sulle singole questioni.

Eppure la democrazia italiana è peggio che in sofferenza - come dimostrato anche da sondaggi tra la popolazione comparsi proprio stamane - ed è messa in serio pericolo da un disegno autoritario di concentrazione del potere e di stravolgimento dell'impianto istituzionale e costituzionale, che tra l'altro avrebbe come una delle prime vittime proprio l'istituzione e la figura del presidente della Repubblica.

01/01/2025

Alfonso Gianni

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