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Rafah chiusa agli aiuti. Israele minaccia di riprendere i raid

Rafah chiusa agli aiuti. Israele minaccia di riprendere i raid

Politica estera

16/10/2025

da Il Manifesto

Eliana Riva   Storica, esperta di Paesi Islamici, documentarista

Terra rimossa. Netanyahu usa i corpi degli ostaggi. Hamas: servono mezzi per trovarli tra le rovine di Gaza

Dopo la consegna degli ostaggi israeliani in vita e di parte dei corpi di quelli uccisi, Washington e Tel Aviv tornano a minacciare Hamas. Inferno e distruzione totale spetterebbero al gruppo palestinese se dovesse rifiutare il disarmo completo. La «prima fase» del piano Trump non è ancora conclusa ma tutte le questioni più delicate, rinviate alla «fase due», stanno già venendo a galla. Israele ha smentito la notizia riportata dal quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui sarebbero già cominciati i colloqui sullo stato definitivo.

DOPO DUE ANNI di feroci bombardamenti, occupazione, distruzione e annientamento, Hamas non è stata distrutta. Anzi, prosegue saldamente a controllare Gaza. Lo sta dimostrando in questi giorni: le strutture amministrative reggono e continuano a operare, mentre i combattenti smantellano con esecuzioni e arresti l’esercito di mercenari costruito da Israele. L’inferno già scatenato sulla popolazione civile di Gaza, affamata, sfollata e massacrata, non è bastato ad annientare Hamas né è servito a riportare a casa gli ostaggi israeliani, obiettivo raggiunto attraverso gli accordi negoziati. Eppure, il ritorno alla violenza è una strada che Israele si riserva, presto, di ripercorrere.

Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che si è opposto al cessate il fuoco, ieri ha dichiarato che l’unico modo per affrontare Hamas è «cancellarlo dalla faccia della terra». Durante un incontro alla Casa bianca, il presidente Usa Donald Trump ha annunciato di aver comunicato al gruppo palestinese che dovrà consegnare gli equipaggiamenti militari e che «se non si disarmano, li disarmeremo. E accadrà rapidamente e forse violentemente». Gli ha fatto eco Netanyahu, che in un’intervista alla Cbs News ha detto che Hamas «deve rinunciare alle sue armi o si scatenerà l’inferno». Si è unito al coro il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, il quale è tornato a promettere in pubblica piazza che Israele colonizzerà Gaza, ammettendo dunque che l’impegno del ritiro totale dalla Striscia non sarà rispettato.

HAMAS HA CONSEGNATO altri quattro corpi di ostaggi. Tre sono stati identificati ma, secondo Tel Aviv, uno apparterrebbe a un palestinese morto a Gaza. Mentre scriviamo, Israele si sta preparando a ricevere i resti di altre due persone. Hamas ha detto di aver rilasciato tutti i corpi che è riuscita a trovare. Nonostante gli annunci della televisione pubblica israeliana, il valico di Rafah continua a rimanere chiuso. Secondo gli accordi, i beni umanitari dovrebbero entrare attraverso tutti i passaggi.

Funzionari egiziani hanno dichiarato che Tel Aviv ne consentirà oggi l’apertura dal lato di Gaza. I camion si starebbero già avvicinando all’ingresso. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) si è detta disposta a controllare il valico ma è improbabile che il governo Netanyahu accetti un coinvolgimento di Abu Mazen. E che lo facciano gli Stati uniti prima del fumoso piano di profonde «riforme» a cui l’Anp dovrebbe sottoporsi.

PIÙ PROBABILE che venga ripristinato il ruolo dell’Eubam, la missione europea di assistenza alle frontiere dispiegata anche in occasione dell’ultimo cessate il fuoco. La Commissione europea ha fatto sapere che la missione è in attesa e si attiverà appena le condizioni lo permetteranno.

Da Kerem Shalom e altri attraversamenti, qualcosa sta entrando, dopo le attese per le ispezioni israeliane. Ma non è assolutamente abbastanza. L’Organizzazione mondiale della sanità è tornata a lanciare l’allarme per il deterioramento delle condizioni cliniche dei 15.600 pazienti, di cui 3.800 bambini, che necessitano di evacuazioni mediche urgenti. La lista potrebbe allungarsi con l’arrivo dei prigionieri palestinesi liberati a Gaza. Alcuni di loro sono stati consegnati in condizioni estreme. Come Mahmoud Abu Fool, di 28 anni, che aveva già perso una gamba nel 2015, in seguito a un bombardamento israeliano. L’anno scorso l’esercito di Tel Aviv lo ha rapito dall’ospedale Kamal Adwan. Ha raccontato di essere stato sottoposto a pesanti torture, con l’utilizzo di scosse elettriche, e di essere finito in coma. Quando si è svegliato, ha scoperto di aver perso la vista a entrambi gli occhi. Spera di poter essere curato all’estero e di tornare a vedere.

ISRAELE HA INTANTO riconsegnato in due fasi 90 corpi palestinesi trafugati nella Striscia. I medici dell’ospedale Nasser di Khan Younis hanno raccontato alla Cnn di aver trovato i cadaveri con mani e gambe legati, alcuni ancora con una benda sugli occhi. I corpi sono stati conservati per mesi nelle celle frigorifere israeliane ma l’autopsia è riuscita a rilevare ferite da arma da fuoco e schiacciamenti causati dai carri armati. Non si sa dove si trovassero quando l’esercito li ha portati via né si conoscono i loro nomi. Sui corpi gli israeliani hanno scritto solo un numero.

Il Centro palestinese per le persone scomparse e le sparizioni forzate ha chiesto a Tel Aviv di fornire tutte le informazioni disponibili, compresi nomi e circostanze della morte. Non si sa neanche se siano stati uccisi a Gaza o mentre si trovavano nei centri di detenzione israeliani. Secondo gli accordi, Tel Aviv dovrà consegnare in tutto 360 cadaveri. Anche ieri Israele ha violato il cessate il fuoco, uccidendo due palestinesi a Gaza City e un terzo a Khan Younis. 15 persone sono state sequestrate dai militari nel sud della Striscia.

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