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Reddito di cittadinanza, il colpo di spugna del governo Meloni a Napoli produce un disastro

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Migliaia di persone, dopo aver ricevuto l'sms dall'Inps di revoca della misura, si precipitano negli uffici comunali per sapere come potranno sopravvivere. Il racconto in prima persona del presidente di un municipio della periferia partenopea, quella più a rischio

Da ieri, 25 agosto, circa 33mila nuclei familiari riceveranno dall’Inps la comunicazione per sms o via mail sullo stop del reddito di cittadinanza, dopo aver percepito la settima rata di agosto. A fine del 2023 saranno in totale circa 230mila le famiglie coinvolte nello stop alla misura. Dall’1 settembre coloro che rimarranno senza Rdc potranno iscriversi sul sito dell’Inps per usufruire del programma Supporto formazione lavoro. Sulle conseguenze del taglio al reddito di cittadinanza pubblichiamo il racconto in prima persona del presidente della Municipalità 8 del Comune di Napoli

Il governo Meloni ha deciso, con un colpo di spugna, di cancellare la misura del Reddito di cittadinanza, prestazione nata come misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà che ha permesso a migliaia di nuclei familiari di poter sopravvivere in un Paese che, dal punto di vista degli avanzamenti dei diritti e delle politiche del lavoro, si dimostra fanalino di coda d’Europa; proprio durante la pandemia il Rdc si è dimostrata una misura essenziale che ha permesso a migliaia di cittadini di sopravvivere.
Ma cosa ha significato questa misura anche in merito alla lotta allo sfruttamento e alla capacità di livellare, al rialzo, le storture di un mondo del lavoro, come quello italiano che, da anni, oramai subisce una frammentazione? L’Italia è l’unico Paese europeo i cui salari sono diminuiti del -2,9 dal 1990 (dato Ocse). Il Rdc ha permesso a moltissime persone di poter sopravvivere, ed è proprio per questo che esso acquisisce senso in una dimensione complementare con una norma sul salario minimo, per ridare respiro a un mondo del lavoro che ha prodotto una massa di poveri e sottopagati alla mercé del “peggior” offerente.

Le porte del mio ufficio di Presidenza presso l’VIII Municipio del Comune di Napoli sono sempre aperte ai cittadini. Moltissimi i percettori che in questi giorni attraversano l’uscio dell’ufficio, ai quali ovviamente va tutta la mia solidarietà; qualche giorno fa una donna, sola, 56 anni, le mani consumate per aver pulito centinaia di scale, si è rivolta a me disperata, la sua faccia era quella della povertà più dignitosa. Non rientra più nel beneficio, malgrado oramai sia considerata per il mondo del lavoro inadatta alle mansioni più pesanti e meno retribuite, le uniche che le sono state proposte ovviamente al nero, per pochissimi euro l’ora. Questa donna non si è mai sottratta al lavoro, quello vero, quello che noi qui chiamiamo “fatica”. Il Rdc rappresentava per lei un modo per poter pagare l’affitto, fare la spesa, comprare qualche medicina per i numerosi acciacchi che la colpiscono a causa degli anni passati china. La perdita di questo diritto la metterà di nuovo sul baratro, di fronte alla miseria, di fronte al vuoto e alla solitudine del suo monolocale il cui fitto non saprà più come sostenere. Il Rdc era anche questo, un supporto direzionato al diritto all’abitare, ad avere un tetto sulla testa.

Una storia esemplificativa di tante altre storie, 21.500 per la precisione. È questo il numero delle persone che si sono viste revocare la misura con un colpo di spugna. Sono storie che ci conducono nel corpo vivo di una classe sventrata e nella manomissione del gioco degli specchi. La post-modernità fa in modo che ciascun essere umano non riveda sé stesso nella figura dell’altro riflessa dello specchio sociale.
Ma oltre ai percettori “diretti” del Rdc, pensiamo anche ai percettori “indiretti” di questa misura; i quartieri che governo, Chiaiano, Marianella, Piscinola e Scampia sono in un’area periferica a Nord di Napoli. Da diversi anni abbiamo visto spuntare come funghi piccoli esercizi commerciali di generi di prima necessità che sono sopravvissuti al Covid e alla concorrenza degli esercizi della grande distribuzione. Tutto ciò grazie alla carta gialla. Un rientro di Iva per lo Stato e un supporto alla sopravvivenza dei commercianti di quartiere.
L’Istituzione municipale è una istituzione di prossimità e quindi di vicinanza con chi in questo momento sta vivendo un tempo atroce. È evidente che siamo agli inizi di un ciclo di lotte per il reddito inteso come condizione imprescindibile per la dignità umana, ma queste lotte si determineranno come delle vertenze di vicinanza che si collocano su un piano di ricomposizione di ciò che altri stanno provando a mandare in frantumi.

L’autore: Nicola Nardella, avvocato, è presidente Municipalità 8 del Comune di Napoli

26/08/2023

da Left

di Nicola Nardella