11/09/2025
Comitato Sanità Toscana
In tutte le Province della Toscana saranno organizzate manifestazioni per chiedere la modifica della legge 84/2015 inerente l’organizzazione del servizio sanitario regionale.In tale occasione sarà possibile raccogliere le firme per il Referendum Consultivo.
I cittadini toscani saranno chiamati a rispondere alla seguente domanda:
“Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale incentrato in tre Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana n. 84/2015 (“Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005”), al fine di assicurare una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio, organizzandole su base provinciale?”
Perché un referendum sulla sanità dopo 10 anni?
La riforma del 2015, introdotta con la legge 84/2015, ha ridisegnato il sistema sanitario toscano accorpando le 12 Aziende Sanitarie Locali in tre grandi ASL di area vasta. Questa riorganizzazione ha portato più problemi che benefici:
Mancato risparmio economico: esperienze nazionali e internazionali dimostrano che le macrofusioni organizzative in sanità, nella maggior parte dei casi, aumentano i costi anziché ridurli.
Peggioramento della qualità dei servizi: la centralizzazione ha aumentato la complessità organizzativa, riducendo il controllo sui servizi e la partecipazione democratica delle comunità locali.
Disagi per i cittadini: la riforma ha allungato i tempi di attesa, reso più difficile l’accesso ai servizi sanitari e aumentato la mobilità sanitaria verso altre regioni.
I risultati della riforma: cosa è accaduto in questi 10 anni?
A distanza di un decennio, è possibile analizzare gli effetti concreti della riorganizzazione sanitaria in Toscana.
Aumento della privatizzazione della sanità: molti cittadini sono costretti a rivolgersi al settore privato per ottenere cure in tempi ragionevoli.
Difficoltà di accesso ai servizi sanitari: circa 200.000 cittadini toscani (fonte ISTAT) hanno rinunciato alle cure per motivi economici.
Taglio di circa 1.000 posti letto negli ospedali pubblici della Toscana.
Liste d’attesa sempre più lunghe, con la chiusura di molte agende di prenotazione per carenza di offerta.
Perversa sponsorizzazione delle Polizze Assicurative sanitarie.
Depotenziamento degli ospedali di zona e delle aree disagiate.
Carenza di personale medico e infermieristico, aggravata dal blocco delle assunzioni e dal continuo esodo di professionisti.
Sovraffollamento nei Pronto Soccorso, con tempi di attesa sempre più lunghi e difficoltà nel reperire posti letto per i ricoveri.
Come se non bastasse, sono qui riportate le critiche e contestazioni della Corte dei Conti sulla gestione sanitaria in Toscana:
- Condanna del fenomeno delle "LISTE CHIUSE"
- Richiamo per mancate Prenotazioni al CUP
- Ritardi nell’adozione dei bilanci di esercizio e previsione.
- Crisi di liquidità e mancato rispetto dei tempi di pagamento dei fornitori.
- Carenza di trasparenza e difficoltà di coordinamento tra le aziende sanitarie.
La parola ai cittadini
Il referendum consultivo, CHE NON HA QUORUM, rappresenta un’occasione per esprimere la propria opinione e valutare se la riforma ha davvero portato benefici o se è necessario tornare a un modello più vicino alle esigenze del territorio.
Se saranno raccolte le 30.000 firme necessarie il Consiglio Regionale sarà obbligato a decidere in merito alla volontà popolare.
Domani presso tutti i presidi ospedalieri della Toscana si svolgerà il Firma day sui paesi dell'Amiata Grossetana davanti all'Ospedale di Castel del Piano