Keir Starmer laburista come Donald Trump che definirlo conservatore è poco? Da Londra un quadro politico a dir poco sorprendente, ci dice il Financial Times: «Martedì la Gran Bretagna ha rifiutato di aderire alle posizioni dell’Unione Europea che minacciava una guerra commerciale con gli Stati Uniti sui dazi sull’acciaio e ha seguito l’esempio di Washington, rifiutando di firmare un accordo sull’intelligenza artificiale».
La Manica più larga dell’Atlantico
La Gran Bretagna non è Europa e la Manica è più larga dell’Altlantico. Lord Peter Mandelson, nuovo ambasciatore britannico negli Stati Uniti, ha dichiarato che la Gran Bretagna deve cogliere «tutte le opportunità che si presentano a seguito della Brexit e guadagnarsi il suo vivere nel mondo, non essendo Europa». Un modo quasi regale di porgere il piattino per l’obolo sperato. La verità è che il premier britannico Starmer, il quale ha ereditato dai Tories un Paese con le finanze allo scasso, le sue «sensibilità politico ideologiche ha dovute metterle nel frigo. E va avanti alla giornata, con quello che passa il convento. Quindi: ferme restando l’ispirazione socialista del Labour, s’ingegna per andare d’accordo con Trump e per non subire i contraccolpi delle sue paturnie tariffarie.
Alleati privilegiati dell’America
Laburisti si, ma sempre alleati privilegiati dell’America, anche se il comandante in capo è un personaggio scomodo e imprevedibile come ‘The Donald’. Il Ministro del Commercio, Douglas Alexsander, ha spiegato perché la posizione di Londra ha ‘tradito’ quella dei partner europei. I britannici non vogliono replicare subito con rappresaglie tariffarie contro Trump, specie per quanto riguarda l’acciaio. Temono di essere esposti, poi, in altri settori del mercato. Per cui, si sono presi il loro tempo e, nell’attesa, sperano che l’Europa ‘scenda in guerra’ doganale con gli Stati Uniti. Così, alla fine, stringendo i denti e sopportando i dazi di Washington, potranno vantarsi e dire di essere l’alleato più affidabile. Passando all’incasso con qualche futura formula di agevolazione commerciale.
Al mercato dell’interesse nazionale
Insomma, nessuno fa niente per niente, anche se Starmer, in questo modo, diventa bersaglio concentrico di critiche. È questo il senso del pepato articolo scritto da Marina Hyde, una delle opinion leader del Guardian. Una presa di posizione che per certi versi condanna il farisaico approccio che, nelle segrete stanze delle Cancellerie europee, un po’ tutti stanno cercando di seguire: sforzarsi di prendere con le buone Trump, facendo finta di litigare. La Hyde accusa Starmer di «comportarsi come Trump, senza essere Trump», e perciò di essere poco credibile, specie quando si imbarca in decisioni controverse come la deportazione dei migranti (fatta filmare) o il via libera alla costruzione delle nuove centrali nucleari. Quest’ultima scelta è stata particolarmente controversa e ha suscitato un vespaio di polemiche, nel metodo e nel merito.
Regno Unito ‘riatomizzato’
Starmer è stato ferocemente attaccato, perché in conferenza-stampa ha ribadito la sua volontà di ‘riatomizzare’ il Regno Unito. Ma l’espressione che ha usato con i giornalisti («costruisci, baby, costruisci) ha immediatamente ricordato a tutti l’analoga sparata di Trump sui nuovi pozzi di petrolio da scavare («trivella, baby, trivella»).Questa analogia, che potremmo definire ‘ambienticida’, ha sollevato un putiferio e ha finito per far omologare molte delle azioni di Starmer a quelle del Presidente americano. Addirittura, commentando la crociata a favore dell’energia nucleare intrapresa dal nuovo governo laburista, Peter Walker e Matthew Taylor del Guardian, hanno scritto che Keir Starmer «ha così dato sfogo al suo lato Donald Trump».
E la crisi economica diventa politica
Il premier, di fronte al muro di critiche, non è arretrato di un passo e ha rilanciato dicendo che i reattori nucleari britannici «saranno costruiti in tempi brevi». «Per quanto ambizioso – rivela il Guardian – il progetto incontra ostacoli, tra cui una probabile opposizione locale, nonostante Starmer abbia lasciato intendere che le persone potrebbero ottenere bollette più basse se vivessero vicino a un nuovo reattore. La tecnologia inoltre non è stata ancora testata, non esiste un solo reattore commerciale di questo nuovo tipo in funzione al mondo e il settore dipende fortemente dal sostegno governativo».
Quando le casse sono vuote, i governanti mettono la testa da parte e preferiscono fare politica con la pancia.
12/02/2025
da Remocontro