24/10/2025
da La Notizia
Le sanzioni di Donald Trump sul petrolio russo fanno salire le quotazioni del greggio. Ecco cosa sta succedendo ai prezzi dei carburanti
Il prezzo dei carburanti in Italia torna a farsi sentire nei portafogli degli automobilisti, alla luce delle nuove sanzioni statunitensi contro il petrolio russo decise dall’amministrazione di Donald Trump. L’annuncio ha generato un’impennata delle quotazioni internazionali del greggio, alimentando di riflesso anche i rincari nella rete dei carburanti.
Secondo quanto riportato dalle compagnie italiane, marchi come Eni e Q8 hanno già provveduto a incrementare del primo centesimo i prezzi raccomandati di benzina e diesel. Nonostante ciò, i dati più recenti mostrano che le medie nazionali praticate alla pompa risultano ancora in lievissimo calo: la benzina in modalità self service è in media a 1,689 €/l (contro 1,691 €/l del giorno precedente), il diesel a 1,616 €/l (contro 1,619 €/l).
Perché i carburanti stanno crescendo?
L’innalzamento dei prezzi segue direttamente la reazione dei mercati alle sanzioni imposte da Trump alle due maggiori compagnie petrolifere russe, Rosneft e Lukoil. Le restrizioni – che includono divieti all’utilizzo del dollaro USA per i pagamenti e blocchi ai rapporti con entità coinvolte – hanno provocato un balzo del petrolio Brent intorno al +5% in pochi giorni.
La dinamica è semplice: meno disponibilità di greggio russo nel mercato globale, costi di importazione più elevati, riflessi immediati sulle materie prime energetiche. I distributori nazionali anticipano l’aumento dei costi e adeguano i listini, anche se i consumatori ancora non ne registrano pienamente l’effetto.
Impatto in Italia e cosa succede a valle
In Italia, la transizione verso prezzi più alti sarà graduale, ma l’innesco è chiaro: le sanzioni alla Russia spingono le quotazioni internazionali, che a loro volta incidono sui costi logistici, sulle margini di raffinazione e quindi sulla pompa. Anche se oggi le medie dei carburanti sono ancora in lieve calo, l’innalzamento delle raccomandate da parte delle principali compagnie segnala che il trend è in inversione.
Gli automobilisti sono avvisati: in un contesto già segnato dall’aumento dei costi fissi e dell’energia, un nuovo balzo del prezzo di benzina e diesel può pesare significativamente sul bilancio familiare.
Le sanzioni alla Russia spiegate
Le nuove misure americane hanno preso di mira Rosneft e Lukoil con l’intento di ridurre i proventi del petrolio che Moscovia utilizza per finanziare la guerra in Ucraina. Le sanzioni, operative da novembre, hanno costretto alcuni grandi acquirenti asiatici – Cina e India in primis – a sospendere l’import di greggio russo, almeno fino a che non si definisce la compliance con le restrizioni.
Questo calo potenziale dell’offerta russa alimenta la cosiddetta “premio per rischio geopolitico” sui mercati dell’energia: in poche parole, gli operatori considerano più rischioso acquistare greggio da regioni coinvolte in tensioni internazionali, il che si traduce in costi più elevati ovunque, anche nelle pompe di casa nostra.

