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Riforma del premierato sotto la lente della Commissione Ue

Riforma del premierato sotto la lente della Commissione Ue

'Così il capo dello Stato non può trovare maggioranze alternative'

La riforma del premierato finisce sotto la lente del report sullo stato di diritto della Commissione Ue.

"Con questa riforma, non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al Parlamento come Primo Ministro.

Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all'attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità", si legge nel paragrafo IV del "Country Report" dedicato all'Italia.

In Italia "i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell'esercizio della loro professione" e il governo è chiamato a "proseguire l'iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti". Lo scrive la Commissione Ue nelle raccomandazioni a Roma contenute nel report sullo stato di diritto. Bruxelles si sofferma anche sulla Rai, avvertendo che il governo deve "garantirne l'indipendenza" e "finanziamenti adeguati".

"In Italia, una nuova legge che abroga il reato di abuso d'ufficio e limita la portata del reato di traffico d'influenza potrebbe avere implicazioni per l'individuazione e l'investigazione di frodi e corruzione". E' quanto si legge nel report della Commissione Ue sullo stato di diritto nel paragrafo relativo alla lotta contro la corruzione. Il documento aggiunge, sempre relativamente all'Italia, che "le modifiche proposte alla prescrizione potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione".

"La durata dei procedimenti ha continuato a diminuire, anche se rimane una sfida seria. Secondo il Quadro di valutazione della giustizia dell'Ue, nel 2022 il tempo di smaltimento delle cause civili e commerciali di primo grado è diminuito di 20 giorni rispetto al 2021, ma rimane tra i più lunghi dell'Ue, poiché occorrono ancora 540 giorni per risolvere tali casi". E' quanto si legge nel Country Report dedicato all'Italia nel rapporto sullo stato di diritto pubblicato dalla Commissione Ue sui 27 Paesi membri. "Secondo la Commissione europea per l'efficienza della giustizia del Consiglio d'Europa (Cepej), nel 2022 il tempo di smaltimento delle cause penali di primo grado ha registrato una notevole diminuzione, essendo pari a 355 giorni rispetto ai 399 giorni del 2021. Secondo i dati presentati dalle autorità, nella prima metà del 2023 si è potuto osservare un ulteriore miglioramento dei tempi di smaltimento: i tempi di smaltimento delle cause civili e commerciali di primo grado sono diminuiti di altri 87 giorni (pari a 453 giorni), mentre quelli delle cause penali di primo grado sono diminuiti di altri 80 giorni (pari a 275 giorni)", spiega Palazzo Berlaymont.

Il quinto rapporto sullo Stato di diritto della Commissione Ue fotografa ancora una volta un'Ungheria da maglia nera. Budapest colleziona nel 2024 il maggior numero di raccomandazioni, ben otto, oltre a registrare "nessun progresso" in diversi ambiti, tra cui la lotta alla corruzione ad alto livello, la riforma sul lobbismo, l'indipendenza dei media del servizio pubblico, la promozione di uno spazio civico sicuro. La sospensione dei fondi europei "persiste poiché - si legge nel report - non sono state adottate nuove misure per risolvere le questioni in sospeso relative allo Stato di diritto e alla lotta alla corruzione".

24/07/2024

da Ansa

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