PASSAGGI MORTALI. È il costo del dispositivo Pailp che Rfi monta solo in alcuni tratti: bloccherebbe i treni se qualcosa fosse incastrato tra le sbarre. Tutti i sindacati: oggi sciopero in Fs Il Garante tenta di bloccare i Cobas: fate 8 ore, non 24
Lungo i 16.800 chilometri di binari del paese – Alta velocità esclusa – ci sono ancora «oltre 4 mila passaggi a livello». Lo certifica Rfi che sottolinea come «la quasi totalità degli incidenti sia dipesa da infrazioni del Codice della strada». Traduzione: la colpa è tutta degli automobilisti, in gran parte camionisti che non rispettano il rosso e rimangono incastrati fra le sbarre con la paura di non rompere le sbarre per evitare di rovinare i mezzi della ditta per cui lavorano.
NEGLI ANNI ’90 PARTÌ il Piano per l’eliminazione progressiva dei passaggi a livello. Ma i tempi per la sua realizzazione sono lentissimi. Fonti sindacali quantificano in 74 quelli chiusi nel 2020 e in 137 nel 2019. Le difficoltà sono finanziarie così come burocratiche nel mettere d’accordo enti territoriali e chi deve costruire strade che aggirino i passaggi a livello.
I sindacati però hanno sempre denunciato «i troppi incidenti», come quello di Cisternino in provincia di Brindisi nel 2012 dove morì il macchinista Giuseppe Campanella e come quello del maggio del 2018 a Arè di Caluso (Aosta) dove morirono il macchinista Roberto Madau e Stefan Aureliana, componente della scorta del trasporto eccezionale, che rimase incastrato per più di mezz’ora, senza dimenticare i 26 feriti. A febbraio di quest’anno a Caluso si è rischiato un incidente identico nello stesso punto: un treno ha attraversava il passaggio a livello con le semibarriere abbattute.
PERFINO IERI MATTINA UN TIR è rimasto intrappolato a Castegnato, sulla linea Brescia-Iseo-Edolo. Per fortuna senza conseguenze.
I sindacati sostengono che incidenti di questo tipo ne capitano spessissimo. E soprattutto che «servirebbe poco per evitarli». Il sistema di sicurezza ha un nome: si chiama Pepl e «risolve il problema dell’indebita apertura di un passaggio a livello, gestendola in sicurezza». In pratica se le sbarre sono abbassate e qualcosa è in mezzo ai binari, il sistema lo comunica alla linea mantenendo il segnale semaforico al rosso e dunque bloccando il treno o – se il Sistema controllo marcia treno (Scmt) non ci fosse – consentendo al macchinista di frenare.
NEL TRATTO SIBARI-ROSSANO ce sono quattro su dieci passaggi a livello, purtroppo non al chilometro 128,123 della tragedia di martedì sera.
Rfi ne ha installati molti e li definisce «Sistemi di protezione automatica integrativa per passaggi a livello (Paipl). Nel Tariffario dei prezzi per Apparati integrativi e complementari agli impianti di Sicurezza e Segnalamento del 2022 di Rfi «la Forniture in opera di Sistemi Paipl ha un importo di 49.297,23 euro. Per passaggi a livello di dimensione e complessità superiore (con Sottosistema di acquisizione video, ad esempio) si può arrivare al massimo a circa 150 mila euro. Cifre risibili rispetto ai costi dei tanti incidenti accaduti e all’incalcolabile costo di vite umane.
«IL MINISTRO SALVINI si è espresso sui morti in Calabria con parole vuote – attacca la rivista dei macchinisti «Ancora in marcia» – ha trovato miliardi per il ponte sullo Stretto, noi chiediamo di costruirlo dopo che ne avremo spesi molto meno per mettere in sicurezza tutti i passaggi a livello e tutti i binari italiani».
Non sapendo quanti passaggi a livello hanno il sistema, la cifra complessiva per dotarne tutti i 4 mila passaggi a livello rimasti varia di 197 a 600 milioni. Cifre che fanno impallidire i 12 miliardi che serviranno per il ponte sullo stretto di Messina.
Già ieri mattina i sindacati hanno indetto per oggi uno sciopero in tutto il gruppo Fs. Se Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Orsa e Fast hanno optato per 8 ore di sciopero dalle 9 alle 17 perché «da anni denunciamo la pericolosità dei passaggi a livello. Eppure, nonostante l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansfisa) abbia evidenziato il numero di incidenti e di vittime, i passaggi a livello sono ancora migliaia, in un continuo rimpallo di responsabilità decisionali ed economiche e c’è addirittura chi progetta la privatizzazione delle Fs, ma intanto lavoratrici e lavoratori muoiono».
I SINDACATI CAT, CUB, SGB E USB hanno invece subito optato per una protesta più forte: 24 ore per denunciare «il ritardo della messa in sicurezza dei passaggi a livello, per richiedere investimenti urgenti in sicurezza; per cessare lo spargimento di sangue sui binari attraverso una politica di prevenzione di esercizio e lavorazione».
L’INEFFABILE COMMISSIONE di garanzia sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali – «pur riconoscendo pienamente le ragioni e il valore dell’azione di protesta» – ha subito invitato questi sindacati «a contenere l’astensione a 8 ore, dalle 9 in poi».
La risposta di Cat, Cub, Sgb e Usb è stata immediata: lo sciopero rimane di 24 ore: «La questione sicurezza è troppo grave».
30/11/2023
da Il Manifesto