01/12/2025
da Ansa
Il gesto di una sarta afroamericana diede inizio al boicottaggio dei bus di Montgomery diventando icona di giustizia
Settant'anni fa, Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto a un passeggero bianco su un autobus di Montgomery, in Alabama.
Quel gesto semplice ma determinato la rese un’icona mondiale della giustizia e dei diritti civili degli afroamericani. Il suo “no” segnò l’inizio di un lungo boicottaggio dei mezzi pubblici della città, aprendo una nuova era nella lotta contro la segregazione razziale.
Il rifiuto più famoso
Era il primo dicembre 1955 quando Rosa Parks (nata Rosa Louise McCauley), una sarta afroamericana che abitava in periferia e ogni giorno prendeva l’autobus per andare al lavoro nel centro di Montgomery, capitale dell’Alabama, negli Stati Uniti. Stanca dopo una giornata di lavoro, non trovando posti liberi nel settore riservato agli afroamericani, decise di sedersi nei posti dedicati ai bianchi. Dopo qualche fermata l’autista le chiese di lasciare libero quel posto a un bianco salito dopo di lei. Era lo stesso autista che 12 anni prima l’aveva obbligata a scendere dal bus perché era salita nella parte anteriore della vettura invece che nel retro, come all’epoca prevedevano le leggi segregazioniste. Stavolta però lei rifiutò di alzarsi. Per questo no, Rosa Parks fu arrestata e processata.

La statua Rosa Parks al Congresso Usa
Protagonista di almeno sette tra film e documentari, la sua storia è raccontata da diversi scrittori. In ultimo, da Marilena Umuhoza Delli, nata in Italia da padre bergamasco e madre ruandese, autrice del libro per bambini, ‘Rosa Parks che restò seduta’ (Einaudi Ragazzi, 2025). “L’autobus è uno di quei luoghi dove abita il razzismo e io, sulla mia pelle, ho vissuto questo razzismo. La prima volta che ne ho preso uno - racconta la scrittrice, - avevo sette anni e accompagnavo mia mamma al lavoro. Un gruppo di ragazzi, salito alla fermata successiva, ha iniziato a urlarci contro perché avevamo la pelle nera. Scrivere la storia di Rosa Parks mi ha riportata a quel giorno. E a tutte le volte che sono entrata in un autobus e un passeggero ha messo lo zaino sul sedile vuoto accanto, anche di fronte a mia madre, che camminava con le stampelle. Ho scritto questa storia per Rosa Parks, per me e per tutte le persone che vogliono prendere un autobus e sentirsi libere”.

Marilena Umuhoza Delli
L’endorsement di Luther King
Torniamo al 1955. Rosa aveva ereditato lo spirito di giustizia dal bisnonno materno, figlio di un padrone di piantagioni bianco e di una schiava domestica. Il suo semplice ma coraggioso gesto di disobbedienza civile scosse la comunità nera di Montgomery, composta all’epoca di circa 50mila persone, e divenne il simbolo della lotta per i diritti civili negli Stati Uniti. A sostenerla arrivò un giovane reverendo, Martin Luther King. Come lui, cristiana protestante, Parks aveva 42 anni, mentre King ne aveva meno di trenta.

Rosa Parks
Per chiederne la scarcerazione e sostenere il suo no, infatti, iniziò uno dei boicottaggi più famosi della storia: quello degli autobus di Montgomery, una protesta pacifica che durò più di un anno. “Gli afroamericani – ricorda Gianni Maritati, giornalista Rai e autore del libro ‘La rivoluzione in autobus. Vita di Rosa Parks’ (Edizioni Città Nuova, 2023) - decisero di non utilizzare più i mezzi pubblici per andare al lavoro, organizzandosi con auto collettive o camminando a piedi. Fu un grande sacrificio: molti lavoravano nelle case dei bianchi in centro e abitavano lontano, ma resistettero con determinazione. I bianchi razzisti cercarono di ostacolare la protesta, vietando l’uso delle auto collettive. Tuttavia, la compagnia dei trasporti, priva dei passeggeri neri che costituivano la maggior parte dei clienti, subì gravi perdite economiche”.

La campagna in ricordo di Parks sui bus della Capitale nel 2015
La vittoria dopo 381 giorni di boicottaggio
Dopo 381 giorni di boicottaggio, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò incostituzionale la segregazione razziale sui mezzi pubblici, il 13 novembre 1956. “Non potevo immaginare che in quel momento si stesse facendo la Storia. Ero solo stanca di arrendermi sempre”, dirà in seguito Rosa Parks. Una vittoria storica, ma non definitiva. “La segregazione di fatto è continuata ancora: tra legalità e realtà c'era molta strada da percorrere. Ma se è vero che la mentalità può cambiare le leggi, a volte devono essere le leggi a cambiare la mentalità, che ha tempi molto più lunghi”, ricorda Maritati.
Dopo la liberazione, si dedicò all’educazione dei giovani, alle manifestazioni civili e alle migliaia di lettere che riceveva da tutto il mondo. Subì minacce di morte e si trasferì nel Nord, dove continuò la sua battaglia civile. Ma, come dichiarò Bill Clinton nel 1999, consegnandole la Medaglia d’Oro del Congresso, “mettendosi a sedere, si alzò per difendere i diritti di tutti e la dignità dell’America”.
“The woman who didn’t stand up” è diventata un’icona dei diritti civili degli afroamericani, ispirando canzoni come Rosa Parks del duo hip hop Outkast o Sister Rosa del gruppo statunitense R&B e soul The Neville Brothers. A lei sono state dedicate statue, fumetti e installazioni come Almost Home, realizzata dall’artista statunitense Ryan Mendoza: una ricostruzione della casa originale dell'attivista, esposta anche a Palazzo Reale di Napoli nel 2021.

Almost Home, casa Rosa Parks a Palazzo Reale di Napoli
Una cittadina qualunque
Molti personaggi hanno segnato battaglie civili del Novecento nel nome della nonviolenza, rifiutando la logica della sopraffazione e del conformismo, come Gandhi, Nelson Mandela e Martin Luther King. “Ho pensato fosse giusto raccontare la sua storia perché, mentre per la mia generazione è stata un simbolo, oggi molti giovanissimi non la conoscono. Mi ha colpito perché era una persona comune, una cittadina ordinaria. Inoltre, era una donna e all’epoca le donne erano tenute ancor meno in considerazione. Questo – prosegue Maritati – ci dice che le rivoluzioni a volte iniziano da piccole storie quotidiane: possono avvenire in una classe scolastica, sul luogo di lavoro, per strada. E ci dice che ognuno di noi deve sentirsi coinvolto. Ognuno può avere un ruolo che non sospetta”.

Obama all'Henry Ford Museum, seduto nel posto di Rosa Parks
Morta il 24 ottobre 2005 a 92 anni, nella sua casa di Detroit, Rosa Parks non ebbe figli ma, insieme al marito continuò per tutta la vita a promuovere iniziative per promuovere libertà e giustizia. Una sua statua campeggia oggi, insieme a altri personaggi che hanno reso grandi gli States, a Capitol Hill, la sede del Congresso. A inaugurarla, nel 2013, fu Barack Obama con queste parole: "It is because of these men and women that I stand here today”. E proprio il primo presidente nero, un anno prima, si fece fotografare seduto al posto di Rosa, nello storico bus, ancora conservato nell’Henry Ford Museum, a Dearborn, nel Michigan.

A sinistra la statua di Parks, durante l'inaugurazione al Congresso
“We shall overcome”
Nel frattempo, il 13 novembre 1956 fu dichiarata incostituzionale la segregazione razziale negli autobus di Montgomery. Mentre la segregazione razziale tout court terminò ufficialmente solo con il Civil Rights Act del 1964. Nel 1965, dopo molte manifestazioni, fu la volta del Voting Rights Act, che diede piena attuazione del diritto di voto per tutti i cittadini, senza discriminazioni: nel firmarlo il presidente Lyndon Johnson pronunciò le parole “I am confident: we shall overcome”, prendendo in prestito lo slogan divenuto emblema delle proteste.

Negli Usa Rosa Parks ricordata con un posto vuoto sull'autobus
“Tuttavia, in America come in Italia, le persone nere fanno ancora lavori più umili, guadagnano meno e gli abusi dei poliziotti bianchi sulle persone nere, che in Italia non vengono neanche monitorati, sono un dato di fatto (negli Stati Uniti ha portato alla nascita del movimento Black Lives Matter)”, spiega Marilena Umuhoza Delli, autrice anche di libri sul tema delle migrazioni come ‘Storia vera dell’Italia nera. Gli afrodiscendenti che hanno fatto la Storia d’Italia’ (Edizioni Piemme 2024). “Il razzismo di Montgomery – aggiunge - si è adattato nel tempo, ma è ancora presente. Questo ci dice che la strada è lunga ancora. E che questi temi, in un'Italia sempre più multietnica, andrebbero inseriti nei programmi scolastici dalle elementari”.

M. Umuhoza Delli, Rosa Parks che restò seduta (Einaudi Ragazzi, 2025)
Le nuove battaglie per i diritti civili
Ma chi sono gli eredi di Rosa Parks e come possiamo attualizzare il suo pensiero oggi? Secondo Gianni Maritati, sebbene i contesti storici siano molto diversi, alcuni gesti di disobbedienza civile raccolgono il testimone della sarta di Montgomery. "Greta Thunberg, con gli scioperi scolastici contro i cambiamenti climatici, iniziato davanti al Parlamento svedese, ha scosso le coscienze in modo simile, mobilitando milioni di giovani in tutto il mondo. Ha avuto il coraggio di alzare la voce contro un sistema che non sembrava ascoltare e ha avuto una risonanza globale". Un altro esempio, prosegue, è quello di Carola Rakete. "La comandante della Sea Watch 3 nel 2019 ha disobbedito a un ordine di legge facendo attraccare nel porto di Lampedusa la nave con a bordo i migranti. Fu arrestata e successivamente prosciolta. Ci insegna che legge e giustizia non sempre coincidono e, a volte, alcune norme devono essere forzate per essere cambiate".

Parks è morta a 92 anni, il famoso bus è conservato in un museo
Marilena Delli Umuhoza cita invece l'attivista Jacopo Melio: "Con la sua campagna ‘Vorrei prendere il treno’ ha lanciato un appello a gran voce per la mobilità dei disabili. Il suo messaggio è diventato virale grazie ai social e ha portato l'attenzione politica su un problema che per troppo tempo è stato ignorato. Ma se penso agli eredi di Parks mi viene in mente anche il coraggio di Colin Kaepernick, il giocatore di football americano che nel 2017 si inginocchiò durante l’inno nazionale per protestare contro le violenze della polizia statunitense sugli afroamericani. Sono esempi di persone che ci ricordano come la nostra voce possa contribuire a cambiare".

Sui bus romani nel 2015 la campagna del Mibac "Al posto giusto"

