La Cassazione è chiamata ad esprimersi rispetto a come giudicare il "saluto romano" dopo alcuni verdetti difformi.
“Il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’, quando realizza un pericolo concreto rispetto all’ordine pubblico”, lo ha detto, in sostanza, l’avvocato generale della Cassazione, Pietro Gaeta, che rappresenta la procura generale, durante il suo intervento davanti alle Sezioni unite della Suprema corte. Gli ermellini sono chiamati ad esprimersi rispetto a come giudicare il ‘saluto romano’ dopo alcuni verdetti difformi.
LA CASSAZIONE È CHIAMATA AD ESPRIMERSI RISPETTO A COME GIUDICARE IL “SALUTO ROMANO” DOPO ALCUNI VERDETTI DIFFORMI
“Serve intervenire se quelle manifestazioni rappresentano un pericolo concreto della pacifica convivenza, una lesione dell’ordine pubblico”. L’avvocato generale Pietro Gaeta ha chiesto in particolare di rigettare i ricorsi delle difese e confermare di fatto la sentenza di condanna in appello a Milano per alcuni esponenti di estrema destra che avevano fatto il saluto fascista nel corso di una manifestazione.
“BISOGNA DISTINGUERE LA FINALITÀ COMMEMORATIVA CON IL POTENZIALE PERICOLO PER L’ORDINE PUBBLICO”
“Acca Larentia con 5mila persone è una cosa diversa da quattro nostalgici che si vedono davanti ad una lapide in un cimitero di provincia ed uno di loro alza il braccio – ha detto Gaeta – Bisogna distinguere la finalità commemorativa con il potenziale pericolo per l’ordine pubblico. La nostra democrazia giudiziaria è forte e sa distinguere”.
“E’ ovvio che il saluto fascista sia un’offesa alla sensibilità individuale” e diventa reato “quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”. Il pg della Corte di Cassazione ha poi sottolineato: “Non possiamo avere sentenze a macchia di leopardo in cui lo stesso gruppo di persone viene condannato da un tribunale ed assolto da un altro”.
18/01/2024
da La Notizia