ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Sanità, entro il 2030 mancheranno all’appello 34 milioni di infermieri in tutto il mondo. Male l’Italia, è il fanalino di coda dell’UE

Sanità, entro il 2030 mancheranno all’appello 34 milioni di infermieri in tutto il mondo. Male l’Italia, è il fanalino di coda dell’UE

Sanità, entro il 2030 mancheranno all'appello 34 milioni di infermieri in tutto il mondo. Male l'Italia, è il fanalino di coda dell'UE

Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, lo dice molto chiaramente: “Gli infermieri sono oggi il 60% della forza lavoro del sistema sanitario mondiale, un dato incontrovertibile e significativo come pochi: 27,9 milioni di professionisti, 4,7 milioni in più nel periodo 2013-2018 rispetto al quinquennio precedente”, nella Sanità quest’ultimi “non sono assolutamente sufficienti, però, alla luce degli obiettivi che ci siamo fissati per il 2030, circa la copertura sanitaria universale, e non sono nemmeno ben distribuiti”.

“A pesare, più di qualsiasi altra carenza, oltre a quella degli organici, è l’enorme divario retributivo rispetto alla dirigenza medica. Noi del Nursing Up lo denunciamo da anni. Sembra paradossale, ma è così: siamo i professionisti di cui il mondo sanitario ha numericamente più bisogno, dalle cui competenze dipende, come un sottilissimo ago della bilancia, l’equilibrio della sanità globale, ma navighiamo in un abisso di ingiustificate iniquità e sperequazioni a cui le politiche non hanno saputo e voluto porre alcun rimedio”.

“A tutto questo si aggiunge la scarsa tutela della nostra incolumità psico-fisica. Siamo sempre più soggetti a piaghe come turni massacranti e aggressioni. Non è un caso che nel mondo ad ammalarsi di più, sul luogo di lavoro, nelle realtà sanitarie pubbliche, con una escalation di patologie fisiche e psichiche che poi di fatto inficiano la qualità della nostra attività sono più di tutti gli altri, gli infermieri”, dice ancora De Palma.

SANITÀ, L’ITALIA È IL FANALINO DI CODA DELL’UE PER NUMERO DI INFERMIERI

Solo poco più di un terzo dei paesi (37%), secondo il report delle Nazioni Unite, ha segnalato concrete misure in atto per prevenire la violenza contro gli operatori sanitari. Solo 82 paesi su 115 (solo il 71%) hanno riferito di avere una posizione di leadership infermieristica nazionale con la responsabilità di fornire solidi contributi alla crescita della professione. E in Italia? Il profilo dell’Italia dello State of the World’s Nursing parlava di 332.182 infermieri professionali nel 2017, il 47% di tutta la forza lavoro sanitaria, per un totale di una media di 12.117 nuovi laureati l’anno.

In Italia, oggi, rispetto ad allora, nel 2024, secondo i dati comunicati dal Ministero della Salute e dal conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, sono attivi 398.000 infermieri così composti: 279.837 sono dipendenti del Servizio sanitario nazionale a tempo indeterminato, a cui si aggiungono tra gli infermieri il 90% circa dei 638 dirigenti delle professioni sanitarie, per un totale di 280.411 unità dipendenti; – 21.746 sono a tempo determinato. Gli altri operano come dipendenti di strutture private e private accreditate o in altri enti (compresi gli infermieri militari).

Gli infermieri liberi professionisti, titolari di partita iva sono 21.0032. In parole povere in 7 anni abbiamo fatto registrare un aumento di poco più di 60mila infermieri, non si può certo definire un grande passo in avanti! I laureati, udite udite, sono tragicamente calati, arrivando ad una media oggi di 11.436, rispetto ai 12117 del 2017.

IL RAPPORTO OASI DI CERGAS-BOCCONI SULLA SANITÀ

Dati più dettagliati, e altrettanto poco confortanti, provengono dal Rapporto OASI di CERGAS-Bocconi, appoggiato ai dati Ocse. Nel 2017 in Italia si contavano 5,6 infermieri per 1.000 abitanti. Oggi da noi siamo arrivati ad una media di 6.2 infermieri ogni 1000 abitanti. La nostra media è cresciuta? Si certo, ma intanto quella degli altri Paesi europei è salita a 8.8. E’ chiaro che gli altri non sono rimasti certo a guardare e il GAP con le altre nazioni, in fatto di numero di infermieri, con i nostri organici sempre e costantemente ridotti all’osso, è addirittura aumentato, superando i due punti di media di differenza. “Tra le 10 proposte delle Nazioni Unite ce ne sono in particolare due che mi preme sottolineare, più delle altre, come improrogabili per il benessere della collettività, obiettivo a cui tutti dobbiamo puntare”, dice ancora De Palma.

“Potenziare economicamente e contrattualmente il ruolo dell’infermiere nelle strutture di leadership e di governance sanitaria, anche con appositi programmi di istruzione: l’infermiere non può più essere soltanto un operatore, non lo è di fatto come titolo di studio e percorsi successivi di specializzazione di cui è sempre più protagonista, non lo è come competenze, non lo è come qualità umane, non lo è come elevate responsabilità a cui è capace di adempiere giorno dopo giorno.

22/07/2024

da La Notizia

share