Daniele Santanchè, secondo quanto hanno detto i dipendenti di Visibilia ai pm di Milano, era a conoscenza della truffa ai danni dell'Inps.
Le parole contenute nei verbali dei dipendenti di Visibilia Editore e Concessionaria, sentiti come testimoni da investigatori, inquirenti e anche nell’ambito degli accertamenti dell’Inps, avrebbero consentito alla Procura di Milano di ottenere prove sulla presunta consapevolezza di Daniela Santanchè nella ipotizzata truffa sulla cassa integrazione a zero ore, tra il 2020 e il 2022, nel periodo Covid.
Nel corso delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza e coordinate dall’aggiunto Laura Pedio e dai pm Luigi Luzi e Marina Gravina, sono state acquisite le testimonianze dei lavoratori, dalle quali sarebbe emerso che la ministra del Turismo sarebbe stata a conoscenza che i dipendenti lavoravano, malgrado la società avesse chiesto e ottenuto la Cig Covid. E per un totale di oltre 126mila euro, ossia l’ammontare della presunta truffa, spalmati su 13 dipendenti delle due società del gruppo fondato dalla senatrice di Fdi, che ha dismesso cariche e quote nel 2022.
I DIPENDENTI DI VISIBILIA EDITORE E CONCESSIONARIA LAVORAVANO NONOSTANTE FOSSE STATA RICHIESTA E OTTENUTA LA CIG COVID
Dunque, per gli inquirenti non solo Santanchè e il suo compagno Dimitri Kunz in quel periodo, quando veniva chiesta indebitamente la cassa Covid e i dipendenti continuavano a lavorare, hanno amministrato la società, ma erano entrambi consapevoli del presunto schema illecito, così come messo a verbale dai lavoratori.
La ministra del Turismo, che ha sempre respinto l’accusa, contestata nella chiusura indagini notificata tre giorni fa anche a Kunz e a Paolo Concordia, consulente esterno di Visibila Editore e Concessionaria, già lo scorso luglio in Senato aveva detto: “Di fronte alla contestazione tardiva della dipendente pur ritenendo le sue informazioni infondate ed essendo certa che lei non ha mai messo piede in Visibilia, la società ha sanato la situazione considerandola in servizio senza che fosse pervenuta alcuna richiesta dagli enti preposti e prima della vicenda mediatica. Nessun altro dipendente ha sollevato questioni sulla cassa integrazione”.
Il riferimento era a Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations di Visibilia, la quale con la sua denuncia ha portato la Procura milanese ad aprire l’indagine. L’ex manager aveva registrato una serie di conversazioni avute anche con Kunz e finite in una perizia giurata di trascrizione, poi acquisita anche nell’inchiesta milanese. Ha depositato anche gli screenshot di alcune chat, come una in cui dialogava, nel settembre del 2021, sempre col compagno della senatrice e gli chiedeva: “Buongiorno mi puoi fare link zoom per cda di oggi ore 16 così faccio invitation” e Kunz le inoltrava il link con cui “sen. Daniela Santanchè” invitava alla “riunione”.
Dalle conversazioni registrate dall’ex manager veniva a galla già la presunta consapevolezza nel raggiro all’Inps da parte di Kunz e di Concordia. Tanto che Bottiglione a più riprese diceva che avrebbe sollevato la questione, ossia il fatto di aver scoperto di essere in cassa a zero ore ma che stava comunque lavorando, e Kunz le rispondeva: “Ma non lo puoi fare Federica, sennò metti nei casini tutti”.
LICHERI (M5S): “COSA DOBBIAMO ASPETTARE PERCHÉ LA MINISTRA AL TURISMO SI DIMETTA?”
“Cosa dobbiamo aspettare perché la ministra al Turismo Daniela Santanchè si dimetta?” si domanda in un post su Facebook la senatrice M5S, Sabrina Licheri. “Non è bastata la notizia che fosse indagata per truffa all’Inps per farle fare un passo indietro – aggiunge l’esponente pentastellata -, anzi rilancia e dice che se verrà rinviata a giudizio si dimetterà. La Santanchè dimentica però che oltre alla giustizia c’è una questione di opportunità politica. Con quale faccia può rappresentare il nostro Paese? Ha ragione Fiorello, altro che Open to Meraviglia. Qui siamo arrivati all’Amen to Meraviglia, ma a farne le spese è l’Italia e il suo prezioso patrimonio artistico e culturale”.
CASU (PD): “A CHE ORA SI DIMETTE? INQUIETA IL SILENZIO DI MELONI”
“A che ora si dimette la ministra Santanchè?” ha chiesto il deputato del Pd, Andrea Casu, intervenendo in aula alla Camera nell’ambito della discussione generale sulla proposta di legge sul conflitto d’interesse. “Non abbiamo sentito ancora nessuna parola da parte della presidente del consiglio Meloni – ha aggiunto l’esponente dem – sulle inquietanti notizie che riguardano la ministra. E dopo il danno, la beffa: a scrivere la nuova legge sul conflitto d’interesse dovrebbe essere proprio la Santanchè insieme agli altri ministri del Governo. Infatti come per le proposte di legge sul salario minimo e il voto per i fuori sede, ancora una volta, la maggioranza azzera il dibattito parlamentare con un emendamento che snatura una legge in quota alle opposizioni e delega il governo a legiferare entro due anni. In questo modo – conclude Casu – la maggioranza si assume la responsabilità di chiudere il dibattito sulla legge sul conflitto d’interesse in questa legislatura”.
26/03/2024
da La Notizia