ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Sanzioni andata e ritorno: Russia-Finlandia

Sanzioni andata e ritorno: Russia-Finlandia

Politica estera

23/11/2025

da Remocontro

Marco Marangoni

Le sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia sostenute fortemente anche dalla Finlandia stanno causando perdite giornaliere alla sola regione della Carelia meridionale finlandese pari a un milione di euro. Non solo, sono in atto da tempo chiusure di attività e dolorosi licenziamenti.

Senza turisti russi, in Finlandia licenziamenti e chiusure

La chiusura totale dei viaggi con la Russia ha avuto un impatto devastante sulle economie delle regioni di confine della Finlandia. Nelle località a ridosso dei posti di frontiera hanno chiuso supermercati e negozi, e il turismo non esiste più. La situazione ha costretto gli imprenditori finlandesi prima a sospendere le loro attività commerciali e poi a chiuderle definitivamente.

Russia cattiva ma i suoi turisti no

La Finlandia ha smesso completamente di rilasciare visti turistici ai cittadini russi nel 2022, ma sono due anni che il governo finlandese mantiene chiusi tutti gli otto valichi di frontiera (pedonale e automobilistico) con la Russia. L’ultimo valico di frontiera a chiudere, il 29 novembre 2023, era stato quello di Raja-Jooseppi nella Lapponia settentrionale sulla strada che porta nella regione russa di Murmansk.

Apri i confini o chiudi i negozi

A metà dicembre di quell’anno, i finlandesi decisero di riaprire brevemente i valichi di frontiera di Vaalimaa (Torfyanovka, sul lato dell’Oblast’ di Leningrado) e Niirala (Vyartsilya, in Carelia), ma fu sospesa meno di 24 ore dopo a seguito dell’arrivo di migranti in entrata dalla Russia. Da allora, il confine è rimasto chiuso. Resta operativo, a singhiozzo, il valico ferroviario merci di Vainikkala. La decisione delle autorità finlandesi di chiudere il confine era stata prorogata ‘a tempo indeterminato’.

Che futuro (tregua e a parte)

Nel prossimo futuro, stando a quanto affermato dal primo ministro finlandese Petteri Orpo, Helsinki potrebbe decidere per un’apertura parziale del confine. Si ipotizza metà dicembre ma con forti restrizioni (russi con passaporto finlandese e titolari di permesso di soggiorno finlandese –  resta da capire se anche per i possessori di visto rilasciato da Paesi Ue, che dimostrino il ‘transito’ in Finlandia o abbiano una relazione di parentela come accade in Estonia).

Non solo turismo ma industria

La crisi non si limita al commercio e al turismo. Tempi duri anche per l’industria locale. La crisi ha colpito tre importanti aziende di lavorazione del legno. UPM-Kymmene Oyj, Stora Enso Oyj e Metsä Group, che si rifornivano di materie prime dalla Russia, hanno annunciato licenziamenti su larga scala. La riduzione delle entrate fiscali ha avuto un impatto negativo sulla qualità dei servizi sanitari e un deterioramento anche di altri servizi pubblici. Molte famiglie hanno dovuto affrontare gravi difficoltà finanziarie.

Muore la ‘moda occidentale’

Imatra, cittadina a ridosso della frontiera, è la più colpita: le visite giornaliere e da decenni degli acquirenti russi erano una ‘manna’ per l’economia locale. I turisti russi acquistavano vestiti in massa esaurendo le collezioni invernali già ad agosto. Imatra sta chiedendo lo status di ‘zona economica speciale’ con incentivi fiscali per attrarre investimenti in tecnologie verdi come la produzione di idrogeno e l’energia solare. I residenti e le autorità locali ritengono che i ‘soldi facili’ provenienti dalla Russia siano spariti per sempre e che la regione si trovi ad affrontare un lungo e difficile percorso di ristrutturazione economica. Il tasso di disoccupazione in città (25.000 abitanti) ha raggiunto il 15%, significativamente superiore alla media nazionale del 9,1%.

‘Bancarotta Outlet’

Drammatica la situazione per lo ‘Zsar Outlet Village’, aperto alla fine del 2018 a soli 500 metri dal confine di Vaalimaa. L’outlet village era stato progettato per attrarre i turisti dello shopping da San Pietroburgo e dalla regione di Leningrado, offrendo marchi internazionali con sconti dal 30% al 70%. Nel 2019 era stata presa in considerazione addirittura un’espansione del centro commerciale: era emerso che i visitatori russi spendevano quattro volte in più rispetto ai finlandesi.

  • A seguito della sanzioni sui visti e alla chiusura della frontiera, il complesso a fine 2022 ha dichiarato bancarotta. Nel 2023 è stato messo all’asta, si parlava di un acquisto per 70.000 euro, ma l’affare è fallito. Il nuovo contendente per Zsar è una società per azioni finlandese creata esclusivamente a questo scopo. Secondo alcune fonti, questa società è sostenuta da interessi di capitale stranieri provenienti dall’Europa centrale.

 

share