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Sanzioni ed ‘eccezioni’: gas russo persino a Taiwan

Sanzioni ed ‘eccezioni’: gas russo persino a Taiwan

Politica estera

07/10/2025

da Remocontro

Remocontro

Guerra energetica contro la Russia ma l’Ucraina costa troppo, e peggio il petrolio americano. E torna il petrolio russo, a buon mercato e in grandi quantità, cercando di non dare troppo nell’occhio. Almeno 8 paesi europei che continuano ad acquistare gas e petrolio russo. Ma clamoroso è il caso di  Taiwan, alleato di ferro degli Stati Uniti nel Pacifico e ostile alla Cina a sua volta alleata della Russia

L’afrore segreto di petrolio

Dal 2022, anno dell’invasione russa dell’Ucraina, Taiwan ha speso più di 4,9 miliardi di dollari in nafta russa. Le importazioni hanno raggiunto 1,9 milioni di tonnellate nei primi mesi del 2025, con un aumento di quasi sei volte rispetto ai livelli del 202, secondo l’istituto di ricerca Centre for Research on Energy and Clean Air di Helsinki. La nafta è essenziale per l’industria petrolchimica taiwanese, che supporta la produzione di elettronica e semiconduttori, pilastri dell’economia dell’isola.

Sanzioni con trucco

La compagnia statale ha interrotto le importazioni di nafta russa a giugno 2024. Tuttavia, la società Formosa Petrochemical, che è anche un fornitore chiave per l’industria dei semiconduttori di cui Taiwan è leader mondiale, ha aumentato notevolmente le sue importazioni dalla Russia, con una raffineria che ha ottenuto il 90% della nafta dalla Russia nei primi mesi del 2025, rappresentando il 96% delle importazioni totali di Taiwan. Formosa Petrochemical ha respinto alcune conclusioni del rapporto di Helsinki, ma è difficile credere che la società acquisti tali quantitativi di prodotti energetici russi all’insaputa del governo.

‘Petrolio democratico’

Il ministro degli Esteri di Taiwan, Lin Chia-lung, al Summit sulla Sicurezza di Varsavia e ha invitato l’Europa a collaborare con Taipei nella lotta contro «l’espansione autoritaria e a creare un ‘approvvigionamento democratico’». Nel frattempo, a differenza dell’Unione Europea e degli Stati Uniti (salvo trucchi), Taipei non ha limitato le importazioni di combustibili fossili russi. Ma il Ministero degli Affari Economici di Taiwan insiste che le imprese statali hanno smesso di rifornirsi di petrolio greggio dalla Russia nel 2023. Taiwan ha anche smesso di esportare prodotti high-tech chiave in Russia, ha aggiunto il Ministero. Mmm…

Severità Usa a intensità alternata

Hsuan Sun, direttore della Fondazione per i Diritti Ambientali di Taiwan e coautore del rapporto, ha esortato governo e aziende a collaborare per definire piani chiari per eliminare gradualmente l’energia russa. Come sottolinea CNN, «il rapporto sulle importazioni di nafta russa da parte di Taiwan arriva mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump intensifica le minacce e le azioni contro i paesi che acquistano greggio e prodotti petroliferi dalla Russia. In agosto Washington ha imposto dazi secondari all’India per i suoi continui acquisti di petrolio russo col risultato di rinsaldare le relazioni strategiche tra Nuova Delhi e Mosca e di aprirne di nuove (fino a ieri impensabili) tra India e Cina.

Più del petrolio i Chip

Preannunciando un altro possibile scontro con gli Stati Uniti, Taiwan non ha ceduto alle pressioni di Washington per trasferire metà della sua capacità produttiva di chip negli Stati Uniti, e il Segretario al Commercio statunitense Howard Lutnick –in perfetta diplomazia Trump-, ha dichiarato che, a meno che Taiwan non trasferisca una quota significativa della sua produzione di chip in America, Washington non potrà garantire di difendere l’isola da un attacco di Pechino. «Vorrei chiarire che questa è un’idea degli Stati Uniti. Il nostro team di negoziazione non ha mai preso un impegno 50-50 sulla divisione dei chip”, ha dichiarato il vice premier Cheng Li-chiun ai giornalisti a Taipei, aggiungendo che Taiwan ‘non accetterà una condizione del genere’».

Taiwan meglio dell’Europa

Il 19 settembre il governo di Taiwan –sottolinea Analisi Difesa-, si è rifiutato di commentare un articolo del Washington Post secondo cui il presidente Trump avrebbe fermato o posticipato la fornitura di aiuti militari a Taiwan per oltre 400 milioni di dollari durante i colloqui tesi a trovare accordi commerciali con Pechino. Taiwan prevede di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL entro il 2030 per rafforzare le proprie capacità militari.  Per l’agenzia turca Anadolu, «Trump ha inviato segnali contrastanti a Cina e Taiwan, imponendo una guerra commerciale, accusando Taipei di furto di tecnologia, annullando i colloqui sulla difesa e scoraggiando le visite, pur insistendo sul fatto che la Cina non invaderà Taiwan durante il suo mandato».

  • «Le forniture energetiche russe potrebbero quindi venire inquadrate in un complesso contesto di turbolenze nelle relazioni tra Washington e Taipei in cui i taiwanesi mostrano con cautela di poter giocare anche su tavoli diversi dai tradizionali e fino a ieri consolidati rapporti con gli USA», l’analisi di Giandomenico Gaiani.
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