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Sarebbe stato un missile polacco a distruggere una casa a Wyryki

Sarebbe stato un missile polacco a distruggere una casa a Wyryki

Politica Estera

17/09/2025

da Il Manifesto

Giuseppe Sedia

Il limite ignoto. Caccia ai droni russi. Tusk incolpa la «provocazione» di Mosca, Nawrocki chiede «chiarezza»

Continua la caccia ai droni caduti a Varsavia e dintorni. Ieri la radio polacca Rmf Fm ha dato la notizia del ritrovamento nel villaggio di Stanisławka del 22esimo drone dopo gli sconfinamenti in territorio polacco della settimana scorsa. Ma a tenere banco adesso sono soprattutto le rivelazioni del quotidiano conservatore Rzeczpospolita che attribuiscono ad un missile polacco lo sventramento del tetto di un’abitazione nel villaggio Wyryki, circa 65 chilometri a nord est di Lublino, capoluogo storico nelle terre orientali del Paese sulla Vistola.

L’INCIDENTE sarebbe stato causato da un missile aria-aria Aim-120 Amraam di un F-16 polacco. Per fortuna i residenti della casa si sarebbero trovati al piano basso dell’edificio quando è avvenuto l’impatto. Una fonte dello stesso quotidiano polacco riferisce anche del sistema di sicurezza della spoletta che avrebbe impedito la detonazione del missile. Il premier polacco Donald Tusk dei liberali di Piattaforma civica (Po) prende tempo in attesa dei risultati dell’indagine sull’accaduto. Tuttavia l’ex Presidente del Consiglio europeo ha riaffermato su X che «la responsabilità per i danni alla casa di Wyryki ricade sugli autori della provocazione con i droni, ossia la Russia».

In un comunicato dell’Ufficio nazionale di sicurezza (Bbn) il presidente polacco Karol Nawrocki, sostenuto in patria dalla destra populista di Diritto e giustizia (Pis), ha affermato che è «responsabilità del governo utilizzare tutti gli strumenti e le istituzioni per chiarire la questione il più rapidamente possibile. Non c’è consenso nell’occultazione di informazioni. Di fronte alla disinformazione e alla guerra ibrida, i messaggi inviati ai polacchi devono essere verificati e confermati».

ACCANTONATO il sentimento di unità nazionale in reazione agli sconfinamenti dei droni, l’idillio di circostanza dei giorni scorsi tra Tusk e Nawrocki è ormai un ricordo. È finito l’effetto soddisfazione del governo dopo che Nawrocki in visita ufficiale negli Usa aveva incassato due settimane fa a Washington la conferma da parte di Trump che i soldati americani stanziati in Polonia non dovrebbero scendere sotto le diecimila unità. A prendere la parola poi ieri pomeriggio il numero uno del Pis, Jarosław Kaczynski, il quale ha approfittato delle affermazioni di Nawrocki per attaccare Tusk e portare acqua al mulino del proprio partito: «Nella situazione in cui ci troviamo oggi, di confronto quasi diretto con la Russia, questo è particolarmente pericoloso, particolarmente scandaloso e soprattutto, si potrebbe dire, antistatale».

Difficile non ricordare l’esplosione mortale del 15 novembre 2022 che fece due vittime in un’azienda agricola nel villaggio di Przewodów, sempre nel voivodato di Lublino. L’incidente inizialmente attribuito a Mosca sarebbe stato innescato da un missile difensivo S-300 ucraino sfuggito di controllo. All’indomani dell’incidente era stato Tusk, allora all’opposizione, a chiedere chiarezza sull’accaduto denunciando la mancanza di trasparenza sulla vicenda da parte dell’ex governo targato Pis: «Non può essere che polacche e polacchi siano costretti a farsi un’idea di quello che succede al confine sulla base di ipotesi diffuse da agenzie di stampa straniere e di notizie false su internet».

INTANTO A VARSAVIA nei giorni scorsi è stata avviata un’altra indagine legata a un drone in volo sul neoclassico palazzo del Belweder, residenza ufficiale del presidente della Repubblica di Polonia, nonché su altri edifici governativi. Secondo quanto riportato da un altro quotidiano polacco, Gazeta Wyborcza, l’incidente avvenuto lunedì è attribuibile a un cittadino ucraino consegnatosi spontaneamente alla polizia polacca la quale avrebbe poi chiesto alla Guardia di frontiera polacca (Sg) di deportarlo. Due giorni fa il portavoce del ministro che coordina i servizi speciali, Jacek Dobrzynski, ha smentito in una conferenza stampa che l’episodio del Belweder possa essere riconducibile «a una massiccia azione di spionaggio».

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