L’infinita e costosa guerra Ucraina non porta consensi e ora anche il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ne prende atto e cerca di frenare la catastrofe elettorale annunciata anche a costo di litigare in casa. La scelta di frenare un ultimo pacchetto di aiuti a Kiev di 3 miliardi di euro proposto dal ministro della Difesa Pistorius e dalla titolare degli Esteri Baerbock. Pace e distensione con gli avversari, a partire dalla Russia di Putin, tornano sotto traccia nel discorso politico di Berlino a poco più di un mese dal voto del 23 febbraio.
Il braccio di ferro sull’aiuto all’Ucraina
Il nodo della pace e una rivisitazione degli avversari della Germania, a partire dalla Russia di Putin. Senza dichiarazioni troppo aperte, la Germania elettorale ripensa la sua più recente politica. E Scholz sa benissimo che un rilancio del sostegno all’Ucraina è la mossa politica che porterebbe la sua socialdemocrazia che sta per perdere il governo, a perdere ulteriormente voti rispetto alle prospettive già nere della Spd, che vivacchia tra il 15 e il 16%, sette-otto punti sotto Afd, la metà dell’Unione Cristiano-Democratica. E nel cercare una pur piccola rimonta frena sui 3 miliardi di euro a Kiev, proposti dal ministro della Difesa e dalla verde titolare degli Esteri.
Der Spiegel svela e Politico.eu conferma: «Il cancelliere avrebbe sostenuto che gli attuali aiuti militari di 4 miliardi di euro per il 2025, insieme ai fondi di un prestito del G7 da 50 miliardi di dollari finanziato da asset russi congelati) sono sufficienti».
Scholz cambia marcia
Scholz di fatto, sembra puntare sulle ‘sorprese Trump’, già presidente insediato da un mese il 23 febbraio delle elezioni tedesche. Sicuramente un approccio diverso su una possibile trattativa e una fine negoziata della guerra in Ucraina. Un cambio di prospettiva che si aggiunge ad altre sottaciute e recenti cautele di Berlino, come il rifiuto di Scholz di concedere a Kiev i missili Taurus per colpire sul suolo russo che ha suscitato le critiche del leader della Cdu, Friederich Merz. Litigando oggi, vigilia elettorale, ma ben sapendo di dover trattare dal vero col nuovo ingombrante protagonista alla Casa Bianca.
Elezioni anticipate sui soldi all’Ucraina
InsideOver tra gli altri, a ricordarci che al crollo del Governo e al voto anticipato si era arrivati anche sulla scia del rifiuto dell’ex alleato liberale di aprire a nuovi finanziamenti a debito dell’aiuto all’Ucraina. Il rifiuto dell’ex ministro delle Finanze e leader dei Liberali (Fdp), Christian Lindner, di concedere spazio fiscale alle politiche di spesa di Spd e Verdi nella “coalizione semaforo”. Scholz aveva licenziato Lindner, portando al ritiro dei liberali. Sottolineatura di Andrea Muratore: «dall’Austria alla Croazia molti voti recenti dimostrano come, negli ultimi mesi, la cautela sull’Ucraina premi alle urne».
E sulla questione Ue-Ucraina, spregiudicata AfD
Sabato il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland, (l’AfD che piace tanto ad Musk), ha nominato per acclamazione, Alice Weidel come candidata cancelliera. Accettando la nomina, Weidel ha fatto un discorso molto duro in cui ha esasperato le posizioni già radicali di AfD: dall’uscita della Germania dall’Unione Europea e all’espulsione sistematica delle persone migranti, ha aggiunto l’abbattimento delle pale eoliche. Sul palco Weidel ha usato il termine “remigrazione”, proponendo l’espulsione immediata delle persone migranti irregolari nel paese.
Sull’Ucraina, Alice Weidel ha poi promesso che, se andrà al governo (un’eventualità irrealistica, poiché nessun partito è disposto ad allearsi con AfD), riaprirà i gasdotti Nord Stream con la Russia, chiusi come conseguenza delle sanzioni adottate dopo l’invasione dell’Ucraina e danneggiati dal sabotaggio del settembre del 2022.
14/01/2025
da Remocontro