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“Sconto milionario del Garante della Privacy a Meta”: l’anticipazione di Report irrita l’Authority. Che “auspica” che non vada in onda il servizio

“Sconto milionario del Garante della Privacy a Meta”: l’anticipazione di Report irrita l’Authority. Che “auspica” che non vada in onda il servizio

Attualità

06/11/2025

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

Il caso della mega sanzione al gigante del digitale sul primo modello di smart glasses fa irritare (di nuovo) l'Autorità che accusa il programma di "scarsa conoscenza o malafede". E annuncia "ogni opportuna valutazione in ordine alle iniziative da assumere nelle sedi competenti"

L’Autorità Garante della Privacy rischia di diventare garante soprattutto della propria privacy. All’annuncio di una nuova puntata dell’inchiesta di Report l’Authority chiede che il servizio non venga mandato in onda e nel frattempo avverte già da ora che la trasmissione – di cui è stato anticipato solo un breve stralcio al momento – sarà sottoposta a “ogni opportuna valutazione in ordine alle iniziative da assumere nelle sedi competenti”. La nuova puntata di Report ha come oggetto una vicenda che riguarda Meta – il gigante della tecnologia proprietario tra le altre cose di FacebookInstagram e Whatsapp – e una maxi-multa per il primo modello di smart glasses, accusato di violare la privacy non solo degli utenti ma anche delle persone riprese. Il garante mette nero su bianco in una nota che l’inchiesta è “destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della disciplina della materia o, peggio, di mala fede“.

Secondo l’inchiesta, come racconta in un’anticipazione lo stesso Report sui suoi canali social, i dipartimenti del Garante avevano proposto una sanzione da 44 milioni di euro, ma il collegio non era d’accordo. Dopo un primo ridimensionamento a 17 milioni, il giorno successivo a un incontro tra Agostino Ghiglia, componente dell’Autorità in quota Fratelli d’Italia, e Angelo Mazzetti, responsabile delle relazioni istituzionali di Meta in Italia, la multa sarebbe stata ulteriormente abbassata a 12 milioni e mezzo di euro: uno sconto di oltre 32 milioni.

Nei verbali interni del Garante, mostrati da ReportGinevra Cerrina Feroni – vicepresidente dell’Authority – sottolinea il rischio di un possibile danno erariale: “Qui una sanzione di 44 milioni che noi non irroghiamo… ci possono essere altri profili di responsabilità, perché quei soldi entrano nelle casse dello Stato”. Il 16 ottobre 2024 Ghiglia e Mazzetti vengono immortalati insieme a ComoLake 2024, il forum sull’innovazione digitale promosso dalla Presidenza del ConsiglioIl giorno dopo il collegio ammorbidisce la posizione verso Meta e la sanzione scende dallo 1% allo 0,28% del fatturato annuo. Un episodio che, secondo Report, solleva nuove ombre sull’indipendenza dell’Autorità e sui rapporti tra il Garante e le Big Tech che dovrebbe controllare.

Da qui “l’auspicio” dell Garante della Privacy che “il programma si astenga dal trasmettere, nei termini annunciati, il servizio”, poiché – viene sottolineato dall’Authority – come “nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale” sia “mai stato configurabile nel corso del procedimento”. Il Garante spiega che nell’ambito del procedimento su Meta il collegio dei componenti “ha ritenuto – all’esito di un’articolata discussione di una fattispecie nuova e particolarmente complessa mai affrontata da nessuna altra Autorità di protezione dei dati personali in Europa – di non aderire a una mera proposta sanzionatoria proveniente dagli uffici responsabili dell’istruttoria, non condividendone i presupposti di fatto e diritto”. Quindi la riduzione della sanzione c’è stata effettivamente, ma per l’Authority “è il risultato dell’ordinaria e naturale dialettica tra gli uffici dell’Autorità e il Collegio del Garante, una dialettica codificata nella disciplina vigente che, appunto, assegna ai primi il compito di condurre l’istruttoria e formulare una proposta di decisione e, al secondo, quello di assumere, sulla base degli atti dell’istruttoria medesima e delle regole del diritto, la decisione finale. La non corrispondenza tra proposta e decisione finale è, pertanto, fisiologica e insuscettibile anche in astratto di configurare qualsiasi ipotesi di danno erariale ogni qualvolta il Collegio ritenga di discostarsi da una più severa proposta sanzionatoria degli uffici”. Nessuna precisazione al momento né sulla dichiarazione della giurista Ferroni né sulla circostanza dell’incontro tra Ghiglia e Mazzetti.

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