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‘Se insistete con le guerre, combattetevele voi’. Renitenza alla leva

‘Se insistete con le guerre, combattetevele voi’. Renitenza alla leva

La renitenza alla leva è diventato un fenomeno di massa europeo. In Ucraina, la nuova legge di mobilitazione che rende arruolabili tutti i maschi di età compresa tra i 18 e i 60 anni, e rende ancora più severi i controlli. Unica via l’espatrio anche clandestino. Il 54% degli ucraini capisce e approva, segnala uno studio. Dati dalla Russia con ormai pochi osservatori attenti, solo la generica «esplosione del turismo estero di lunga durata», nella fascia di età militare, dalla vicina Serbia all’Asia infinita.
Mentre la troppo esaltata conferenza in Svizzera, solo alleati a sostegno di armamenti, perde via via ‘partecipanti Alti’, dagli Stati Uniti alla Cina.

Ucraina: armiamoci e partite

Kiev: la legge marziale e la nuova legge sulla mobilitazione sono in vigore fino alla metà di agosto. Vengono rinnovate ogni 90 giorni. Accade così dal febbraio del 2022, ma ogni volta c’è un giro di vite in più. E nuovi aggiornati accorgimenti per evitare di finire al fronte.

«La risposta dell’opinione pubblica ucraina è sempre più scettica», rileva la stampa internazionale. E i centri di reclutamento devono ammettere che circa 94.500 uomini, recentemente, non hanno riposto alla chiamata alle armi. «Un dato ufficiale che evidentemente nasconde una realtà ancora più consistente», avverte Mao Valpiana sul Manifesto. Tutti i maschi di età compresa tra i 18 e i 60 anni sono arruolabili, secondo il recente decreto presidenziale sulla mobilitazione che restringe sempre di più i casi di esenzione o differimento previsti dalla legge sul servizio militare. Un decreto fortemente impopolare, che i giovani studenti universitari o lavoratori rifiutano radicalmente, fino a preferire l’espatrio, anche se illegale.

Il ministro

Per tentare di arginare il fenomeno, il Ministro degli Esteri Kuleba ha disposto che i consolati esteri ucraini nei paesi europei non forniscano più alcun servizio ai cittadini ucraini espatriati in età di coscrizione: «Il nostro paese è in guerra. Trovarsi all’estero non esonera il cittadino dai suoi doveri verso la patria».

I numeri veri

Attualmente il personale a disposizione delle forze armate ucraine è attorno alle 800.000 unità (di cui 62.000 donne, volontarie). Sono invece 860.000 gli uomini adulti ucraini che si trovano all’estero, di cui si stima 650.000 in età militare, per evitare di essere mandati al fronte, che da adesso non potranno rinnovare i passaporti in scadenza o ottenerne di nuovi, né ricevere documenti e certificati ufficiali. Molti di loro rischiano di perdere la cittadinanza ucraina, ma nonostante questo, il provvedimento sembra non essere efficace.

«Di fatto, siamo di fronte al più grande fenomeno di renitenza alla leva registrato in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Un fenomeno che il 54% degli ucraini, secondo il sondaggio dell’Istituto di Sociologia di Kiev, comprende e approva»

Il Vescovo e ‘la patria sull’orlo del tracollo’

«I renitenti alla leva si possono capire: nessuno vuole morire», ma il vescovo cattolico di Odessa, Stanislaw Szyrokoradiuk, condanna, tanto da chiedere ai suoi compatrioti fuggiti all’estero di tornare in Ucraina: «Se amiamo la nostra patria, dovremmo difenderla insieme».

Tante armi, poca truppa: tutti ‘abili arruolati’

Dopo 27 mesi di guerra, con il rischio di un tracollo militare sul campo, il governo di Zelensky si ritrova con una bassissima disponibilità di uomini da combattimento, ma paradossalmente con una nuova potenza di fuoco tecnologica in arrivo dagli alleati europei e americani. Tante armi, poca truppa. È forse per questo che un recente decreto (motivato anche dall’alto livello di corruzione nel mondo militare) impone ai medici in divisa di non praticare la ‘rivedibilità’ per le reclute: o idonei o non idonei, e tutte le pratiche dei «parzialmente idonei» devono essere riesaminate.

L‘Obiezione di coscienza’ diventa tradimento

Espatriare sembra essere l’unica soluzione per chi rifiuta la guerra e cerca soluzioni di pace, poiché la strada legale per esercitare il diritto umano all’obiezione di coscienza con servizio civile alternativo, addirittura prevista dalla Costituzione, non è più contemplata. E Yurii Sheliazenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino è stato persino accusato di giustificare l’aggressione russa per una sua dichiarazione di pace per l’Ucraina e il mondo, dove condannava esplicitamente l’invasione del febbraio 2022. L’11 giugno, vigilia della ‘conferenza di pace’ in Svizzera, processo a Sheliazenko con possibile condanna fino a 5 anni di carcere.

La Pace si fa col nemico

«Ucraina, Biden non va al vertice ‘di pace’ e gli Himars americani vanno in guerra». La guerra in Ucraina non finirà sul Bürgenstock, il sontuoso resort che sovrasta il lago di Lucerna, avverte Ester Nemo. Ed è inganno chiamarla ‘conferenza di Pace’ visto che manca l’interlocutore con cui la pace occorrerebbe farla, e che sarà l’occasione per sollecitare ancora più aiuti e armi per la guerra.

Lo denuncia apertamente la Cina che, a seguire l’assenza del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, non parteciperà alla conferenza di pace sull’Ucraina «a causa della mancanza delle condizioni primarie, tra cui le contestuali presenza e riconoscimento da parte di Mosca e di Kiev». Pechino ha comunicato la sua decisione lamentando tra l’altro «L’assenza della partecipazione paritaria di tutte le parti coinvolte e di una discussione equa di tutte le proposte disponibili».

04/06/2024

da Remocontro

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