19/10/2025
da Il Manifesto
Come fosse l'America .Tutti i cinque quartieri scendono in piazza. La manifestazione principale a Times Square. I poliziotti: «Troppi» da contare
Già dal giorno precedente a New York si vedevano gruppi di persone preparare cartelli e striscioni No Kings per la manifestazione di ieri: cinque cortei, uno per ogni quartiere della città, dove le persone hanno cominciato a radunarsi ben prima dell’orario stabilito: le 11 del mattino locali, le 17 italiane. La manifestazione principale, quella di Manhattan, aveva Times Square come punto di partenza: già dalle 10 si era formato un miscuglio di turisti e manifestanti con i secondi che, man mano che passava il tempo, hanno sovrastato i primi.
I PIÙ CONFUSI sono stati gli attori in costume che a Times Square fanno le foto con i turisti, e che venivano scambiati per attivisti, visto il numero di manifestanti arrivato in maschera: uno degli elementi caratterizzanti di questa ondata di proteste sono i costumi, specialmente quelli gonfiabili. Un’armata di unicorni, papere, dinosauri, rane, topolini, Winnie the Pooh si è riversata nelle strade per dire no a questa amministrazione, su tutta la linea.
«Non so davvero cosa mi preoccupi di più – dice Noah, 56 anni, che è a Times Square con sua figlia Sarah di 25 anni – Nel 2017 eravamo a Washington alla Women’s March, era la prima manifestazione di mia figlia. Abbiamo fatto cortei per 4 anni e siamo pronti a rifarlo. Oggi sembra che finalmente l’America abbia cominciato a reagire. Trump pensa che il suo potere sia assoluto, ma in America non abbiamo re. Qui a New York aspettiamo l’elezione del sindaco, con Mamdani le cose andranno meglio, Trump non la prenderà bene e invierà la Guardia nazionale. Affronteremo anche questo».
Dello stesso parere è anche Peter, 35 anni, che è arrivato a Times Square vestito da Batman con un cartello contro l’Ice, Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia governativa che sta operando arresti violenti di immigrati senza documenti. «Oggi sono qui perché so che la Guardia Nazionale arriverà anche da noi, dopo Washington DC, Chicago e Portland, e il messaggio che voglio mandare al presidente è ‘be NY guest’, accomodati, ti stiamo aspettando».
IL CORTEO SFILA con poca polizia ai lati, in un clima tranquillo. Non ci sono elicotteri, non si percepisce alcuna tensione, i manifestanti arrivano a scherzare e chiacchierare con i poliziotti, una scena che a New York non si vedeva da anni – almeno dalle manifestazioni contro l’intervento di Bush jr. in Iraq. Qquando chiediamo a un agente se ha delle stime sull’affluenza lui ride, e risponde: «Tantissimi. La stima precisa è un sacco di gente».
Alle 14 locali a Times Square c’era ancora gente che aspettava di mettersi in marcia, mentre la testa del corteo era arrivata da tempo alla 14esima Strada, a quasi 3 km e mezzo di distanza, dove si era formata una festa spontanea, con musica, balli e canti. «È liberatorio per un giorno essere circondati da persone così – dice Lena, 27 anni – Vengo da una zona della Pennsylvania molto reazionaria. Avevo bisogno di respirare di nuovo».
«Trump e i suoi capiscono una cosa sola, i soldi – dice Robin 47 anni – Uno sciopero generale qui è una cosa difficile vista la precarietà dei nostri contratti di lavoro, ma bisogna pensare a qualcosa di questo genere, bisogna fermare tutto perché tutto sta crollando».
Durante tutto il percorso del corteo, ogni cinqe isolati ci sono punti di ristoro, medici, bottigliette d’acqua e cartelli per chi non li ha portati. Vengono distribuite mappe dove sono segnalati tutti i bagni disponibili sulla settima Avenue fra Times Square e 14esima strada, il percorso del corteo.
«C’È UN MARE di gente, non so quanto ma è un mare – dice uno dei volontari che distribuisce i cartelli – ora dobbiamo restare in piazza ma era importante cominciare».