Sicilia e Sardegna già in crisi idrica: in decine di comuni bisogna già razionare l'acqua, l'Italia a secco pure d'inverno.
Siamo ancora nel pieno dell’inverno ma è già allarme siccità in Sicilia e Sardegna. Sembra un paradosso eppure è la nuova normalità, frutto del cambiamento climatico, con cui dobbiamo imparare a convivere come denunciato nell’ultimo rapporto dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi). Malgrado il mese di gennaio sia sempre stato piovoso, nelle due regioni insulari è già crisi idrica a causa di precipitazioni che quest’inverno sono state pressoché inesistenti e temperature molto al di sopra della media.
CRISI IDRICA IN SARDEGNA E SICILIA
Drammatica la situazione in Sardegna dove gli invasi regionali sono già ad un livello d’emergenza rossa nei comprensori Nord Occidentale, Alto Cixerri, Posada ed Ogliastra. Tanto per avere idea del dramma in corso, a causa del clima impazzito e del caldo fuori stagione, la richiesta d’acqua è stata superiore alla media storica. Proprio per questo, complice le scarsissime precipitazioni, nel solo mese di dicembre si è registrata una riduzione di oltre 14 milioni di metri cubi nella disponibilità idrica presente negli invasi. Numeri alla mano si stima che mancano all’appello circa 380 milioni rispetto alla media degli anni recenti e, cosa ben peggiore, secondo l’Autorità Bacino Regionale della Sardegna il bilancio è negativo anche in rapporto all’anno scorso.
Sfortunatamente non va affatto meglio in Sicilia dove la crisi idrica, certificata dalla Regione guidata da Renato Schifani, ha già comportato il razionamento dell’acqua in 39 comuni nell’area di Palermo, Agrigento e Caltanissetta. Un’emergenza frutto di tre mesi consecutivi di estrema siccità, con “piogge pressoché assenti e temperature che hanno superato ogni record: al primo dicembre, le riserve idriche negli invasi erano inferiori di ben 45,6 milioni di metri cubi (-13%) rispetto ad un anno prima e mancano all’appello circa 54 milioni e mezzo di metri cubi sulle medie più recenti” come certificato dal Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia. Situazione che non è granché migliorata neanche dopo la recente ondata di maltempo che “ha investito l’isola nei giorni scorsi, con abbondanti cumulate di pioggia con punte che hanno sfiorato 100 mm in 24 ore a Monreale e Ragusa; trombe marine hanno interessato i comuni di Terrasini, Capo d’Orlando, Portopalo di Capo Passero, Patti; grandinate su Ragusano e Trapanese”.
AL NORD SITUAZIONE BEN DIVERSA
Situazione diametralmente opposta al Nord dove i grandi laghi Maggiore, Lario e Benaco mantengono livelli idrici superiori alle medie. L’unica nota negativa è il Sebino che è sceso di circa 12 centimetri sotto la normale altezza del periodo. A riprova dell’esistenza di un Paese diviso in due c’è il dato proveniente dalla Valle d’Aosta che a dicembre 2023 ha registrato un mese più piovoso del solito, con 67 millimetri di piogge a fronte dei 54 millimetri che costituiscono la media mensile.
“In Piemonte, lo scarto pluviometrico medio di Dicembre si attesta a -23% con grandi differenze tra le zone alpine dove si registra un surplus del 50% e quelle di pianura, dove il deficit va dal 60% a circa l’80 per cento. Considerando l’intero anno, lo scarto è stato -8 per cento. L’anomalia termica di Dicembre ha toccato +2,5 gradi” prosegue il rapporto Anbi. In Lombardia la situazione è complicata con la portata del fiume Adda, pur in discesa, che si mantiene superiore alla media ma dove “il caldo anomalo e la scarsità di piogge a fine anno hanno inciso sul bilancio delle riserve idriche (-8,9% sulla media) e di quelle nivali, che ad inizio 2024 erano inferiori alla media di oltre il 40% e soltanto poco più del 3 per cento superiori a quelle del siccitosissimo inizio del 2023”.
“Per questo motivo, le abbondanti riserve idriche ancora trattenute nei laghi e negli invasi artificiali rappresentano una preziosa cassaforte per i mesi a venire, confermando il bisogno di un piano nazionale per nuove infrastrutture idrauliche con funzioni calmieratrici tra i periodi di troppa e di scarsa disponibilità d’acqua” commenta il presidente di Anbi, Francesco Vincenzi. Ben peggiore la situazione nel centro-sud dove, oltre all’emergenza in Sicilia e Sardegna, si segnalano le difficoltà in Puglia e soprattutto in Basilicata dove i bacini lucani fanno registrare riserve “assai inferiori all’anno scorso” così “come il deficit che è più contenuto, ma ugualmente importante, negli invasi del Tavoliere”
12/01/2024
da La Notizia