Il coordinamento dei lavoratori e delle lavoratrici del turismo lancia una giornata di mobilitazione nazionale il 6 luglio a Rimini per portare in piazza la propria voce e rivendicare diritti e dignità, durante uno degli eventi simbolo dello sfruttamento stagionale in Riviera.
Non sono i lavoratori o la voglia di lavorare a mancare, ma i diritti e un salario dignitoso!
Anche quest’anno come Slang USB abbiamo lanciato la campagna Cercasi Schiavo per denunciare le condizioni di lavoro precarie e sottopagate, presenti in tutto il Paese, all’interno della ristorazione e del turismo. Lavoro nero e grigio, salari da fame, contratti che non rispecchiano orario e mansioni, carichi di lavoro usuranti e molestie di genere: questa è la quotidianità a cui sono costretti ogni giorno i lavoratori e le lavoratrici di un comparto che si regge strutturalmente su precarietà, sfruttamento e condizioni di lavoro che rasentano la schiavitù.
Mentre il costo della vita continua ad aumentare, il rinnovo del contratto collettivo nazionale più rappresentativo nel settore, siglato e sbandierato da cgil-cisl-uil come una grande vittoria, prevede aumenti di appena duecento euro spalmati nell’arco dei prossimi tre anni: briciole nemmeno sufficienti a coprire l’inflazione attuale; e che, a fronte di 54 miliardi annui di profitti che il presidente di FIPE-Confcommercio Stoppani ha tenuto tanto a sottolineare essere mossi dal comparto nella ripresa post-pandemia, ne redistribuiscono appena una misera parte a chi produce realmente la ricchezza di quelle imprese.
Nonostante i politici e le associazioni datoriali continuino a rappresentare la ristorazione e turismo come il fiore all’occhiello dell’economia nazionale, i controlli dell’Ispettorato del Lavoro nel settore, che da solo copre la metà dei contratti a chiamata aperti, hanno rilevato una percentuale di irregolarità del 76%. Dati che inchiodano alle loro responsabilità i vari padroncini che negli ultimi anni hanno pianto lacrime di coccodrillo per la mancanza di manodopera e chi, come il governo Meloni, si è fatto rappresentante dei loro interessi di profitto, eliminando una delle poche misure come il reddito di cittadinanza che permetteva a tanti giovani, donne e lavoratori stranieri di sottrarsi a condizioni di lavoro indegne.
Sono proprio le categorie più fragili del nostro Paese, infatti, che tengono in piedi questo settore e che sempre più spesso decidono di fuggire all’estero o di dimettersi in cerca di condizioni migliori: sintomo di un sistema che dalle grandi catene ai piccoli proprietari batte cassa sul costo del lavoro, sfruttando anche la ricattabilità di chi ha bisogno di un permesso di soggiorno.
Tutto ciò in un paese dove i salari non crescono da trent'anni e dove non esiste una legge sul salario minimo che costituisca un argine alla contrattazione al ribasso dei sindacati concertativi e un pavimento salariale sotto al quale nessun datore possa scendere.
Per quanto le Santanchè e i Briatore di turno continuino a dipingere le giovani generazioni prive di voglia di lavorare e spirito di sacrificio, al contrario, siamo proprio noi costretti in condizioni di povertà nonostante lavoriamo tutto il giorno, al ricatto di una vita precaria o a rischiare la vita lavorando spesso senza misure di sicurezza sotto datori che rimangono ancora impuniti anche quando uccidono, come per il bracciante agricolo Satnan Singh.
Come Slang USB continuiamo la campagna di denuncia per rivendicare condizioni dignitose di lavoro, stagionale e non, e a lottare uniti e unite per informarci, difenderci dall’attacco padronale e costruire un argine allo sfruttamento. Vogliamo una legge sul salario minimo, il rispetto del giorno di riposo, di livelli, mansioni e maggiorazioni, lavoro pubblico su suolo demaniale, contrasto alle molestie di genere e salute e sicurezza sui posti di lavoro!
Il 6 luglio a Rimini, nel corso della notte rosa, saremo ancora una volta presenti in piazza per ribadire che un’alternativa allo sfruttamento esiste e per dare un segnale di riscatto collettivo che, come giovani lavoratori e lavoratrici, sappiamo essere possibile solo nella lotta.
Non saremo carne da macello per i loro profitti.
Schiavi mai – schiave mai
05/07/2024