L’orrore provocato dalle atrocità della seconda guerra mondiale aveva aperto la via a una resipiscenza della coscienza umana. E’ stato così possibile istituire l’”Onu” con la finalità di assicurare la pace nel mondo, creare “Costituzioni democratiche”, “Dichiarazioni a tutela dei diritti umani”, “Corti internazionali di Giustizia”, ed anche un complesso di norme di “diritto internazionale” a tutela delle giuste relazioni tra i Popoli. Insomma, è prevalsa l’idea della “solidarietà umana”, sia all’interno dei singoli Stati, sia nelle relazioni tra Stati, alla quale si è aggiunto poi la consapevolezza di dover proteggere “l’immensa vita che ci circonda”, e cioè “l’ambiente”.
In questo quadro, è apparso chiaro che l’economia, come di recente ha notato Papa Francesco, deve “rispettare” la “vita”, individuale e universale, e che, a tal fine, il sistema economico da adottare deve assicurare soprattutto una equa “distribuzione della ricchezza” tra tutti gli uomini, e, quindi, una sostanziale eguaglianza economica e sociale.
Ma l’istinto di “sopraffazione”, insito nell’animo degli uomini più spregiudicati, era tuttavia rimasto vivo sotto la cenere, e presto gli “oligarchi” e gli “aspiranti oligarchi” si sono dati da fare per sradicare questo raggiunto ordine sociale e giuridico, ponendosi l’obiettivo di “disintegrare” gli “Stati”, e cioè i “Popoli”, privandoli del loro patrimonio industriale e commerciale in “proprietà pubblica demaniale”, impadronendosi di esso, ed impedendo così ai governi il perseguimento degli interessi generali di tutti i cittadini, ormai resi inermi e impossibilitati a reagire.
A questo fine, essi hanno utilizzato soprattutto l’apporto culturale di quelle Scuole economiche, che hanno proposto, in luogo del sistema economico produttivo di stampo keynesiano, secondo il quale: la ricchezza deve essere distribuita alla base della piramide sociale e lo Stato (e cioè il Popolo) deve intervenire nell’economia, un opposto sistema economico, che il tedesco Alexander Rustow ha denominato “neoliberista”, secondo il quale: la ricchezza deve essere nelle mani di pochi, tra questi pochi deve sussistere una forte competitività, e lo Stato (e cioè il Popolo) non deve intervenire nell’economia. In tal modo l’intera economia viene “privatizzata”, diventando un appannaggio esclusivo di singoli privati.
Per attuare questo obiettivo gli oligarchi si sono serviti degli immancabili “cortigiani”, definiti in un’opera di Giuseppe Verdi “razza vile e dannata”, e attraverso di loro sono riusciti a piegare le Istituzioni a loro vantaggio, ottenendo numerose leggi incostituzionali, le quali, con le micidiali “liberalizzazioni” e “privatizzazioni”, hanno sottratto agli Stati (e cioè ai Popoli) la loro ricchezza in “proprietà pubblica”, e, con essa, lo stesso potere di governare l’economia. Così l’ordine giuridico e sociale sopra accennato è stato praticamente distrutto.
La notizia che la società Starlink, di Elon Musk, abbia occupato lo spazio, con seimila satelliti per fornire un efficientissimo sistema di comunicazioni, e che il nostro governo potrebbe stipulare con essa un contratto per le comunicazioni anche di carattere militare o di sicurezza interna, ponendole nelle mani di un privato, ha fatto sobbalzare molti politici e molti giuristi, e persino Meloni si è rammaricata dell’assenza di un soggetto pubblico cui affidare tale compito. Ma dove erano questi soggetti quando, per trentacinque anni, come sopra accennato, leggi incostituzionali hanno “liberalizzato” lo spazio (si pensi alle frequenze televisive e alle rotte aeree) ed hanno “privatizzato” l’intero patrimonio pubblico, industriale e commerciale, del Popolo italiano?
Ora abbiamo una sola via d’uscita che richiede coraggio e sacrifici: dobbiamo ricostituire il nostro patrimonio industriale e commerciale in “proprietà pubblica demaniale”, restituendo allo Stato e al Popolo la loro forza e la loro dignità.
13/01/2025
da Il Fatto Quotidiano
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale