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‘Stile Netanyahu’, e la guerra si trasferisce anche in Israele

‘Stile Netanyahu’, e la guerra si trasferisce anche in Israele

Politica estera

12/11/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

'Stile Netanyahu’, e la guerra si trasferisce anche in Israele. Partita interna pre elettorale: Netanyahu contrario a una commissione d’inchiesta indipendente sul 7 ottobre 2023 e sulla catena di errori che ha portato l’attacco di Hamas a causare oltre 1.200 morti e il rapimento di 250. Alla Knesset la legge di Ben Gvir per la pena di morte ai «terroristi palestinesi» in Cisgiordania, colpiti dai Coloni ladri e spesso assassini. Per Gaza, ‘forza a oltranza’ modello di ‘cessate il fuoco’ israeliano.

 

Verità vietata sul 7 ottobre di Hamas in Israele

I fatti del 7 ottobre 2023 e la tragica catena di errori, inazioni e corresponsabilità che ha portato l’attacco di Hamas oltre i confini di Gaza a causare oltre 1.200 morti e a provocare il rapimento di 250 civili. Netanyahu prova a imporre il suo No a una vera inchiesta. Dalle informazioni all’intelligence militare al caso delle pattuglie sospese prima dell’alba del giorno più sanguinoso della storia d’Israele, e altri punti oscuri di due anni fa. Netanyahu si oppone che a indagare sia una commissione nominata dalla Corte Suprema, organo che ritiene ‘viziato da un pregiudizio nei suoi confronti’. L’Alta Corte, il 15 ottobre scorso, ha dato al governo un termine di 30 giorni per istituire una commissione indipendente.

Le accuse degli ex ufficiali dell’Idf

Ma la pressione su Netanyahu sale nel Paese, come rileva Andrea Muratore. Il capo di Stato Maggiore Eyal Zamir ha dovuto prendere atto dell’esito di un’inchiesta di ex alti ufficiali militari che ha letteralmente fatto a pezzi le precedenti indagini sul 7 ottobre. Gli ex ufficiali hanno criticato la conduzione autoassolutoria dell’indagine interna, e le scelte di Zamir di giudicare i percorsi di carriera degli ufficiali in base alla loro opinione sul 7 ottobre. «Nessuno nel governo si assume la responsabilità», attacca l’ex premier e capo dell’opposizione Yair Lapid: «Nessuno dice: mi dispiace, mi vergogno! Ma se qualcuno è a capo di un sistema la responsabilità è sua!».

Partita politicamente rovente

Durissimi i famigliari delle vittime, secondo cui «Netanyahu sta oltrepassando una linea rossa. Non lasceremo che la responsabilità venga sepolta insieme ai nostri caduti. Vogliamo una commissione d’inchiesta per volontà dell’intero Paese». Netanyahu accusato di non tenere alla vita degli ostaggi di Gaza con la sua campagna aggressiva in estate, chiamato a più miti consigli dagli Usa per la conclusione del cessate il fuoco e ora bersagliato sul fronte interno. «Già la volontà di farlo da parte dell’intelligence interna, lo Shin Bet, portò alla guerra tra Netanyahu e l’ex direttore Ronen Bar, finito silurato dall’incarico.

  • Ora sarà molto difficile per il premier giustificare l’opposizione a qualcosa che è chiesto a gran voce da fette ampie della società del suo Paese. «E capire cosa è stato (o non è stato fatto) nella notte più buia del suo governo e di Israele».

Cisgiordania e barbarie

Pena di morte ed espulsioni, il futuro che vuole Itamar Ben Gvir per la Cisgiordania. Michele Giorgio sul manifesto da Gerusalemme: «Gli avvocati erano riusciti a strappare ai giudici israeliani lo slittamento di qualche settimana degli ordini di espulsione di decine di famiglie palestinesi a Silwan, ai piedi della città vecchia di Gerusalemme. Ma due, la Odeh e la Sweiki, domenica hanno visto occupata e confiscata la loro casa. Un’altra, la Rajabi, ha ricevuto la ‘visita’ della polizia e presto perderà la sua abitazione. L’ombra dei coloni israeliani e della legge israeliana a senso unico grava sempre di più su Silwan e sui rioni di Batn al Hawa e Bustan».

«Pena di morte per i terroristi» (palestinesi)

Gli sfratti politici nella zona araba della città occupata da Israele nel 1967 diventano esecutivi con l’impiego di decine di poliziotti. Mentre il ministro israeliano della Sicurezza, Itamar Ben Gvir preme in parlamento per «mandare davanti al boia coloro che avranno commesso l’omicidio di un israeliano per motivi nazionalistici». Quindi solo i palestinesi. Durante i due anni di offensiva contro Gaza, al riparo dagli obiettivi delle telecamere, i coloni e le autorità israeliane sono riusciti a cambiare il volto di Silwan. Poi Cisgiordania occupata. Nel villaggio di Umm al-Khair, a sud di Hebron, quattordici strutture, tra cui il centro comunitario e la serra, saranno demolite. Nei villaggi cisgiordani, nel frattempo, non si arrestano gli attacchi dei coloni contro gli uliveti.

  • Tra i 14 palestinesi feriti a Beita, anche cinque giornalisti picchiati dai coloni. Dall’ottobre 2023, la violenza e gli spari dei coloni sono aumentati drasticamente: oltre mille palestinesi sono stati uccisi e migliaia arrestati.

L’offensiva a oltranza di Israele

  • Netanyahu intanto spiega la sua idea di ‘cessate il fuoco’. «Il cessate il fuoco per Israele è e sarà sempre armato». Netanyahu alla Knesset, chiamandolo «modello Libano» che verrà esportato a Gaza e che «rimarrà in vigore fino a ché Tel Aviv percepirà nemici o minacce». «Un altro modo di dire per sempre», come rileva Eliana Riva. «Lo ripete quotidianamente da quando ha firmato il piano di cessate il fuoco presentato da Trump».

 

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