Lo ‘show’ con Musk nell’intervista a due concessa a Fox News. Strali di Trump anche all’Europa “incapace di portare la pace”. Con una svolta di 180 gradi rispetto agli ultimi tre anni di politica estera americana, Donald Trump si allinea alla posizione russa sulla guerra in Ucraina e liquida Volodymyr Zelensky come un «dittatore mai eletto» e un «comico mediocre» che è riuscito ad ottenere centinaia di miliardi dagli Stati Uniti per «una guerra che non avrebbe mai vinto».
Lo strapotere miliardario Usa
Il presidente Usa che la settimana scorsa ha incassato il no del leader di Kiev alla proposta di consegnare agli Stati Uniti la metà delle terre rare ucraine in cambio del loro sostegno militare, sostiene che l’Ucraina è responsabile dell’invasione russa iniziata nel 2022, e si è scagliato con ferocia contro il capo di Stato ucraino. «Zelensky ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato sono mancanti. Si rifiuta di indire elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stato suonare Biden come un violino», ha scritto Trump sul suo social Truth. Il tycoon preferisce le comunicazioni ‘non convenzionali’. Compresi i ‘duetti mediatici’ con Elon Musk. L’ultimo, martedì sera su Fox News.
Zelensky, vendetta Biden, poi Europa
Zelensky ha risposto alle accuse di aver provocato la guerra dicendo che il presidente degli Stati Uniti è intrappolato in una ‘bolla di disinformazione russa’. «Zelensky farebbe meglio a muoversi in fretta altrimenti non gli rimarrà più un Paese», ha continuato il capo della Casa Bianca. L’Amministrazione Trump, dunque, accelera per una soluzione della guerra in Ucraina concentrandosi sulle trattative con la Russia e lasciando Zelensky isolato e forte solo del sostegno dell’Europa, a sua volta rimasta fuori dalle trattative di Riad. Non a caso Trump ieri ha rimproverato anche il Vecchio Continente, che «ha fallito in Ucraina per non aver ottenuto la pace e ha speso meno degli Stati Uniti per una guerra che lo tocca da vicino».
Gli ‘euro-atlantici’ costretti e diventare anti-americani
L’Europa nella trappola americana è un bel titolo-commento. Con l’invadente Zelensky prima usato da Biden e poi gettato di Trump che ci suscita simpatia. Adesso di impone la ‘pace imperiale’ di Trump e l’Europa, per cercare di esistere, è costretta a inseguire Macron che non ne ha azzeccata una in casa sua. Rispetto a un Paese vittima su due fronti, che ha già perduto il 20% della popolazione e 900mila tra renitenti alla leva e disertori.
Ora la guerra in Ucraina è un affare
Svelata senza più la retorica democratica la guerra per procura, molti piccoli leaders europei balbettano in assenza del Retore guida. Con Trump che non insegna: ordina. E finalmente anche in più bigotti d’atlantismo scoprono che guerra nel cuore dell’Europa è stata un affare per gli Stati Uniti e la rovina di casa Ue. Certo la responsabilità russa dell’invasione nessuno la può contestare, ma ora qualcuno in Europa dovrebbe i ripensare alla politica di allargamento-sfida della Nato, a Maidan, e alla violazione degli accordi di Minsk senza fare nulla per impedirlo.
Europa arrogante e sciocca
«L’Europa raccoglie quello che ha seminato, tenendosi lontana da ogni tentativo negoziale», denuncia Andrea Fabozzi sul manifesto. Poi -ammettiamolo tra di noi-, che Trump sia un personaggio deprecabile armato di pessime intenzioni, non assolve la pessima gestione della crisi da parte di Biden in questi tre anni, con lo scodazzo di osannati di Bruxelles, Roma o Berlino, prigioniere di un servilismo suicida. E novelle ‘prefiche’, a piangere per il gas pagato cinque volte più e sempre più armati. Con meno ospedali, scuole e sicurezza sociale. E l’ostinazione bellicista di Macron.
Europa auto intrappolata
Europa auto-intrappolata per stupidità collettiva. E Mario Draghi è tra i pochi che ha il coraggio di ammetterlo, anche se indirettamente. «Quando mi chiedete cosa sia meglio fare ora, io dico che non ne ho idea. Ma fate qualcosa!». Una plateale manifestazione di impotenza al parlamento Ue che riporta Emiliano Brancaccio. Le confessioni da ultimo respiro: quello dell’Unione europea «afflitta da una letale paralisi nel mezzo della guerra economica mondiale in corso». E l’osannato rapporto sulla competitività che porta il suo nome? Sepolto assieme ai 500-800 miliardi di armamenti europei?
L’enorme debito Usa sulle nostre spalle?
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca segna il tentativo del capitalismo americano di scaricare il suo debito in primo luogo sugli alleati europei, annota Brancaccio. Imponendo alle imprese europee di arrivare al mercato americano a caro prezzo. Assorbire il debito statunitense anche quando offrirà rendimenti risibili e si svaluterà insieme al dollaro. Che potrebbe persino scoppiare. «Ed ecco che insistere nella ricerca di un’intesa economica anti-cinese con l’alleato americano appare sconsiderato anche a un atlantista della prima ora come Draghi».
Svolta neo-reazionaria fulminea
Donald Trump e il ‘presidente ombra’ Musk hanno cominciato a dare sostanza alla svolta neo-reazionaria ad una velocità inimmaginabile solo fino a qualche mese fa. Crociata neoreazionaria contro le donne, la comunità LGBQI+, i neri, l’ambientalismo dando una dimostrazione della velocità attraverso cui le piattaforme informatiche possono letteralmente cambiare i rapporti di forza e cancellare conquiste politiche e sociali. «Quello che l’economista e premio Nobel americano Paul Krugman –citiamo Tiziana Terranova-, definisce l’Auto Golpe di Trump (un colpo di stato in cui un leader arriva al potere legalmente attraverso le elezioni, ma vi rimane con mezzi illegali) si sta manifestando letteralmente come un colpo di stato informatico.
E su Google Maps il Golfo del Messico diventa improvvisamente Golfo d’America.
20/02/2025
da Remocontro