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“Trump ha detto a Zelensky di cedere il Donbass a Putin per non essere distrutto. Lite furibonda al bilaterale”

“Trump ha detto a Zelensky di cedere il Donbass a Putin per non essere distrutto. Lite furibonda al bilaterale”

Politica estera

19/10/2025

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

Il leader del Cremlino non intende arretrare rispetto alle richieste che hanno finora bloccato ogni trattativa, nonostante l’ottimismo espresso dal presidente Usa. Ma presidente ucraino frena: "Non daremo ricompense ai terroristi"

Il presidente russo Vladimir Putin, nella telefonata di giovedì scorso con il presidente statunitense Donald Trump, ha chiesto che Kiev ceda il pieno controllo della regione di Donetsk come condizione per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo riporta in esclusiva il Washington Post, citando due alti funzionari a conoscenza della conversazione.

Secondo le fonti, l’insistenza di Putin su Donetsk — area strategica dell’Ucraina orientale contesa dal 2014 — indica che il leader del Cremlino non intende arretrare rispetto alle richieste che hanno finora bloccato ogni trattativa, nonostante l’ottimismo espresso da Trump sulla possibilità di un accordo. Dall’inizio del conflitto, Mosca tenta senza successo di consolidare il controllo del Donetsk, dove le forze ucraine sono radicate da anni in una regione considerata un baluardo contro l’avanzata russa verso la capitale Kiev.

Proprio il territorio di Donetsk e più in generale il Donbass sono stati argomenti chiave dell’incontro alla Casa Bianca tra Trump e il leader ucraino Zelensky. Secondo quanto rivelato dal Financial Times, infatti, il presidente Usa avrebbe esortato il leader ucraino ad accettare le condizioni imposte dalla Russia, avvertendo che Putin aveva dichiarato che avrebbe “distrutto” l’Ucraina se non avesse accettato. In particolare il tycoon avrebbe insistito affinché Zelensky consegnasse l’intero Donbass a Putin. L’incontro sarebbe sfociato più volte in una “lite furibonda”, con mappe della linea del fronte in Ucraina gettate addirittura via da Trump.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di venerdì con Trump, ha lanciato un appello agli alleati. “L’Ucraina non darà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner per mantenere questa posizione”, ha scritto su X. Zelensky, che non ha ottenuto i missili Tomahawk, ha chiesto “passi decisivi a Usa, Europa, G20 e G7”, sottolineando che “Putin non può essere fermato con le parole”. “Le vite vanno protette”, ha aggiunto. “Abbiamo acconsentito a un cessate il fuoco senza condizioni e offerto più volte modi per fermare gli attacchi, ma la Russia continua a ostacolare il processo, manipolando e intensificando i bombardamenti lungo la linea del fronte”. Solo nell’ultima settimana, secondo il presidente ucraino, Mosca avrebbe impiegato “oltre 3.200 droni d’attacco, 1.370 bombe guidate e circa 50 missili” contro il Paese. Zelensky ha anche auspicato che l’Europa diventi “completamente indipendente dall’energia russa” visto che gli Usa “sono pronti a fornire tutto il gas e il petrolio necessari per sostituire le forniture russe” e “la nostra regione dispone delle infrastrutture e del potenziale necessari per contribuire in modo molto più significativo all’indipendenza energetica dell’Europa”.

Intanto altre dieci persone sono rimaste ferite in un attacco con droni sulla comunità di Shakhtarska, nel distretto di Synelnyky, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito su Telegram il capo a interim dell’amministrazione militare regionale, Vladyslav Haivanenko, citato da Ukrinform. “Una donna è in gravi condizioni. Gli appartamenti di tre palazzi sono andati a fuoco”, ha spiegato Haivanenko. Colpite anche abitazioni e infrastrutture nelle comunità di Mezhyvska e Mykolaivska. Le truppe russe hanno inoltre bombardato la regione di Nikopol con artiglieria e droni: danni sono stati segnalati nel capoluogo e nella comunità di Pokrovska, dove il tetto di una casa ha preso fuoco.

Secondo il ministero della Difesa russo, invece, i sistemi di difesa aerea di Mosca avrebbero abbattuto 45 droni ucraini durante la notte, sopra diverse regioni della Federazione, tra cui Samara, Saratov, Rostov, Voronezh e la Crimea. Lo Stato Maggiore ucraino ha affermato che un altro attacco con droni ha colpito la raffineria di petrolio russa di Novokuibyshevsk, nella regione di Samara vicino a Orenburg, provocando un incendio e danneggiando le sue principali unità di raffinazione. L’impianto, gestito dalla compagnia petrolifera russa Rosneft, ha una capacità annuale di 4,9 milioni di tonnellate e produce oltre 20 tipi di prodotti a base di petrolio. Le autorità russe non hanno immediatamente riconosciuto la dichiarazione ucraina né hanno discusso di eventuali danni.

 

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