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Trump-Putin a Budapest da Orban in beffa a Ue e ‘volenterosi’

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Politica estera

20/10/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

La ‘Grande stampa’ a raccontarci Trump sul piede di guerra contro Vladimir Putin e la Russia e al fianco degli ‘alleati’ europei. E in Europa e Ucraina tutti si aspettavano l’annuncio della fornitura di missili da crociera Tomahawk a Kiev. Ne avessero azzeccata una. ‘L’istrione della Casa Bianca’, cambia, spiazza tutti e annuncia un nuovo summit con il presidente russo e niente Tomahawk a Kiev

Pre trattativa da adesso

Il segretario di stato americano Marco Rubio guiderà la delegazione statunitense in un primo incontro preparatorio con rappresentanti russi, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. E il premier ungherese ai margini Ue si gode la rivincita. E i Tomahawk, che secondo la propaganda avrebbe permesso agli ucraini di mettere finalmente in ginocchio la Russia, restano negli arsenali Usa anche per i dollari europei. Secondo il Center for Strategic and International Studies, gli Stati Uniti dispongono attualmente di 4.150 missili Tomahawk. Ma il Pentagono ha acquistato solo 200 unità dal 2022 e ne ha già utilizzate oltre 120 durante esercitazioni e altri nelle recenti operazioni contro gli Houthi yemeniti e l’Iran. Per il 2026 il Pentagono ha chiesto fondi per l’acquisto di ulteriori 57 Tomahawk, pensando a Iran e Venezuela.

Europa divisa tra tante contraddizioni

«L’Europa è consumata da una psicosi pro-guerra. Invece, i leader devono svegliarsi e assumersi la responsabilità di raggiungere una vera pace. Il momento di negoziare è adesso!». Orban davvero politicamente isolato in Europa?  Nel suo post Orban è tornato a puntare il dito contro la presidente della Commissione europea, «che viaggia per il mondo parlando di guerra senza alcun mandato, mentre i trattati dell’Ue assegnano chiaramente la politica estera e di sicurezza agli Stati membri». E se non ne parla lai, peggio la ‘ministra’ Kaja Kallas. Critiche persino dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius sui ‘proclami bellicosi fuori dal suo mandato’.

Putin arrestato a Budapest?

Provocazioni in’ legalese’, per non aver altro da dire. Putin sul suolo dell’Unione dove dovrebbero arrestarlo in base al mandato di cattura della Corte Penale Internazionale. Qualcuno vuole davvero scatenare la guerra mondiale? E Netanyahu con la traballante tregua a Gaza è diventao santo redento dal genocidio. Quindi la politica torna a fare i conti con la realtà, oltre la propaganda (quando ci riesce). Con chi brutalmente si fa i conti in tasca e dal ‘no Tomahawk all’Ucraina’ noi europei risparmieremo un bel po’ di euro. Perché sia chiaro, li dovremmo pagare (o li avremmo dovuti pagare). «E in ogni caso se la guerra finisse forse potremmo evitare di pagare 90 miliardi di dollari di armi americane da fornire agli ucraini». Poco solidaristico ma molto reale.

A Budapest incontro a due o a tre?

Trump avrebbe già imposto a Zelensky le condizioni di pace, cioè le indispensabili cessioni territoriali e condizioni di sicurezza per la Russia. Quindi niente Nato, ma forse, col tempo, l’Ue, che è giù adesso un minestrone. Trump ha aperto all’ipotesi di un incontro a tre. “L’incontro sarà in Ungheria perché c’è un premier che ci piace, sta facendo un ottimo lavoro e quindi abbiamo deciso di incontrarci lì. Credo che sarà un doppio incontro, avremo il presidente Zelensky in contatto, è una situazione difficile perché non si piacciono e quindi potrebbe essere un incontro a tre o forse separati». Più tardi la Casa Bianca ha fatto sapere che a Budapest vi saranno incontri separati e non a tre. «Il presidente russo vuole finire la guerra o non parlerebbe così», ha aggiunto Trump.

La guerra vera oltre il bla bla

Sui temi militari Zelensky ha proposto a Trump di scambiare i droni ucraini con i missili da crociera americani Tomahawk e anche sostenuto che i russi non stanno avendo progressi sul campo di battaglia e subiscono molte perdite. In realtà –documenta Analisi Difesa-  i russi continuano ad avanzare, le ultime roccaforti in Donbass sono assediate e le perdite spaventose le soffrono gli ucraini, ma la narrazione di Zelensky ha l’evidente lo scopo di aggirare il vero ostacolo su cui potrebbero infrangersi ancora una volta i negoziati. E cioè le condizioni postbelliche dell’Ucraina e la cessione di territori a Mosca. Trump parlando con i giornalisti: «Fermare la guerra sull’attuale linea del fronte e che tutti tornino a casa dalle loro famiglie».

La ‘variabile cubana’

I missili Tomahawk che gli USA sembrava potessero eventualmente cedere a Kiev non avevano molto impressionato i russi sul piano militare (‘rafforzeremo le difese aeree’ aveva detto Putin) ma rischiavano di far tornare Russia e USA ad un braccio di ferro tale da rievocare la crisi di Cuba e quella degli Euromissili. Mosca non poteva lasciare senza risposta la provocazione di schierare a ridosso del confine russo e in una nazione esterna alla NATO missili da crociera potenzialmente in grado di trasportare testate nucleari e gestiti necessariamente da personale militare statunitense. Da questo, la scelta dei due presidenti, di vedersi in un campo amichevole per entrambi (Budapest) un elemento del tutto esterno alla guerra in Ucraina e che Gianandrea Gaiani definisce la ‘variabile cubana’, tutta da esaminare.

Missili nemici troppo vicini, vale per tutti

Silenzio nei nostri media e tv, ma l’8 ottobre la Federazione Russa ha ratificato l’accordo intergovernativo di cooperazione militare con Cuba. In passato, esperti e funzionari russi avevano ipotizzato un possibile dispiegamento di sistemi militari russi nell’area caraibica, tra cui Cuba e il Venezuela. Ma secondo i servizi segreti militari ucraini almeno un migliaio di volontari cubani combatterebbero attualmente al fianco dei russi in Ucraina. L’accordo russo-cubano ratificato mentre le forze Usa operano al largo delle coste del Venezuela con Trump, che ha confermato di aver autorizzato operazioni clandestine della CIA in Venezuela, anticipa il New York Times.

Confini di Europa e Russia sicuri per tutti

  • È probabile che Putin abbia spiegato a Trump che in risposta ai Tomahawk in Ucraina, la Russia poteva schierare i missili ipersonici Kinzhal o Oreschnik a Cuba. Quindi il sospetto che il nuovo summit russo-americano potrebbe essere molto diverso dalla paura russa dei Tomahawk raccontata da Zelensky. Di fatto le possibilità di giungere alla pace in Ucraina dipenderanno soprattutto dalla disponibilità di Zelensky e degli europei ad accettare le ben note condizioni poste da Mosca (che sta vincendo la guerra sui campi di battaglia), tese a ridefinire una cornice di sicurezza ai confini occidentali della Russia e a quelli orientali dell’Europa con l’obiettivo di concludere definitivamente il conflitto, non solo di sospenderlo a tempo determinato.
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