Politica estera RUSSIA-UCRAINA
L’ondata di reazioni suscitata dall’uscita del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile invio di truppe Nato in Ucraina, e lo sdegno ipocrita di chi faceva finta di non sapere che già da tempo, anche se in numero ridotto, erano operative da tempo.
‘Antinomia diagonale’
«Due tra tutte – secondo Fabrizio Maronta su Limes – spiccano per rilevanza politica e diagonale antinomia».
Olaf Scholz, cancelliere di un paese – la Germania – secondo dopo gli Stati Uniti per volume di aiuti civili e bellici a Kiev, esclude tassativamente che una simile circostanza si sia verificata in passato e possa verificarsi in futuro.
Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, che ribatte di non vedere nessun scoop nelle parole di Macron: «Anche se non ufficialmente, truppe occidentali in Ucraina ci sono già. Kiev non saprebbe usare le armi a lungo raggio contro di noi senza questi istruttori [occidentali], lo capiamo tutti perfettamente».
Tra le opposte propagande
«Nella nebbia delle opposte propagande, chi dice il vero? Entrambi e nessuno». Detto più chiaramente, spizzichi di verità obbligati dai fatti noti rispetto ad un cumulo di bugie sapientemente congegnate. Noto al mondo anche se mai ufficialmente ammesso, soldati occidentali militano con Kiev quasi dall’inizio dell’offensiva russa (e già da prima, nel Donbas, ma in numeri verosimilmente inferiori). Lo fanno nella cosiddetta Legione internazionale, il cui sito internet elenca con puntiglio requisiti fisici, anagrafici e burocratici per arruolarsi.
Dal febbraio 2022 il poi
All’indomani del febbraio 2022, quando divenne chiaro che gli ucraini potevano e volevano tener testa all’invasore russo, le richieste di arruolamento raggiunsero un picco di circa 20 mila, secondo fonti ucraine. Nel primo anno di guerra «i legionari ufficialmente schierati in combattimento sarebbero stati circa 2 mila per volta»: al contingente bielorusso, il più nutrito, si sarebbero affiancati soldati di oltre 60 paesi. Molti dall’America latina, tanto che da poco la Legione accetta anche reclute solo ispanofone. Ma anche da svariati paesi Nato come Stati Uniti, Polonia, Germania, Francia, Canada e Regno Unito, tra gli altri.
Documenti svelati
Circa 97 unità delle forze speciali di cinque paesi della Nato sarebbero state spiegate in Ucraina, dall’inizio dell’invasione a oggi. È l’ultima rivelazione trapelata finora dalla fuga di documenti segreti del Pentagono, diffusi online tramite Discord e 4chan. Sui social, «Us/Nato Sof in Ukr». Sof l’acronimo di special operations forces, unità militari selezionate per condurre operazioni non convenzionali. In base a quanto riporta la Bbc, i documenti in questione, datati tra febbraio e marzo 2023, si tratterebbe di 97 unità di cinque paesi della Nato, con una prevalenza di truppe britanniche. Di queste, infatti, 50 sarebbero state spiegate dal Regno Unito, 17 dalla Lettonia, 15 dalla Francia, 14 dagli Stati Uniti e una sola unità dai Paesi Bassi.
Oggi 1500 ‘legionari’
Oggi il contingente della Legione attivo con ruoli di combattimento si aggirerebbe intorno ai 1.500 individui. Due domande. Quanti di essi sono lì a titolo strettamente personale, per idealismo, per soldi, o per entrambi? E quanti invece militano ‘in quota ai rispettivi governi’ che, insieme ai sistemi d’arma inviano le persone in grado di farle funzionare e di insegnare a farlo. «Tecnici, istruttori, altro personale di coordinamento e raccordo», spiega Limes, ponendo il dubbio politico che di seguito si pone. Nascondere qualsiasi forma di ufficialità per scongiurare un’escalation e tensioni internazionali? O forse per problemi di politica interna? I segreti per le opposizioni? Impossibile dirlo: ad ognuno la sua bugia.
Segreto a nascondere cosa?
Il segreto – e sarebbe illogico il contrario-, è tra i meglio guardati di questa guerra. All’atto pratico, sul campo, può non fare molta differenza con quali insegne operino queste forze.
«In termini politico-diplomatici, invece -fa tutta la differenza che intercorre tra una ‘guerra per procura’, combattuta cioè in modo ufficioso e intermediato, dunque rispettando pericolose ‘linee rosse’ come l’uso dell’arma atomica- e uno scontro diretto, palese tra Nato e Russia. Con tutte le possibili, ulteriori conseguenze del caso».
12/03/2024
da Remocontro