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Truppe tedesche in Ucraina? Merz non vuole rispondere

Truppe tedesche in Ucraina? Merz non vuole rispondere

Politica estera

18/12/2025

da Remocontro

Piero Orteca

Il Cancelliere tedesco Merz si è rifiutato di rispondere, al Bundestag, sulla possibilità che la Germania invii proprie truppe in Ucraina, lungo la linea del cessate il fuoco, riporta Der Spiegel. Cosa cerca di nascondere, Herr Kanzler? E qui bisogna leggere le sue dichiarazioni apparse su un altro giornale, il britannico Guardian. Che fanno molto sospettare. Intanto il ‘pacificatore’ si è fatto approvare la bellezza di 50 miliardi di euro di nuove armi. Una spesa folle e col trucco.

             

                 Lithuanian President Gitanas Nauseda with German Chancellor Friedrich Merz review the honour guards in Vilnius, Lithuania,

Chi si fida di quelle truppe?

Le parole pronunciate in Parlamento da Merz hanno fornito un formidabile assist diplomatico a Putin, specie quando il leader del Cremlino rifiuta soluzioni di «cessate il fuoco senza una convincente road map verso la pace definitiva». In sostanza, i russi temono che l’Europa, d’accordo con Zelensky, sfrutti la tregua per rianimare gli eserciti di Kiev, riarmarli fino ai denti (anche a questo servono i 90 miliardi di euro di aiuti già programmati) per poi passare al contrattacco, magari sfruttando qualche incidente di confine. Una ‘miscalculation’ che sempre si può verificare o che, se c’è bisogno, può ‘comunque capitare’. Si, avete capito benissimo: stiamo parlando di una strategia demenziale, che pensa di preparare a tavolino le condizioni per una (possibile) futura vittoria sul campo. Paranoie? Beh, ecco come ha titolato ieri il Guardian: «Merz afferma che le forze di pace potrebbero respingere le forze russe in base al piano di cessate il fuoco». Questo perché una delle condizioni dettate dagli europei, per dare via libera a Zelensky per l’eventuale accordo sulla bozza Trump, è che le loro forze armate debbano essere presenti in Ucraina non solo come ‘peace-keepers’ ma anche con funzioni di ‘peace-enforcing’, cosa che darebbe loro la facoltà di contrattaccare. O, all’occorrenza, semplicemente di attaccare adducendo motivi di ‘difesa preventiva’. Insomma, la letteratura bellica è piena di casi-scuola simili. Anche perché non si è mai vista una parte in lotta (l’Europa, autoproclamatasi in ‘guerra ibrida con la Russia’) pretendere di svolgere, contemporaneamente, due funzioni contrastanti: quella di ‘nemico’ e allo stesso tempo, con disinvoltura, il ruolo di ‘paciere’. Ma è proprio ciò che intende rivendicare l’ineffabile Cancelliere Merz. Sapendo (è logico) che la risposta sarà già ‘no’ e che in fondo forse avrà raggiunto il suo vero obiettivo, che è quello di tenere la guerra aperta fino all’ultimo ucraino,

Guardian: l’uso della forza contro i russi

Ecco come il Guardian descrive la presa di posizione di Merz, che sta sollevando, come abbiamo detto, un vespaio di polemiche anche al Bundestag. «In base alle garanzie post-cessate il fuoco fornite dagli Stati Uniti e dall’Europa all’Ucraina – scrive il giornale – le forze di pace potrebbero, in determinate circostanze, respingere le forze russe», ha dichiarato il Cancelliere tedesco Friedrich Merz in un’intervista alla televisione pubblica ZDF, aggiungendo che questa rimane una prospettiva remota. Sollecitato dagli intervistatori per dettagli sulle possibili garanzie di sicurezza avanzate dagli Stati Uniti nei colloqui di Berlino di lunedì con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Merz ha affermato che i garanti dovranno respingere le forze russe in caso di violazione dei termini del cessate il fuoco. «Garantiremmo una zona demilitarizzata tra le parti in conflitto e, per essere molto specifici, agiremmo anche contro le corrispondenti incursioni e attacchi russi». Il portavoce del Presidente russo Vladimir Putin ha invece dichiarato che il Cremlino si oppone alla partecipazione europea ai colloqui per porre fine al conflitto in Ucraina, sulla base di un piano statunitense. «La partecipazione degli europei, in termini di accettabilità, non promette nulla di buono», ha dichiarato Dmitrij Peskov.

La guerra traino per l’economia?

Der Spiegel sottolinea come forse mai, come questa volta, il ‘question time’ di un Cancelliere tedesco ha avuto un’importanza cruciale per la vita politica del Paese. Questo per significare la delicatezza del momento storico e la difficile fase di transizione che vive la Germania. Il Paese è in profonda crisi economica, che si riverbera in quella politica. Per troppi anni è stato trascurato da governi che hanno vissuto sull’eredità di un boom, che è andato progressivamente affievolendosi, fino alla recessione. Adesso, come tutte le grandi democrazie industrializzate d’Europa, Berlino ha il problema di aver costruito un ambizioso Stato-sociale che si sgretola sotto i colpi della crisi. La prima voragine da colmare è il sistema pensionistico. Anche in Germania, come in Francia e in altri Paesi, sta collassando. Ieri è stata resa pubblica la Commissione speciale che dovrà salvare il sistema entro sei mesi. Pena uno scasso accelerato dei conti pubblici. Se a ciò si aggiungono le draconiane misure per il ‘green deal UE’, che hanno ucciso l’industria automobilistica (ora si sta facendo marcia indietro), la pandemia, la guerra in Ucraina, il rialzo del costo delle materie prime, la guerra dei dazi doganali e le controversie con la Cina, allora si capisce perché è finito il miracolo tedesco. Merz è arrivato al potere dopo il fallimento di Scholz. Dopo le elezioni hanno fatto una Grosse Koalition, ma il problema vero è che sommare due perdenti non fa un vincente. La crisi manifatturiera sta facendo il resto. Non sappiamo a chi vendere il burro? Dice ora Merz, allora facciamo cannoni.

Subito armi per 50 miliardi

Ma ecco ciò che paradossalmente rivela Handelsblatt: «Poco prima della fine dell’anno, il Bundestag ha approvato 30 progetti di appalto per le Forze armate tedesche (Bundeswehr) per un volume complessivo di circa 50 miliardi di euro. Tra i progetti più importanti figurano il sistema radar satellitare Spock, che sarà fornito da Rheinmetall; fino a 876 veicoli blindati su ruote 6×6 del produttore finlandese Patria, in diverse versioni; e fino a 500 obici su ruote RCH155, che saranno forniti da una joint venture con Rheinmetall e verrà costruito KNDS. Inoltre, i comitati Difesa e Bilancio hanno deciso di acquistare missili guidati per i sistemi di difesa aerea Patriot e Iris-T SLM, un secondo lotto di veicoli da combattimento della fanteria Puma, veicoli di comando Eagle e droni da ricognizione Quantum Systems. Gran parte del bilancio – aggiunge Handelsblatt – è destinata anche all’acquisto di vestiario ed equipaggiamento per 460.000 soldati, che corrispondono al futuro organico della Bundeswehr. Anche fino a 80.000 dipendenti civili della Bundeswehr riceveranno equipaggiamento protettivo. Secondo il Ministero della Difesa, quest’anno le commissioni di bilancio hanno approvato un totale di 103 proposte di acquisto da 25 milioni di euro. I progetti di appalto di importo superiore a tale importo devono essere sottoposti all’approvazione preventiva del Parlamento. Ciò ha permesso di avviare quest’anno importanti progetti per un volume totale di quasi 83 miliardi di euro».

  • Insomma, il trucco protocollare per aggirare i controlli del Parlamento messo in atto dal democraticissimo governo tedesco è chiaro: fare lo ‘spezzatino’ degli ordinativi e farli passare senza che l’opposizione ci metta il naso. Complimenti, Herr Kanzler, si ricordi però di passare gli scontrini dei carri armati alla commissione che sta cercando di salvare i pensionati tedeschi.
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