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Ucraina, crisi oltre le armi: cosa vuol dire la presa russa di Avdiivka

Ucraina, crisi oltre le armi: cosa vuol dire la presa russa di Avdiivka

Politica estera Russia-Ucraina

L’esercito russo ha il controllo di Avdiivka, una piccola città nell’est dell’Ucraina, diventata uno dei luoghi di battaglia principali del 2024. Sabato le truppe ucraine si erano ritirate dopo che l’esercito russo aveva quasi completamente circondato la città.
Duro colpo per Kiev a due settimane dalla cacciata del generale Zaluzhny. La conquista di Avdiivka è il più grande cambiamento nella linea del fronte orientale da quando le truppe russe avevano preso il controllo della città di Bakhmut, a maggio del 2023. Ma dopo Avdiivka i russi avanzano anche a Zaporizhzhia. Il ministro polacco a Monaco: «Forse è già troppo tardi, la situazione è drammatica»

Cronaca di giorni fa, a caldo

«’Alla fine la strada era disseminata dei nostri corpi’, ha scritto uno dei soldati di Kiev sopravvissuti alla ritirata che, a quanto raccontano diverse fonti militari, è stata precipitosa e mal congegnata», raccontava Sabato Angieri sul Manifesto. «La prima battaglia a concludersi nel 2024 segna una vittoria per il Cremlino lo stesso giorno della morte di Navalny», l’ulteriore tragico segnale. «’Hanno fatto il loro dovere al meglio e inflitto perdite molto gravi agli invasori’, ha scritto Oleksandr Syrskyi, il nuovo comandante in capo delle forze armate ucraine». Tutto qui, e ciò che accade in quella guerra infinita forse non è più solo una questione di armi e munizioni.

Donbass a pochi chilometri dalla periferia di Donetsk

Avdiivka è una cittadina industriale al centro del Donbass, a pochi chilometri dalla periferia di Donetsk, un avamposto ucraino importante nei territori occupati dalla Russia. A tre passi dalla ‘capitale simbolo’ dell’Ucraina russofona, Donetsk. Avdiivka fu occupata brevemente dai separatisti filorussi nel 2014, pre guerra ufficiale, e poi liberata dagli ucraini. Nel 2017 era stata al centro di uno dei più grandi scontri tra filorussi e truppe del governo di Kiev prima dell’invasione del 24 febbraio 2022. La città era circondata da mesi dalle truppe russe. Per i russi, il più grande successo dopo aver respinto la controffensiva ucraina dello scorso anno. Per gli ucraini, una dolorosa sconfitta anche se i vertici politici e militari cercano di far passare quanto accaduto come una «ritirata su posizioni prestabilite». Ma dopo migliaia di morti, e forse migliaia di prigionieri.

Male la ‘Brigata d’assalto Azov’

Tra le truppe ucraine rimaste imbottigliate, 1.500/2.000 uomini apparterrebbero alla 3a Brigata d’assalto Indipendente ‘Azov’ (i volontari della ‘Internazionale nera’ poi ingrati nelle forze armate) inviata ad Avdiivka per contrattaccare. Alcuni Telegram militari ucraini attribuiscono alla Brigata Azov il rifiuto di condurre un contrattacco suicida che avrebbe impedito di alleggerire la pressione russa favorendo il ritiro di altre brigate dalla sacca.

La ritirata ucraina

Punto fondamentale, dal punto di vista russo: «la liberazione di Avdiivka ha permesso di allontanare la linea del fronte da Donetsk, e dai suoi colpi di artiglieria». Ieri il presidente ucraino Zelensky a Monaco ha difeso la decisione di ritirare l’esercito dalla città ‘per salvare vite’. Una attenzione sino a ieri negata, al precedente comandante generale Zaluzhny. «Questo non significa che le persone si siano ritirate di qualche chilometro e che la Russia abbia catturato qualcosa. Non ha catturato nulla».

Commenti della stampa occidentale

Per la BBC la caduta di Avdiivka segna il più grande cambiamento sulla linea del fronte che si estende per oltre mille chilometri dopo la conquista di Bakhmut fatta dai contractors del Gruppo Wagner nel maggio 2023. La TV americana Fox News ha definito la ritirata ucraina da Avdiivka una «vittoria chiave che segna una svolta nel conflitto ucraino». Al contrario, altri media ucraini ed europei (e italiani) ne riducono la rilevanza.

Altre conseguenze militari possibili

Rischio per Kiev -sempre questioni militari per specialisti-, di dover attuare un ritiro generale di alcune decine di chilometri per riorganizzare le difese su linee più corte e meglio difendibili. Il ministro polacco a Monaco: “Forse è già troppo tardi, la situazione è drammatica”

Ma diversi segnali fanno temere al blocco di alleati occidentali, un arrivo di armi e munizioni in ritardo rispetto ad una più vasta offensiva russa che potrebbe essere già in corso ma su cui i vertici politico-militari, alla vigilia di contratti di aiuti miliardari, ritengono utile non diffondere. Segni di un logoramento della capacità di risposta della parte Ucraina dopo di anni di resistenza certamente eroica.

20/02/2024

da Remocontro

rem

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