29/12/2025
da Pagine esteri
Secondo un editoriale del quotidiano britannico “Financial Times”, i recenti colloqui diretti tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, svoltisi a Mar-a-Lago per esaminare una bozza di piano di pace in venti punti, non avrebbero prodotto nessuna svolta decisiva.
Il tycoon ha usato parole ottimistiche, affermando «siamo molto vicini ad un accordo» ma ha dovuto riconoscere che restano irrisolte alcune questioni spinose, come il destino dei territori del Donbass dove le truppe russe continuano ad avanzare.
Da parte sua Zelensky ha affermato che le due parti avrebbero raggiunto un’intesa “sul 10% degli aspetti militari”, ma ha precisato che «su alcuni punti manca ancora un accordo completo». A detta del leader ucraino le eventuali concessioni territoriali a Mosca richiederebbero un referendum: «È il popolo che deve decidere, non un singolo individuo». Sul tavolo vi è anche la proposta ucraina di creare una “zona economica” nel Donbass, demilitarizzata e sotto supervisione internazionale, mantenendo la sovranità ucraina sul territorio.
Mosca ha di nuovo fatto sapere che respingerà ogni eventuale modifica al piano elaborato in autunno dalla Casa Bianca con il contributo del Cremlino, e continua a chiedere che Kiev si ritiri dal Donbass e riconosca il controllo russo su quei territori. Intanto Macron ha annunciato una riunione della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” all’inizio di gennaio a Parigi per discutere le garanzie di sicurezza per l’Ucraina e dell’invio di truppe europee nel paese dopo il raggiungimento del cessate il fuoco.
Trump e Zelensky hanno annunciato una nuova riunione a gennaio, che dovrebbe coinvolgere anche i principali leader europei.
Nel frattempo una nuova indagine per corruzione travolge le istituzioni ucraine. Dopo il maxi-scandalo sulle tangenti che ha coinvolto cinque tra ministri e viceministri, obbligando Zelensky a rimuovere il suo braccio destro Andryi Yermak, l’agenzia nazionale anticorruzione (Nabu) e la procura anticorruzione (Sapu) hanno annunciato una nuova indagine a carico di diversi deputati della Rada. Secondo gli organismi anticorruzione, i parlamentari hanno accettato tangenti in cambio del loro voto. L’agenzia anticorruzione ha riferito che «a seguito di un’operazione sotto copertura, ha smascherato un gruppo criminale organizzato che includeva alcuni attuali membri del parlamento» i quali «ricevevano sistematicamente vantaggi illeciti per votare».
Mentre Zelensky era in viaggio per gli Stati Uniti dove ha incontrato l’inquilino della Casa Bianca, alcuni funzionari della Nabu hanno provato ad entrare all’interno degli uffici dei deputati in Parlamento per effettuare delle perquisizioni ma sono stati bloccati dagli agenti di sicurezza facendo esplodere un nuovo conflitto.
Ed ora a preoccupare il presidente ucraino potrebbe essere la scesa in campo dell’ex capo delle forze armate di Kiev, Valeriy Zaluznhny, a suo tempo rimosso dal suo incarico e nominato ambasciatore nel Regno Unito a causa della sua contrarietà alla strategia decisa da Zelensky.
Nei giorni scorsi varie fonti politiche e diplomatiche hanno fatto sapere che Zaluznhny si prepara a lasciare il suo incarico diplomatico già a gennaio. Secondo le diverse fonti, l’ambasciatore a Londra avrebbe manifestato al presidente la volontà di dimettersi durante una recente visita a Kiev.
Secondo le indiscrezioni, Zelensky avrebbe offerto al suo principale antagonista un incarico come primo ministro o come capo dell’ufficio presidenziale, ma Zaluzhny non avrebbe mostrato interesse verso tali proposte.
Altre fonti riferiscono che l’ex generale avrebbe preso in considerazione anche il ruolo di ambasciatore negli Stati Uniti o un possibile ritorno al vertice delle Forze armate.

