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Ucraina, gli omicidi politici nascosti dalla guerra

Assassini

Ucraina, gli omicidi politici nascosti dalla guerra

Politica estera - Ucraina

04/09/2025

da Remocontro

Remocontro

Oltre ai missili e alla guerra, Ucraina scossa da assassini mirati che colpiscono figure di alto livello. Ucciso per la strada l’ex leader del parlamento, oppositore di punta del presidente Zelensky. Il killer vestito da rider di Glovo. Un mese e mezzo fa a Kiev, ucciso un uomo dell’intelligence. A luglio dell’anno scorso una ex-deputata. Frizioni e angoli oscuri nel paese oppresso dalla guerra

La guerra dentro la guerra

Nei giorni scorsi a Lviv, estremo ovest dell’Ucraina, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco l’ex-presidente del parlamento ed ex-segretario del consiglio di sicurezza nazionale Andriy Parubiy, in quello che è certamente il più scioccante fra gli episodi di questo tipo verificatisi dall’inizio del conflitto. «Ritiratosi ormai dalla vita politica, il percorso di Parubiy si intreccia però con diversi momenti significativi e talvolta controversi della storia del paese: classe 1971, originario della stessa città in cui trovato la propria morte, già prima del crollo dell’Unione Sovietica si attiva per la causa indipendentista ucraina subendo anche un arresto», ricostruisce Francesco Brusa sul manifesto.

Terrorista dell’anti terrorismo

Negli Anni ‘90 fonda assieme a Oleh Tjanhybok il partito di estrema destra che prenderà il nome di ‘Svoboda’, per poi distaccarsene e unirsi a ‘Ucraina nostra’ dell’ex-presidente Viktor Yuschchenko. Ma il suo volto è associato alle piazze della Rivoluzione Arancione (2004) e, soprattutto, di Euromaidan (2013-14, vero atto iniziale della guerra con la Russia), in cui guidava le forze di autodifesa dei manifestanti. Da lì appunto gli incarichi sotto la delicata fase delle operazioni di ‘contro-terrorismo’ come risposta allo scoppio del conflitto nel Donbass.

Dall’ultra destra a Poroshenko

Presidente parlamentare fino al 2019, altra svolta politica, ed entra nel partito Solidarietà Europea di Petro Poroshenko. Unica coerenza politica, un nazionalismo assoluto, e nel Paese viene generalmente visto come un ‘patriota’ pronto a tutto. Mosca lo ha invece spesso additato come responsabile di crimini e violenze, la più grave, il rogo della casa dei sindacati di Odessa del maggio 2014 in cui persero la vita oltre 40 persone, la maggior parte delle quali attivisti filo-russi. Orrore ancora vivo oggi, e senza responsabili perseguiti.

Nebbia ucraina

Come sembrerebbe confermare una ripresa delle telecamere di sicurezza, Parubiy è stato raggiunto mentre camminava vicino alla sua abitazione da un individuo che indossava uno zaino della compagnia di consegne di cibo a domicilio Glovo. L’esecuzione a colpi di pistola e la fuga in scooter. Il presidente ucraino Zelensky ha prontamente espresso le proprie condoglianze e annunciato un’operazione di polizia per catturare il colpevole, sottolineando come si sia trattato di un gesto «attentamente pianificato». Già, come la strage senza colpevoli di Odessa. O altre esecuzioni da ‘Chicago anni ‘20’

Troppi precedenti ignorati

Un mese e mezzo fa, un assassinio politico ancora più esplicito. Un uomo dell’intelligence del paese, Ivan Voronych, viene freddato nelle vie della capitale da persone che in seguito vengono rese note dalle autorità come «al servizio del Cremlino», ma i molti dubbi restano da allora irrisolti, anche se in quel caso, la logica era molto chiara: un tiro incrociato fra Mosca e Kiev che cercavano di eliminare con manovre sotto copertura figure attive nei due eserciti in guerra (come, a ruoli invertiti, è successo anche in territorio russo).

L’ex deputata estremista

A luglio dell’anno scorso un altro assassinio, sempre a Lviv e sempre nei confronti di un ex-deputato membro di Svoboda, la filologa Iryna Farion: i sospetti qui ricadono su tensioni interne, dal momento che la vittima, per via del suo «integralismo linguistico» a favore dell’idioma ucraino, aveva spesso assunto posizioni oltraggiose perfino nei confronti degli stessi cittadini di lingua russa che servivano nelle forze armate. Tre omicidi conclamati e altre morti ‘sospette’ nel contesto di una guerra che ormai colpisce tutto il territorio del Paese.

Ucraina e i conti con se stessa

  • Dopo tre anni di guerra che sta vivendo adesso uno dei momenti militari più critici, nel Paese emergono sempre più frizioni e divergenze fra «aneliti di vittoria e stanchezza di guerra, rimpasti di governo e visioni sulla società futura», sottolinea Francesco Brusa. Esemplare quanto accaduto a Kharkiv dove si è verificato qualche tafferuglio fra militanti di estrema destra e organizzatori del Pride cittadino. Fra bombe russe e alleati riottosi (Usa) o incerti (Europa), l’Ucraina deve fare dei difficili conti anche con se stessa.

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