Ucraina, il vertice di pace in Svizzera si conferma un flop. Tredici Paesi, tra cui tutti i BRICS, non hanno firmato il testo conclusivo.
Si è concluso in Svizzera il vertice di pace sull’Ucraina. Due giorni di fitte trattative che nelle intenzioni degli organizzatori avrebbero dovuto portare a scelte condivise, capaci di mettere pressione a Vladimir Putin, ma che, in realtà, non sembrano essere andate come da programma. Infatti, il comunicato finale in cui si “riafferma l’integrità territoriale dell’Ucraina”, la necessità di un “dialogo tra tutte le parti”, nonché sollecita il completo scambio di prigionieri di guerra e anche il ritorno dei bambini deportati in Russia, non è stato sottoscritto da tutti i partecipanti.
A far rumore è soprattutto il fatto che nessun membro dei BRICS, di cui Mosca fa parte assieme a Brasile, India, Cina e Sudafrica, alla fine ha dato il via libera alla dichiarazione finale della conferenza di Burgenstock. è sostenuta da 85 paesi e istituzioni tra le cento delegazioni che hanno partecipato. Oltre ai Paesi BRICS, anche Messico, Indonesia e Tailandia hanno deciso di non sottoscrivere il testo.
UCRAINA, IL VERTICE DI PACE IN SVIZZERA SI FERMA ALLE CHIACCHIERE, CONFERMANDOSI UN FLOP. TREDICI PAESI, TRA CUI TUTTI I BRICS, NON HANNO FIRMATO IL TESTO CONCLUSIVO
“Per la prima volta abbiamo parlato al massimo livello della pace in Ucraina”, ha detto ai partecipanti la presidente della Confederazione svizzera Viola Amherd. Così, secondo la leader, la questione “quando e come la Russia potrà essere inclusa” rimane aperta.
Confrontando l’elenco dei partecipanti alla conferenza con l’elenco a sostegno della dichiarazione finale, risulta che complessivamente 13 stati non firmeranno il testo. Si tratta di: Armenia, Bahrein, Brasile, India, Indonesia, Colombia, Libia, Messico, Arabia Saudita, Sud Africa, Suriname, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti. C’è da ricordare che Cina e Russia non hanno partecipato al summit di Burgenstock, mentre Brasile, India e Sud Africa erano presenti, ma non hanno mandato i loro capi di Stato o di governo. Come ha fatto pure l’Arabia Saudita, che tuttavia non è Brics.
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“Non c’è pace che duri senza l’integrità territoriale” dell’Ucraina. A dirlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella conferenza di chiusura del summit in Svizzera in cui ha spiegato che “muovere verso la pace significa agire velocemente”. “Abbiamo Paesi che mostrano interesse a ospitare un secondo vertice”, ha detto il leader di Kiev cercando di minimizzare le tensioni che si sono registrate durante il vertice.
“Stiamo rispondendo all’attacco della Russia non solo difendendo la vita umana, ma anche attraverso la diplomazia” aggiunge. “Il nostro obiettivo è che tutti i Paesi del mondo si uniscano a questa nobile causa”, dicendosi fiducioso che gli obiettivi del comunicato finale del Burgenstock possano essere raggiunti insieme.
16/06/2024
da La Notizia