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Ucraina, “l’offerta finale” di Trump: “Kiev accetti di cedere la Crimea e i territori occupati dalla Russia in cambio della pace”

Ucraina, “l’offerta finale” di Trump: “Kiev accetti di cedere la Crimea e i territori occupati dalla Russia in cambio della pace”

Washington attende la risposta di Zelensky alla proposta presentata a Parigi. Intanto la guerra non si ferma: 9 morti in un attacco russo a un bus.

Ore decisive per il futuro dell’Ucraina. Washington attende oggi, mercoledì 23 aprile, la risposta di Kiev a quella che viene descritta come “l’offerta finale del presidente Trump” per porre fine al conflitto. Un documento di una pagina, presentato la scorsa settimana a Parigi da funzionari statunitensi ai loro omologhi ucraini, che mette sul tavolo le condizioni per la pace, come riporta il sito americano Axios citando fonti a conoscenza diretta della proposta. La Casa Bianca avrebbe inoltre ribadito la minaccia di abbandonare la mediazione se non si raggiungerà un accordo a breve.

I dettagli dell’offerta Usa
La proposta americana, secondo le fonti di Axios, includerebbe condizioni estremamente difficili da accettare per Kiev:

  • Riconoscimento formale della Crimea come parte della Russia.
  • Riconoscimento “non ufficiale” del controllo russo su quasi tutte le aree occupate dall’inizio dell’invasione su larga scala nel 2022.
  • In cambio, l’Ucraina recupererebbe solo una piccola porzione della regione di Kharkiv attualmente occupata.
  • Gli Stati Uniti revocherebbero le sanzioni imposte alla Russia a partire dal 2014.
  • La centrale nucleare di Zaporizhzhia sarebbe considerata territorio ucraino, ma gestita dagli Stati Uniti, fornendo elettricità sia all’Ucraina che alla Russia.

L’offerta parallela di Putin (secondo FT e Guardian)
Contemporaneamente, emergono dettagli su una presunta offerta avanzata dal presidente russo Vladimir Putin all’inviato americano Steve Witkoff durante un incontro a San Pietroburgo all’inizio di aprile. Secondo il Financial Times e il Guardian, Putin si sarebbe detto disposto a congelare l’attuale linea del fronte, rinunciando così alla pretesa (almeno per ora) di controllare l’intera estensione delle quattro regioni annesse (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia). Le condizioni di Putin per questo “congelamento”, sempre secondo le fonti, sarebbero il riconoscimento Usa della sovranità russa sulla Crimea e la garanzia che l’Ucraina non entri nella NATO. Una proposta accolta con scetticismo dagli europei, che temono sia solo una mossa tattica per attirare gli Stati Uniti al tavolo delle trattative alle condizioni di Mosca.

La posizione di Kiev
Di fronte a questo complesso scenario diplomatico, la posizione ucraina appare ferma. Il presidente Volodymyr Zelensky, in un recente briefing, si è detto pronto a negoziati diretti con la Russia “con qualunque formato”, ma solo dopo un cessate il fuoco effettivo. Ha inoltre negato di star discutendo “alcun nuovo pacchetto di aiuti con gli Stati Uniti” e ha espresso il desiderio di incontrare Donald Trump a Roma questa settimana, in occasione dei funerali di Papa Francesco, a cui parteciperà anche il presidente Usa. Fonti citate dal Guardian, inoltre, riferiscono che la Russia avrebbe dichiarato a Washington la disponibilità a rinunciare alle rivendicazioni sulle parti dell’Ucraina che non occupa, ma che Zelensky avrebbe già comunicato alla Casa Bianca l’impossibilità per Kiev di approvare la proposta statunitense così com’è formulata, in particolare per il riconoscimento, seppur “non ufficiale”, delle occupazioni. L’Ucraina potrebbe forse accettare un cessate il fuoco lungo le linee attuali, ma solo a patto di non essere costretta a riconoscere l’occupazione come permanente o legale. Una posizione che si scontra con quella espressa a febbraio dal Segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, che aveva definito “irrealistica” la richiesta di Kiev di tornare ai confini pre-2014.

Il nuovo attacco ai civili
Mentre la diplomazia lavora febbrilmente – l’inviato Usa Steve Witkoff torna a Mosca questa settimana, e oggi a Londra il ministro degli Esteri britannico David Lammy ospita negoziatori statunitensi ed europei – la guerra sul terreno non si ferma. Il Ministero della Difesa russo ha annunciato l’abbattimento di 10 droni ucraini stanotte su 5 regioni russe. E, sul fronte opposto, un attacco russo con drone su un autobus a Marganets, nell’Ucraina sudorientale, ha causato oggi la morte di 9 persone e il ferimento di oltre 30, come denunciato dal governatore regionale Sergy Lysak.

23/04/2025

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

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