13/11/2025
da Remocontro
Guerra dietro le linee, in beffa a chi al fronte ogni giorno va a morire. Due ministri costretti alle dimissioni dall’anticorruzione. Prima la ministra dell’Energia, Svitlana Grynchuk. Poi il ministro della Giustizia, German Galushchenko, a sua volta già ministro dell’Energia. «Un’organizzazione criminale di alto livello che avrebbe messo in piedi uno schema di corruzione su larga scala». E mentre la politica internazionale litiga su quanto sia realmente caduta Pokrovsk e quanto resta del Donbass ancora ucraino, l’Ucraina civile subisce l’attacco russo e quello della corruzione al suo interno.

I due ministri ‘dimessi’ per corruzione
Zelensky finalmente ammette
Volodymir Zelensky su Telegram. «È estremamente difficile per tutti in Ucraina in questo momento. Stiamo attraversando blackout, raid russi, perdite. È assolutamente anomalo che ci siano ancora intrighi nel settore energetico». Accuse di gravi appropriazioni indebite nel settore energetico, nonostante le infrastrutture del paese siano in ginocchio per gli attacchi russi. L’Ufficio Nazionale Anticorruzione (Nabu) ha scoperto un sistema di corruzione nel settore energetico che coinvolgeva 100 milioni di dollari di fondi riciclati. Un po’ a sorpresa, nella confusione politica europea tra più i meno ‘Volonterosi’, il ministro della difesa italiano Crosetto: «La situazione in Ucraina non migliora di sicuro ed è difficile pensare che possa migliorare, indipendentemente dagli aiuti militari. Anche per l’Europa».
Il ‘cerchio magico’
«Quasi 250mila civili sono rimasti senza corrente in Ucraina negli ultimi due giorni. Bombardamento russo che ha ulteriormente danneggiato la già sofferente infrastruttura energetica ucraina mentre i civili si preparano come possono al quarto inverno di guerra, senza prospettive di cessate il fuoco a breve termine», avverte sul manifesto Sabato Angieri. Ed esplode l’ennesima bomba corruzione tutta ucraina. Oltre i due ministri costretti alle dimissioni, l’indagine si avvicina sempre di più, troppo, al palazzo presidenziale. Tra i principali indagati, Timur Mindich, uno dei fedelissimi di Zelensky, socio della prima ora e figura di spicco del cerchio di potere del leader ucraino. Mindich, 46 anni, è il co-proprietario della società Kvartal 95, che ha prodotto la serie televisiva con la quale Zelensky è diventato una celebrità – e che ha dato il nome al suo partito – ‘Servitore del popolo’.
I ministri per distrarre dal peggio?
Timur Mindich è anche socio di Igor Kolomoisky ,uno degli oligarchi più oscuri della storia contemporanea ucraina (anch’egli socio di Zelensky, ma ora allontanato). Il ‘Kyiv independent’ sostiene che, grazie all’amicizia con il presidente, Mindich avrebbe «aumentato notevolmente la sua influenza negli ultimi anni». Nei giorni scorsi diversi locali commerciali collegati a società ‘riferibili a Mindich’, sono stati perquisite dalla Nabu, l’anti corruzione, ma il diretto interessato si era «già reso indisponibile». Scomparso. Fonti ucraine sostengono che si sia dato alla macchia in Israele, dove avrebbe rapporti commerciali consolidati. A giugno, secondo Ukrainska Pravda, la Nabu ha arrestato un parente dell’indagato, Leonid Mindich, mentre tentava di espatriare. L’accusa è quella di aver sottratto 16 milioni di dollari alla società elettrica ‘Kharkivoblenergo’.
- Ukrainska Pravda sostiene che Timur Mindich avrebbe raccomandato a Zelensky di nominare l’ex vice-primo ministro Oleksiy Chernyshov, nel giugno 2025 licenziato in seguito a un’indagine della Nabu.
Lobby Mindich e Israele
Anche la ministra dell’Energia Svitlana Grinchuk e l’ex titolare del dicastero, Herman Galushchenko (ex ministro della Giustizia) erano protetti di Mindich e dalla sua rete. Mindich avrebbe anche legami con il settore bancario (Sense bank, uno degli istituti bancari nazionalizzati) e minerario, attraverso una partecipazione nella società russa produttrice di diamanti New Diamond Technology. Lo scorso 6 novembre, i servizi segreti ucraini (Sbu), hanno reso nota un’indagine su Mindich con l’accusa di «supporto allo stato aggressore». La stampa ucraina sostiene che il tentativo di Zelensky di mettere a tacere l’Ufficio e la Procura anti-corruzione sarebbe nato anche dalla volontà di proteggere l’amico e di bloccare le indagini dirette contro di lui e i suoi protetti.
Bavagli e anticorpi a Kiev
Il problema del clientelismo in Ucraina è di vecchia data, ribadisce Angieri. «Ancora oggi. Non si tratta solo di giochi di potere, ma del tentativo di imbavagliare gli uffici che lo combattono. Scoppiano proteste, ed è una buona notizia: esiste ancora un’opinione pubblica che si oppone a una politica liberticida e autoritaria». Dieci anni prima dell’invasione russa dell’Ucraina, una folla di cittadini arrabbiati fece irruzione nella residenza del presidente Viktor Yanukovich, costretto alla fuga. Una esagerazione di pacchianerie costosissime in un parco di 140 ettari. Il presidente successivo, Petro Poroshenko, fece della lotta alla corruzione il cavallo di battaglia della campagna elettorale. Ma la quasi totalità delle sue promesse restarono chiacchiere. Nel 2014 l’Ucraina era al 142esimo posto (su 175) nell’Indice sulla corruzione; nel 2019, quando Poroshenko fu sconfitto da Zelensky, era salita solo al 126esimo posto.
Corruzione e clientelismo
La lista dei politici allontanati sotto la presidenza Zelensky è ormai lunghissima. Primo tra i molti l’amato comandante generale delle forze armate Valery Zaluzhni, privato dei gradi e ora in esilio dorato da ambasciatore a Londra. «È tutta colpa di Yermak», dicono a bassa voce i civili, riferendosi al consigliere di Zelensky, capo di gabinetto e ‘Richelieu dell’Ucraina contemporanea’. Le ultime nomine, dalla premier Juliya Svyrydenko, ai ministri fondamentali, si dice siano le sue. Tuttavia, non si tratta solo di giochi di potere, o della volontà di Zelensky di preparare il futuro politico del suo paese allontanando le figure più in vista e potenzialmente rivali. Il governo si è spinto molto oltre, fino a tentare di imbavagliare l’Ufficio anti-corruzione (Nabu) e la Procura anti-corruzione (Sapo) con un decreto legge del 22 luglio che eliminava i controlli dei due organi sul potere politico, smantellandoli di fatto.
Guerra e legge marziale
- Nel paese in guerra sono scoppiate proteste in diverse città, l’Unione europea (di cui l’Ucraina è candidato ufficiale) si era finalmente fatta sentire e Zelensky era stato costretto a ritirare la misura. «Ma ci aveva provato, e questo è già un problema enorme, così come è una buona notizia per il futuro, per quanto in questo contesto si possa gioire di qualcosa, che in Ucraina esista ancora un’opinione pubblica in grado di protestare per una riforma liberticida e autoritaria», applaudiamo con Sabato Angieri. Se in tempo di pace i problemi sono legati alla vita quotidiana, alla giustizia, alla carriera o ai diritti, in guerra è la vita a diventare ostaggio della prepotenza dei corrotti.

