L’Europa è riuscita a superare le resistenze ungheresi e a stanziare 50 miliardi di euro per sostenere nei prossimi anni l’Ucraina. Denaro che si aggiunge ai fondi per il sostegno a Kiev da accordi bilaterali con nazioni UE e NATO, mentre sembrano potersi sbloccare presto anche i fondi statunitensi al centro di un braccio di ferro che passa dal Senato che ha approvato, al Congresso con maggioranza repubblicana.
Ma la crisi ucraina vera è un’altra.
Non solo soldi e armi, ma obiettivi possibili
A Washington e Bruxelles si discute di denaro da fornire all’Ucraina ma nessuno sa dire a quale strategia e obiettivi sono mirati tanti onerosi investimenti. Quale l’obiettivo di Usa e Ue, ammettendo sia condiviso, in Ucraina? Obiettivo ed eventuale ‘via di fuga’, salvo non voler alimentare un conflitto infinito che sta distruggendo l’Ucraina e logorando sul piano economico, politico e sociale l’Europa. Sostenere Kiev per indurla a negoziare una pace dignitosa con Mosca? Domande senza risposta, sia a Washington che a Bruxelles Ue-Nato, sempre meno distinguibili.
Nessuno in Occidente sembra in grado di affrontare il rischio politico di rispondere con sincerità, continuando nella finzione di scaricare sul governo ucraino, il parlamento di Kiev o il presidente Zelensky la responsabilità di decidere ed essere padroni dei destini della nazione.
Zelensky cambia i vertici ucraini per restare in sella
Finzioni anche in casa ucraina. Zelensky iper intervistato che, sulla scia della rimozione del comandante in capo delle forze armate Zaluzhny, ammette ‘di valutare’ (di aver deciso) un ampio rinnovamento dei vertici dello stato (di far pulizia in tutta la casa) riconoscendo, per la prima volta (confessione tardiva), l’insuccesso della controffensiva. Facendo lui, presidente, le stesse dichiarazioni fatte da Zaluizhny all’Economist, contro cui si era scagliato costringendolo a giurare sulla ‘vittoria finale’.
Pulizia generale o solo di una parte?
«È una questione che riguarda le persone che devono guidare l’Ucraina, sicuramente un reset, un nuovo inizio è necessario, ho in mente qualcosa di serio, che non riguarda una singola persona ma la direzione della leadership del paese». Spara in aria il presidente, a cui non viene posta la domanda chiave. Tutto e tutti in discussione, o solo una parte considerata avversa?
Non solo i vertici militari
Da subito il rifiuto di Zaluzhny assumere il ruolo di consigliere di Zelensky. Pensionato a 50 anni Zaluzhny potrebbe accettare l’incarico di ambasciatore nel Regno Unito per andarsene da Kiev, sapendo che la sua resterebbe una presenza politica ingombrante per chi lo ha licenziato. Generale pensionato giovane o ambasciatore che sarà, quella di Zaluzhny resta una figura ingombrante e di grande popolarità per il presidente in attesa di rielezione che prima o poi dovrà pure affrontare, legge Marziale messa da parte.
Colpevoli o capri espiatori?
«Oggi Zelensky ammetta sconfitte, fallimenti e ‘lo stallo nelle operazioni’ che fino a ieri negava redarguendo chiunque osasse parlarne», rileva Gaiani su Analisi Difesa. Tutti suoi ripensamenti? Tutta sua autonomia a capo di una nazione che dipende in tutto e per tutto dal supporti militare e finanziario di USA ed Europa? La visita a Kiev di Victoria Nuland forse qualcosa c’entra. Personaggio sgradevole la signora, «Il sottosegretario statunitense che ha gestito per le amministrazioni Obama e poi Biden tutti gli sviluppi decisivi per l’Ucraina, dalla rivoluzione/golpe del Maidan (memorabile all’epoca la sua espressione «L’Unione Europea si fotta!»), e che, all’audizione al Congresso in cui nel 2016 ammise che gli USA controllavano direttamente il governo ucraino con propri consiglieri nei ministeri di Kiev fino alle fasi cruciali dell’attuale conflitto».
L’opinione pubblica esiste anche in guerra?
L’opinione pubblica ucraina, quel poco che la Legge Marziale ancora lascia sopravvivere, ormai stanca della guerra, potrebbe far crollare ulteriormente il già indebolito consenso nei confronti del presidente che si è auto prorogato, assieme alla Legge Marziale, sino a maggio, e una nuova è più severa ma sempre più impopolare mobilitazione generale. Opposizione interne semi clandestine, ma sempre più ‘rilevabili’ e quindi diffuse. E ampiamente giustificate.
Una nuova narrazione anche occidentale?
Non appare quindi casuale che il 27 gennaio il Washington Post abbia rivelato che l’amministrazione Biden, punti a modificare la narrazione del conflitto abbandonando l’obiettivo della riconquista dei territori occupati dai russi per puntare invece su un approccio difensivo. «E’ abbastanza evidente che sarà difficile per Kiev spingere i russi su tutti i fronti nel 2024, come hanno invece tentato di fare lo scorso anno».
Basta controffensive e perdere, e poi?
«Ora è necessario fare in modo che l’Ucraina sia in grado di ‘mantenere la propria posizione sul campo’ (non perdere altro territorio), rafforzandola entro la fine dell’anno in maniera sostenibile nel lungo periodo». Maniera sostenibile (quale) nel lungo periodo (quanto)? Chi ha inventato quel dire è un genio della presa per .. in giro.
15/02/2024
da Remocontro