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Ucraina, Zelensky: “Non riusciamo a riprendere Crimea e Donbass”. E Rutte risponde a Orban: “Parlare di pace favorisce la Russia”

Ucraina, Zelensky: “Non riusciamo a riprendere Crimea e Donbass”. E Rutte risponde a Orban: “Parlare di pace favorisce la Russia”

Il presidente ucraino ha parlato in un’intervista a Le Parisien. La risposta del premier ungherese: "C'è una proposta di pace. Accettatela o rifiutatela"

L’Ucraina attualmente non ha forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea con mezzi militari, pertanto conta sulla diplomazia. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Le Parisien, ripresa da Rbc Ukraine. “Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi.

Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative“, ha detto il leader ucraino. “Insisto sul fatto che nessun leader mondiale ha il diritto di negoziare con Putin senza l’Ucraina – ha detto Zelensky – Non abbiamo mai delegato questo mandato a nessuno. Siamo vittime. Sarebbe ingiusto se tutti cominciassero a dire come dovrebbe vivere il Paese. I francesi in Francia , gli italiani in Italia o gli americani negli Stati Uniti sanno cosa sono vogliono per se stessi. Lo stesso fanno gli ucraini”.

Una frecciata a chi, come Olaf Scholz e soprattutto Viktor Orban, ha contattato con approcci anche diversi il capo del Cremlino. Ed è proprio il premier ungherese a rispondere alle parole di Zelensky: “Non risponderemo a nessuna provocazione – ha detto – C’è una proposta di cessate il fuoco sul tavolo. Accettatela o lasciatela. È una vostra responsabilità”, ha scritto su X.

La replica del presidente ucraino è arrivata immediata: “Chi altro in Europa ha un’esperienza come l’Ucraina? Nessuno. Orbán ha un esercito del genere? No. Come farebbe a fare pressione su Putin? Con una battuta, un sorriso? Può tenerselo”. E sulla questione è intervenuto anche il segretario della Nato, Mark Rutte, che non vuole nemmeno sentir parlare di pace: “La mia posizione è che l’Ucraina deve essere messa in una posizione di forza per poi decidere quando e come aprire i negoziati. Se ora iniziamo a parlare fra di noi che forma prenderà la pace, rendiamo la vita molto facile ai russi che potranno rilassarsi, fumarsi un sigaro e seguire il nostro dibattito in televisione”.

Rbc Ukraine sottolinea che in Occidente la questione di possibili negoziati tra Ucraina e Russia è diventata di nuovo attuale dopo l’elezione di Donald Trump negli Usa. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha affermato che esiste la possibilità che i colloqui di pace tra le parti inizino già quest’inverno. Lo stesso Trump sostiene l’idea di porre fine alle ostilità il prima possibile e di passare al dialogo e sostiene che Zelensky sia determinato a raggiungere un accordo di pace con la Russia.

Il presidente ucraino ha sottolineato che durante le trattative non è tanto l’identità della persona che si ha di fronte a giocare un ruolo importante, ma la posizione in cui ci si trova. Attualmente l’Ucraina non si trova né in una posizione debole né forte: non è ancora chiaro, sottolinea Rbc Ukraine, se il paese diventerà membro della Nato e quando esattamente entrerà a far parte dell’Unione Europea. Secondo Zelenskyj, i negoziati con Mosca in questo momento potrebbero dare a Putin l’opportunità di influenzare le decisioni. Pertanto prima di qualsiasi discussione, è necessario sviluppare una strategia specifica: può essere un piano d’azione o un’iniziativa di pace. Solo dopo avrebbero potuto essere presentati non solo a Putin, ma anche alla società russa.

“Il popolo ucraino ha deciso di diventare membro a pieno titolo dell’Unione europea. Perché Putin dovrebbe impedire la nostra scelta? I giorni del colonialismo sono finiti. Putin non fa a giochi politici. Colpisce con i suoi missili. Perché il mondo intero glielo permette?”, ha domandato Zelensky. Secondo cui solo l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica è una garanzia affidabile di sicurezza per il futuro: “Chi può garantire che Putin non ritorni in Ucraina? Quale Paese verrà in nostro aiuto con i suoi aerei e le sue truppe? Tutto ciò che abbiamo oggi sono garanzie bilaterali da parte dei nostri partner per il sostegno militare e finanziario. Ma se Putin ritorna con i suoi milioni di persone, ci difenderemo ancora?”.

18/12/2024

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

 

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