ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Usa, il governo ‘chiude’ e Trump batte cassa

Usa, il governo ‘chiude’ e Trump batte cassa

Politica estera

02/10/2025

da Remocontro

Piero Orteca

L’ormai tradizionale ‘shutdown’ di alcune Agenzie governative Usa, a corto di denari per la mancata approvazione del bilancio federale, diventa battaglia politica più feroce del solito. America irrimediabilmente spaccata in due nelle difficili decisioni ‘bipartisan’. Autorizzare subito una spesa-monstre da 1, 7 trilioni di dollari, il 25% dell’intero bilancio federale, che è di 7 trilioni di dollari.

Serve maggioranza qualificata

La frattura si evidenzia, nel caso, diventato ricorrente, di gravi problemi ‘di cassa’, che impongono quasi sempre una revisione al rialzo della spesa pubblica che era stata prevista. In caso contrario, si chiude. Cioè, non si fallisce definitivamente, è chiaro, ma si mandano i dipendenti pubblici a casa, in aspettativa, fino a quando il Congresso non si decide ad approvare l’indispensabile legge di bilancio. Ebbene, proprio ieri il governo degli Stati Uniti ha chiuso i battenti, in coincidenza col gran rifiuto dei Democratici, al Congresso, di tenere bordone agli acerrimi nemici Repubblicani. Questi ultimi hanno la maggioranza al Senato, è vero, ma per fare passare la proposta di bilancio federale, essa deve essere ‘qualificata’, arrivando a 60 voti su 100. Per questo, senza il concorso dell’opposizione, l’Amministrazione Trump può scordarsi di far passare la legge necessaria a evitare lo ‘shutdown’. Nelle ultime ore, prima della fatidica scadenza, si è cercato freneticamente di mediare, per arrivare a definire un accordo sulla cosiddetta ‘Risoluzione continua’. Si tratta di una misura temporanea che consente al Congresso di finanziare il governo federale per un breve periodo di tempo. Copre un periodo durante il quale il Congresso e il Presidente raggiungono un accordo su come ripartire i fondi federali. Ma, come abbiamo spiegato prima, anche per questo tipo di espediente legislativo, una soluzione-ponte impiegata per guadagnare tempo, occorre comunque ottenere una maggioranza qualificata. La proposta, presentata al Senato dai Repubblicani, ha ottenuto solo 53 voti, anziché i 60 necessari. A quel punto, tutto è andato a catafascio.

Perché i Democratici si battono

Naturalmente, lo ‘shutdown’ governativo e la chiusura di diverse Agenzie federali hanno scatenato uno tsunami di polemiche, una vera rissa politica con relativo palleggiamento di responsabilità. Su questo punto, i primi a dare fuoco alle polveri sono stati i Democratici, i quali hanno detto chiaro e tondo che non avrebbero votato il bilancio di Trump, che estendeva finanziamenti mascherando interessi di parte e  sottraeva risorse al Servizio sanitario nazionale. Da parte loro, dunque, i Democratici hanno usato questa opportunità per promuovere i loro obiettivi nel campo dell’assistenza sanitaria. Avviando vere e proprie trattative per scambiare il loro appoggio, hanno chiesto garanzie sui sussidi per l’assicurazione sanitaria. In particolare, per le persone a basso reddito. Chiedendo che non vengano effettuati tagli di sorta. La stessa richiesta è stata avanzata sul programma Medicaid, per il quale l’Amministrazione Trump si prefigge un drastico ridimensionamento. Le condizioni poste dal Partito Democratico affinché si concretizzasse la sua collaborazione per evitare lo ‘shutdown’ del bilancio federale, sono state rifiutate dai Repubblicani. Che, anzi, sono partiti al contrattacco, cercando di sfruttare la crisi contabile e le ripercussioni occupazionali sui dipendenti pubblici, per accusare gli avversari di «fare politica sulle spalle della gente».

Così Trump gira la frittata

«La Casa Bianca – scrive il Guardian – ha risposto alla minaccia di chiusura annunciando l’intenzione di licenziare in massa i dipendenti federali in caso di interruzione dei finanziamenti». «Quando si chiude, bisogna licenziare, quindi licenzieremo un sacco di persone – ha detto Trump – aggiungendo: ‘Saranno democratici’». Poco dopo il fallimento delle votazioni, Russ Vought, direttore dell’ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca, riporta sempre il Guardian, ha pubblicato una lettera in cui accusava le «folli richieste politiche dei Democratici» di essere la causa dello shutdown. «Non è chiaro per quanto tempo i Democratici manterranno la loro posizione insostenibile, rendendo difficile prevedere la durata dello shutdown», ha scritto Vought nella lettera, indirizzata ai responsabili degli uffici e delle Agenzie federali. E mentre Chuck Schumer, capogruppo democratico al Senato, attaccava i Repubblicani per la chiusura delle Agenzie, l’Amministrazione Trump dava il via libera a un progetto per colpevolizzare i suoi nemici politici davanti al Paese.

E Vance cerca di specularci sopra

«La prova che la guerra dei messaggi sullo shutdown governativo sta diventando seria – sostiene il Guardian -, è rappresentata dal fatto che la Casa Bianca ha fatto salire sul podio il vicepresidente J.D. Vance per la conferenza stampa di oggi». E Vance ha subito sfruttato l’occasione per fare un po’ di campagna elettorale.
«Il motivo per cui il vostro governo è stato chiuso in questo preciso istante – ha detto – è che, nonostante la stragrande maggioranza dei repubblicani del Congresso e persino alcuni democratici moderati sostenessero l’apertura del governo, l’ala Chuck Schumer-AOC del Partito Democratico ha chiuso il governo perché ci ha detto: ‘Riapriremo il governo solo se finanzierete miliardi di dollari per l’assistenza sanitaria degli immigrati clandestini’ . È una proposta ridicola».

  • ‘Dettaglio’ (si fa per dire): ricordiamo che gli immigrati irregolari negli Usa non hanno diritto ai programmi federali di assicurazione sanitaria Medicare, Medicaid e Children’s Health Insurance Program. Non possono inoltre acquistare piani sanitari tramite gli scambi governativi istituiti dall’Affordable Care Act e pertanto non possono ricevere alcun sussidio. I Democratici non hanno mai proposto di cambiare questa situazione.
share